10 Aggettivi Per Descrivere Rose Weasley

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Dicembre era passato in fretta, lasciando dietro di sé soltanto il vago ricordo di qualche sbuffo di neve qui e lì, ad entrare in conflitto con gli spaghi verdi di prato e le piccole margheritine che crescevano precocemente nel parco di Hogwarts. Le giornate avevano già toccato il loro apice per quanto riguardava la breve durata e si stavano allungando, concedendo al sole più tempo per splendere pallido in cielo, pur essendo costantemente affiancato dalle nuvole scure o di tanto in tanto dalla foschia, specie al mattino presto.
Un nuovo anno era iniziato, inaugurato con una grandinata epica, che tutta la povera gente disgraziatamente fuori casa ricordava anche ora a distanza di un paio di settimane e non avrebbe scordato tanto facilmente, eppure la maggior parte degli studenti non aveva visto quel primo di Gennaio come una svolta, ma come un diretto ponte all'inevitabile: gli esami di fine anno. Non tutti avevano lo stesso modo di vederli, e tuttavia, seppur la maggior parte li vedesse come sinonimo di suicidio di massa, c'era anche quella minuscolissima parte di ragazzi, composta da Rose Ninphadora, che li attendeva col fiato sospeso, tra un ripasso e l'altro su argomenti che già conosceva a memoria.
"La lettura è il modo più veloce per fissare le cose in mente, Albus, è il caso di iniziare ad aprire qualche libro, non trovi?" Era diventato il suo motto da qualche settimana a quella parte, motto che iniziava a stancare lo svogliato cugino ed a divertire il migliore amico, che trovava esilaranti i loro continui battibecchi. Come, ad esempio, quello.
"Come credi di passare i G.U.F.O, caro cuginetto? Con i punti del latte?" Il ragazzo sbuffò sonoramente, Alzando gli occhi al cielo e sbattendo un pugno sulla tavolata lignea, guadagnando una decina di occhiate assassine (compresa quella di madama Pince). Non era possibile! Cos'era? Si era impallata come una cassetta vecchia? Sempre la stessa dannata storia! Le riservò un'occhiataccia. "Dolce Rosie, potresti evitare di scartavetrarmi le Pluffe con codeste sagge perle ed aiutarmi! Ti prego! Domani c'è la partita Serpeverde-Corvonero ed oggi ho gli allenamenti! Non posso non andare, sono il capitano della squadra!" borbottò in tono lamentoso, lasciandosi andare contro lo schienale della sedia, prendendo a fissare afflitto il soffitto. Cosa aveva fatto di male per avere il clone di sua zia sempre a portata di bacchetta? Ma soprattutto, per quale dannato motivo Scorpius stava ridendo delle sue disgrazie come un demente? Bah.. Albus gli gettò un'occhiata truce, non potendo più sopportare quel suo sghignazzare senza un'apparente motivo. Questo, allo sguardo assassino dell'amico aumentò l'intensità della sua risata. Albus Potter era fantastico da adorabilmente scazzato.
Rose, d'altro canto, aveva smesso di prestare attenzione ad entrambi, ed aveva ripreso a leggere quello che aveva tutta l'aria di essere un enorme tomo d'Incantesimi Avanzati, il volto tanto vicino alla carta giallognola da potersi fondere ai caratteri serpeggianti, gli occhi vispi spalancati, pronti a lambire ciascuna lettera come se fosse la prima. Dalla sua aria polverosa e malconcia e dalle pagine interamente scritte a mano doveva essere un manuale vecchio quanto le mura del castello, uno di quelli tanto amati dalla ragazza.
