3 - Saprai che non t'amo e che t'amo

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Saprai che non t'amo e che t'amo

perché la vita è in due maniere,

la parola è un'ala del silenzio,

il fuoco ha una metà di freddo.

Io t'amo per cominciare ad amarti,

per ricominciare l'infinito,

per non cessare d'amarti mai:

per questo non t'amo ancora.

T'amo e non t'amo come se avessi

nelle mie mani le chiavi della gioia

e un incerto destino sventurato.

Il mio amore ha due vite per amarti.

Per questo t'amo quando non t'amo

e per questo t'amo quando t'amo.

(Pablo Neruda)

Ethan era sconvolto. Il mondo improvvisamente stava precipitando e lui con esso.

James. Lei voleva James come padre del bambino, come compagno di vita. Aveva detto proprio così: James. Come darle torto. Quante bugie le aveva detto? Tante. Troppe.

«Sei solo una sgualdrina»

Bugia.

«Per me non conti niente»

Bugia.

«Il tuo accento francese mi dà la nausea»

Bugia.

Menzogne su menzogne. E perché? Non lo sapeva neanche lui e questo era l'aspetto che più di tutti lo tormentava. Perché? Forse era pazzo. Adesso cosa gli restava? Niente. L'aveva persa.

Si accasciò nel mezzo del salotto di casa sua, come un burattino al quale avessero tagliato i fili.

Mai, pensò.

Mai, continuò a dire tra sé e sé.

MAI, urlò con rabbia dentro il suo animo nero, come la notte, come i peccati che doveva scontare tutti e che avrebbe scontato, prima o poi.

«MAI» riuscì finalmente a dire.

Non l'avrebbe lasciata MAI.

«Mai smetterò di amarti» bisbigliò, alzandosi lentamente in piedi.

«E ti dimenticherò» disse ad alta voce, afferrando un posacenere di marmo che era poggiato su un piccolo tavolinetto di legno.

«quando venerdì sarà mercoledì,» urlò, lanciando il posacenere contro un quadro attaccato alla parete che separava il suo appartamento da quello di Lydie.

«quando le rose cresceranno dappertutto,» continuò ad urlare, aggrappandosi ad una stretta libreria di legno e tirandola a terra con un tonfo sordo.

«azzurre, come uova di tordo» disse, afferrando il tavolino di prima e sfasciandolo contro la parete.

«Quando il topo griderà 'chicchirichì'». Continuò a recitare quei versi, urlandoli a gran voce, come mai prima di allora aveva fatto e distruggendo tutto ciò che gli capitava a tiro.

«Quando la casa si reggerà sul comignolo». Corse in cucina e distrusse tutti i piatti e i bicchieri che trovò nella credenza.

«quando il salame mangerà l'uomo» urlò ancora, con le lacrime che oramai gli rigavano il volto, mentre correva in camera da letto e tirava via tutte le coperte e le lenzuola, gettando a terra il materasso e i cuscini.

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