28 - Conosco vite di cui potrei fare a meno

Start from the beginning
                                    

Mike appoggiato allo stipite della porta gli sorrise.

«Mi sei mancato anche tu amor...», il ragazzo rimase interdetto e si staccò dalla porta mettendosi sull'attenti, osservando allibito la donna che aveva appena fatto capolino alle spalle di Ethan. La scrutò con attenzione, chiedendosi chi diamine fosse, non credeva che il suo amico, appena arrivato, si fosse portato a letto una tipa, ma ciò che più lo lasciava interdetto era il fatto che la tipa fosse in camicia da notte, segno che aveva dormito lì e avesse una mano poggiata sulla spalla di Ethan. Mike lo conosceva da quasi quindici anni, perciò riteneva di saperne abbastanza su di lui e di una cosa era certo, mai, ma proprio MAI, aveva permesso a una donna di dormire a casa sua e soprattutto MAI avrebbe permesso a una donna di toccarlo. Il suo amico le donne le scopava e basta, anche in modo piuttosto violento, tanto che nessuna gradiva vederlo una seconda volta e detestava essere toccato, tanto meno in modo affettuoso come stava facendo quella ragazza. Pensò che fosse una parente. Spostò lo sguardo su Ethan e si accorse che aveva assunto un'espressione divertita, ma gentile. Alzò un sopracciglio, ancora perplesso, poi lo vide tirare a sé la ragazza con un gesto che indicava affetto e possesso al tempo stesso e fu allora che Mike boccheggiò.

Oddio! Pensò, guardando stupefatto il pancione di Lydie.

«Quando cazzo pensavi di dirmelo, brutto stronzo?»

Cominciò ridendo e dando una spinta al suo amico per farsi largo ed entrare in casa. In silenzio s'intrufolò una figura fino ad allora rimasta in ombra, un omone alto e robusto con uno sguardo truce e un'aria inquietante. Lydie si aggrappò con maggior forza al braccio di Ethan, spaventata dall'individuo appena sopraggiunto. Mike era uno spacciatore e non sapeva quanto stare tranquilla, per quanto l'amico di Ethan avesse oggettivamente un aspetto da ragazzino. I capelli erano biondi e rasati quasi a zero e gli davano un'aria da pulcino spelacchiato. Aveva due occhietti piccoli, così piccoli che si faceva fatica a capire di che colore fossero. Il volto era pieno di lentiggini e le orecchie a sventola contribuivano a dargli un'espressione buffa. Era molto magrolino, per quanto, togliendosi la giacca e mostrando le braccia nude, scoperte dalla maglietta a mezze maniche, Lydie notò quanto fossero asciutte e toniche. Mike si gettò sulla sedia della cucina e cominciò a dondolarsi avanti ed indietro tempestando di domande Ethan, che ovviamente ridacchiava e rispondeva a monosillabi. Lydie spostò lo sguardo sull'uomo che la terrorizzava e che, probabilmente, doveva essere una specie di guardia del corpo. Sussultò e si sentì avvampare, quando vide che l'uomo la stava osservando. D'istinto allungò una mano per presentarsi.

«Piacere, Lydie» disse un po' intimidita.

L'uomo che era rimasto in piedi le guardò a lungo la mano, poi la strinse con gentilezza, riservandole un largo sorriso.

«Je m'appele Louis, mais pour tout le monde je suis LouLou» disse con un chiaro accento marsigliese.

Lydie spalancò la bocca, non poteva crederci, non poteva...

«Ethan Preston!» gridò furiosa, portandosi le mani ai fianchi.

«Questa è Lulù» disse indicando l'omaccione in piedi accanto alla tavola della cucina.

«La prima donna che hai amato e che ti ha insegnato il francese?» continuò con aria truce. «Sei un vero stronzo!»

Ethan sorrise furbo e Mike lo guardò allibito.

«Ma sei proprio un bastardo!» cominciò ridendo come un matto. «LouLou la prima donna che hai amato? Che figlio di puttana!»

Ethan per tutta risposta diede un calcio al piede della sedia di Mike facendolo cadere a terra.

Lydie girò veloce attorno al tavolo e si piegò accanto a Mike per accertarsi che non si fosse fatto male.

«Tutto bene?» chiese preoccupata.

Bruciare ||Harry Styles ||Where stories live. Discover now