Come Orgoglio e Pregiudizio. Scorpius, ancora in piedi accanto all'amico lamentoso, si fermò ad osservare il profilo morbido dei suoi lineamenti dolci. La ragazza era rannicchiata con le gambe al petto, il busto volto in direzione della grande bifora, permettendo così ad uno raggio di sole d'illuminarle il visino corrucciato, rendendo così ancora più visibili i miliardi di piccole efelidi chiare, facendole splendere gli occhi sino a mostrare una ad una tutte le loro pigmentazioni, generalmente celate dall'ombra. Il rosso delle minuscole spirali sembrava aver preso vita, come il fuoco scoppiettante della sala comune, maestose e selvagge come il crine di un leone. Grifondoro. Mai casa fu più giusta per uno studente. Il ragazzo arrivò alla conclusione che Rose Weasley fosse l'essenza di Godric a distanza di secoli: fiera, orgogliosa, coraggiosa, rompi palle, gentile e dolce al contempo. Sorrise nel notare come avesse arricciato il nasino, probabilmente in disaccordo con una condizione dettata dal libro. Sempre di testa sua. Cocciuta e testarda come pochi.
La rossa alzò lo sguardo, intrecciandolo per un attimo a quello del ragazzo. Un attimo che durò una vita. L'attimo adatto per leggerle dentro scoprendosi incapace. 'Cosa diavolo mi prende?' .
La ragazza arrossì, prendendo a guardare il cielo fuori dalla bifora. Troppi pensieri. Ultimamente le giravano per la testa troppe idee, vorticosamente. Niente ordine, niente precisione, niente coerenza. Praticamente l'incubo più profondo di una organizzatrice come lei. Scopius Malfoy era diventato il suo incubo più profondo.. e non nel modo che si sarebbe aspettata. La confondeva, la privava delle proprie sicurezze, rendeva i suoi piani nulli, era estenuante. Troppo estenuante, troppo tutto. La bruciava con quegli occhi di ghiaccio, la sua occhiata era così intensa da farle paura, quasi le stesse esaminando l'anima, così infantile con quei tratti severi, così incoerente, sempre, in tutti i campi, in tutti modi possibile. Imprevedibile. Eppure tutti hanno piani, tutti, non poteva agire senza averci prima pensato, non poteva vivere di casualità, no?
"Rosieeee! Per favore!" Albus la riscosse dai propri pensieri e lei si ritrovò a doverlo includere ancora, assieme a suo cugino, nel proprio campo visivo. Sbuffò. "No, non ti farò copiare il tema di Pozioni! Sapevi da giorni che oggi avresti avuto gli allenamenti e sapevi da altrettanto tempo che avresti dovuto scrivere un tema di trenta centimetri a proposito della pozione anti-lupo, avresti dovuto pensarci prima!" ribatté quindi, ovvia, come se avesse appena asserito che due più due fa quattro, prendendo a scribacchiare distrattamente su una pergamena già piena di schemi ed appunti vari.
Scorpius accennò una risata sarcastica. "Carota, ti facevo più sveglia! Da quando la parola responsabilità ed Albus Potter riescono ad essere comprese assieme in una frase affermativa?" domandò retorico, incrociando le braccia al petto. L'amico sbarrò gli occhi. "Ma tu da che parte stai?? Traditore! Okay! Mi arrendo! Andrò a fare gli occhietti dolce a Mary, a meno che non svenga dovrebbe accettare." La prima parte di frase fu urlata (facendo borbottare Madama Pince come un bollitore) mentre l'ultima fu borbottata tra sé e sé, con lo scopo di tenerla riservata a lui ed a Scopius. Con scarsi risultati. La ragazza spalancò gli occhi in un'espressione esterrefatta e boccheggiò, fermando il proprio inseguimento, imitata, con sua sorpresa, dal biondo, che, non ancora soddisfatto dalla ramanzina, si stava pregustando l'esplosione di tutto il femminismo represso della rossa. "TU! Babbeo che non sei altro! Non oserai sfruttare una di quelle povere ragazze per pararti le auguste chiappe! Giuro su quanto è vero che sono una Weasley che se ti azzardi anche solo a provarci ti ritrovi appeso per le mutande alla Torre di Astronomia, e come esperienza non te la consiglio!" esclamò, riacciuffando il cugino in fuga per un lembo nero dell'uniforme per poi strattonarlo, completamente fuori di sé. Questo sbiancò impercettibilmente per un istante, cercando con lo sguardo l'ausilio di uno Scorpius sull'orlo delle lacrime per le risate. Si, ridi adesso che poi rido io.
