31 - Qualunque sia il destino

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Sensazione meravigliosa.

Di quando il destino finalmente si schiude,

e diventa sentiero distinto, e ormai inequivocabile,

e direzione certa.

Il tempo interminabile dell'avvicinamento.

Quell'accostarsi.

Si vorrebbe non finisse mai.

Il gesto di consegnarsi al destino.

Quella è un'emozione: Senza più dilemmi, senza più menzogne.

Sapere dove. E raggiungerlo. Qualunque sia, il destino.

(Alessandro Baricco)

Judith da circa dieci minuti guardava Ethan e James dormire abbracciati come due fidanzatini sul letto accanto a Lydie. Se si fossero svegliati e si fossero ritrovati così, sarebbero schizzati via, ognuno in un angolo opposto della camera d'ospedale che, dalla notte precedente, li ospitava.

Sorrise divertita, chissà a cosa stavano pensando così stretti l'uno all'altro, Ethan quasi certamente a Lydie, visto quanto fosse morbosamente legato a lei. L'aveva decisamente sorpresa quella notte. Nell'unica conversazione avuta con Preston, si era fatta un'idea molto diversa di lui.

Le era sembrato un tipo freddo, imperturbabile, scostante, invece quella notte si era dimostrato completamente sconvolto da quanto stava accadendo e nonostante sua sorella lo avesse rassicurato, alla fine, sullo stato di salute di Lydie e Etienne, aveva continuato ad essere agitato e nervoso, fino a quando non era crollato addormentato sul letto.

A cosa stesse pensando James, beh, forse non lo voleva sapere.

Si era decisa ad andare da Preston in tarda serata proprio per non doverlo incontrare e il destino l'aveva tradita, facendoglielo trovare, proprio laddove mai si sarebbe aspettata di vederlo.

Mike le aveva consegnato settimane prima un plico per Ethan, qualora fosse scomparso prematuramente, senza riuscire a vederlo. Da quello che sapeva lei, non si erano incontrati, dato che Ethan e Lydie erano arrivati a Londra soltanto il giorno prima dell'uccisione di Mike, così Judith aveva deciso di consegnargli quella busta, non sapendo esattamente cosa contenesse. Inoltre Jensen le aveva fatto un'altra richiesta specifica, Judith doveva difendere Preston qualora fosse stato implicato in qualsiasi cosa lo riguardasse, anche contro la volontà del ragazzo; aveva provato persino a pagarle un'eventuale parcella anticipata, ma Judith si era rifiutata, garantendo che lo avrebbe fatto, a prescindere dal denaro.

Ritrovarsi James a casa di Ethan l'aveva lasciata interdetta, non che il ragazzo non le fosse mancato, solo che non aveva ancora deciso bene se se la sentiva davvero, di andarsi a impelagare in una simile storia.

Alla fine il destino aveva deciso per lei, a quanto pareva.

Quando aveva visto Lydie in quelle condizioni, aveva immediatamente realizzato che necessitava di soccorso e la prima persona che le era venuta in mente era stata Greta, sua sorella, che era il vicedirettore del reparto di ginecologia ed ostetricia Elisabeth Garret Anderson dell'University College London Hospital.

L'aveva chiamata, senza stare neppure ad aspettare una risposta da James e Ethan, che le erano sembrati abbastanza smarriti entrambi. Aveva dato chiare indicazioni a sua sorella sullo stato di salute della ragazza e sulla sua gravidanza, chiedendo, di volta in volta, ai due presenti precisazioni sulle settimane di gestazione, sull'eventuali medicine assunte, su ciò che aveva provocato quel malore improvviso.

Greta, come sempre, non aveva smentito la sua professionalità e il suo attaccamento al lavoro. Anche se non era di turno, si era immediatamente precipitata all'indirizzo che le aveva dato Judith e aveva contemporaneamente richiesto un'ambulanza e allertato il reparto. Aveva dato alla sorella precise istruzioni su cosa farle trovare al suo arrivo: documentazione, cartella clinica, piccola borsa per il soggiorno in ospedale. Nel giro di neppure un'ora Judith, Ethan e James erano nel corridoio del reparto di ginecologia, aspettando il risultato dell'ecografia e degli esami, che avevano immediatamente effettuato.

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