27 - At this point in my life

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Judith si era mortalmente pentita della scenetta organizzata ai danni di James e si era data della cretina per giorni e giorni. In fin dei conti a lei aveva fatto piacere ascoltare quell'uomo, l'aveva lusingata l'idea che avesse scelto proprio lei per sfogarsi un po'. Si era compiaciuta del fatto che, oggettivamente, James avesse tratto beneficio da quelle lunghe chiacchierate davanti a un boccale di birra. Era davvero così importante che formalizzasse quegli incontri con una richiesta in carta bollata? No, dannazione!

Sorrise fintamente all'ebete di turno, che mangiava un'oliva guardandola in modo eccessivo e spogliandola letteralmente con gli occhi. Come diamine l'era venuto in mente di andare a quella ridicola festa. Lo sapeva benissimo come le era venuto in mente, l'aveva fatto perché non ne poteva più di trascorrere le sue serate da un pub all'altro, sperando d'incontrarlo casualmente. Era anche passata sotto il suo ufficio un paio di volte, ma non era riuscita mai a intercettare l'orario giusto d'uscita e si era data mentalmente della deficiente, visto che le sembrava di essere regredita ai quindici anni.

Avrebbe pagato per essere accanto a James, sentendolo parlare di Lydie. Ripensandoci in realtà, negli ultimi giorni, non ne aveva neanche parlato troppo, aveva ragionato più che altro sull'amore in sé, sulla vita, sulla morte e sul divenire padre... ahia!

Argomento doloroso, troppo doloroso per lei.

Forse era per quel motivo che aveva reagito chiudendosi a riccio e tirando fuori quella scemenza del voler essere invitata ufficialmente fuori. Bella lezione che gli aveva dato! Adesso era di nuovo sola, circondata da amiche sposate che, loro malgrado, la facevano sentire a disagio o da uomini terribilmente noiosi e prevedibili. Prese il cellulare, cercò nella rubrica e trovò il numero di James, lo aveva chiesto a sua sorella due anni fa, subito dopo averlo conosciuto, ma non aveva mai avuto il coraggio di chiamarlo, sentendosi troppo sciocca per fare davvero un passo del genere a rischio di esporsi al ridicolo.

Adesso?

Era sabato sera. Per quanto ne sapesse Judith, magari era fuori con una donna, in fin dei conti James era oggettivamente un bel ragazzo, educato, gentile, premuroso, dolce... Scosse la testa un attimo, come a voler scacciare quei pensieri dalla sua mente. Da quando si era separata aveva cercato di comportarsi in modo distaccato e professionale, eppure l'incontro con James l'aveva turbata fin da subito. Forse perché lui sembrava un uomo d'altri tempi, l'ultimo gentleman della Terra, eppure al tempo stesso fragile, insicuro dietro quel muro di finte certezze. Le era piaciuto subito e c'era stata malissimo nel vederlo completamente perso per quella stupida ragazzina. Con Lydie non c'aveva mai parlato, ma si era fatta l'idea che dovesse essere la classica ragazzetta immatura, con tette troppo evidenti perché venisse ignorata.

Sbuffò. Stava diventando una zitella inacidita!

Il tipo, seduto sul divano davanti a lei, adesso s'era disteso ed aveva aperto le gambe, guardandola in modo scandaloso, si era appoggiato le mani sull'inguine e le aveva rivolto un sorrisetto malizioso.

Questo era davvero troppo, la decenza aveva un limite, s'alzò dalla poltroncina dove era seduta, superò il tavolinetto che la separava da quel demente, finse d'inciampare e gli rovesciò parte del cocktail che aveva in mano, sui pantaloni. L'uomo la guardò indispettito, mentre lei con una risatina e delle finte scuse si allontanò di lì in cerca della proprietaria di casa. La salutò, adducendo un'improvvisa emicrania, recuperò il soprabito e uscì di lì, respirando finalmente, dopo ore, un po' d'aria fresca.

Passeggiò, un po' indecisa sulla direzione da prendere, ma soprattutto combattuta tra la voglia istintiva di chiamare James e chiedergli se avesse piacere di incontrarla anche solo per una birra e la sua parte razionale, che le ricordava che non era proprio il caso di telefonargli, sapendo che comunque con lui non aveva speranza alcuna. Perché, seppure James avesse dimenticato Lydie, seppure avesse trovato interessante Judith, prima o poi lei avrebbe dovuto svelargli, per onestà, il suo più grande segreto e allora lui l'avrebbe evitata per sempre. Questo Judith lo sapeva e lei non voleva assistere a quell'ennesima conferma della sua non-femminilità, le era bastato suo marito e il divorzio a farla sentire una donna inadeguata.

Bruciare ||Harry Styles ||Where stories live. Discover now