Non sapeva cosa fosse successo a Rose e Scorpius quel periodo, davvero non riusciva a capirlo, era stato come se le vacanze Natalizie li avessero cambiati. Puff, un attimo prima l'odio totale e quello dopo a sghignazzare insieme e così sempre, scostanti come neppure una donna mestruata sapeva essere. Ne aveva parlato con Hilary più di una volta, seriamente preoccupato per la salute dei duo –sospettava avessero contratto un virus fatale o mangiato un funghetto Cambiacarte[1]- ma questa non aveva fatto altro che sorridergli dolcemente come se stesse parlando ad un bambino molto piccolo e molto stupido, rispondendo più enigmatica della professoressa Cooman frasi tipo "Prima o poi verrà fuori" o "Se t'impegnassi capiresti".
Si alzò dalla sedia di mogano scuro. "Hai vinto ma azzardati a chiedermi un favore e..." Non sapendo come continuare la frase, la lasciò in sospeso e se ne andò, voltando le spalle ai due ragazzi, borbottando qualcosa comprendente le parole "Acida" e "Limone".
Scorpius alzò gli occhi al cielo, una strana idea a lampeggiargli in testa, indeciso sul da farsi. Infondo lo avrebbe fatto per il suo migliore amico, no? Bugiardo. "Al!" Lo richiamò, rincorrendolo per la breve distanza che s'era creata tra i due "Alla fine potresti evitarmi gli allenamenti oggi, così troverei il tempo" buttò lì, sperando che Albus continuasse a non capire un tubo. Ma.. ma non c'era nulla da capire! La sua era pura gentilezza, e poi non poteva permettersi un altro troll in quella materia: gli avrebbe abbassato la media! E di sicuro non avrebbe sopportato lo vista superiorità di Carota.
Il moro portò due dita sotto al mento, stuzzicando lentamente il lievissimo accenno di barba tra il pollice e l'indice, un'espressione pensosa in viso. "Mh, ma se salti gli allenamenti e poi non azzecchi un tiro? Scorp, abbiamo bisogno di vincere questa partita perché sai meglio di me che.." si guardò attorno circospetto, soffermandosi su Rose, che come se nulla fosse, stava continuando il suo studio, senza prestargli qualsivoglia attenzione, poi, avvicinandosi di più a Scorpius, sibilò: "Mia cugina è abbastanza propensa a stracciarti e permettimelo: la scorsa volta se non fosse stato per me, modestamente certo, avremmo perso alla grande".
L'interlocutore gli scoccò un'occhiataccia. Quante volte ancora gli avrebbe rinfacciato quella maledetta partita? "Albus, ero distratto quel giorno e nel caso non lo ricordassi tua cugina ha vinto perché mi ha spiaccicato una Pluffa in faccia! Non è stato leale neppure per una Grifondoro!" S'infervorì, portando le braccia ad incrociarsi al petto e cacciando via una ciocca platinata dal viso con una mossa scocciata del capo.
La ragazza che, da disinteressata qual era non aveva perso neppure una parola di quella conversazione, alzò distrattamente gli occhi al cielo. Spiaccicato! Tzé, un colpettino in faccia lo ha ucciso infatti! Diciamo che era troppo lento di riflessi, piuttosto!
"Comunque d'accordo, alla fine se prendi Troll tuo padre ti rinchiude nelle segrete e ti toglie i viveri, no? Oh forse è perché non sopporti di essere inferiore a Rosie, eh?" Lo provocò l'amico, in un bisbiglio appena percettibile, ingoiando assieme alla saliva un risata. Scorpius arrossì ed abbassò lo sguardo. Punto sul vivo. Perché ora che qualcuno gli aveva fatto presente il suo stesso 'piano malefico', gli sembrava così patetico? "Hai pochi secondi per scappare, sappilo". Il ragazzo scoppiò a ridere, defilandosi l'attimo dopo, prima che Madama Pince potesse tirargli 'Giuda alla cura delle Piante Carnivore' in testa.
Il biondo rimase a guardare un punto fisso sulla libreria di fronte a lui, cercando di 'sbollire' i rossi. Non gli pareva proprio il caso di sedersi accanto a Rose per farsi chiamare Heidi per sempre. Aspetto un paio di minuti, poi, passo sicuro e sguardo altezzoso, prese posto dove prima s'era accomodato al, posò la cartella in pelle sul suolo litico e ne tirò fuori un grande tomo consumato, ed evidentemente trattato come se fosse cibo per gatti.
La ragazza seguì le sue mosse, stupita del fatto che avesse convinto suo cugino, ma ancora di più che avesse deciso di studiare invece che giocare a Quidditch. Ridusse gli occhi a fessure. "Cosa stai tramando, Malfoy?" Sibilò minacciosa, chiudendo con uno tonfo secco il libro di Aritmanzia (tonfo che risuonò in tutta la biblioteca e lo fece sobbalzare) e sporgendosi ad osservarlo meglio, come a volergli leggere la verità negli occhi. Mossa sbagliata.
Il ragazzo incatenò i loro sguardi, senza battere ciglio, come se non avesse afferrato l'accusa celata dietro alla domanda. Condividere il tuo stesso ossigeno, da fastidio? "Studio, come tutti gli studenti fanno qui dentro a parte te" rispose atono, con una scrollata di spalle, riprendendo a rovistare in cerca di pergamena, piuma d'oca ed inchiostro. Che trovò.. rovesciato nella borsa. "Merda" borbottò tra i denti, imprecando mentalmente il perizoma di pizzo di Silente, affrettandosi a togliere gli altri libri per limitare il danno. O per meglio dire: salvare il salvabile.
"Non mi hai risposto! Dimmi la verità! Prima hai bisbigliato qualcosa all'orecchio di Al, sei poco credibile e lo sai! Cosa avete architettato?" gli urlò contro, avendo capito di non esser stata minimamente presa in considerazione. Uno studente bassetto e tarchiato, con gli occhiali rossi a fondo di bottiglia stretti sulla punta del nasino paffuto, le gettò un'occhiata di fuoco, facendo un cenno col capo al testo che stava tenendo in mano, in un chiaro invito a tacere. La ragazza, per tutta risposta, alzò il dito medio. "Ricordo alla perfezione quando mi hai bruciato una ciocca di capelli mentre studiavo! Ed è stata una delle poche volte in cui ho avuto il piacere di vederti il Biblioteca per più di dieci minuti" Continuò poi, dandogli un colpetto sulla spalla per attirare la sua attenzione.
Scorpius voltò il capo e la fissò storto, un mezzo ghigno disegnato sulla bocca, il mani impiastrate di nero. Si, ricordava anche lui quanto era stato divertente vederla imprecare nel silenzio più totale frasi.. non adatte ad una principessa. O come lo era stato vedere quella piccola fiammella mischiarsi al rosso dei capelli, come se in effetti il vero foco fosse stato lei. Fuoco. Rosso. Rose. Una spiraletta era scappata dalla sua coda e le copriva parzialmente il volto. Bella. Incazzata. Rose.
"O come quando mi avete scritto sul viso 'sono un topo mestruato', il giorno in cui m'ero addormentata" Soffiò via il ricco, spingendolo con una manina, in modo tale che la potesse guardare meglio.
Già, ricordava anche quello, spassoso ma pericoloso. E ricordava benissimo di essersi svegliato il giorno dopo tra le zucche dell'orto di Hagrid con la febbre ed il raffreddore. Bella. Vendicativa. Rose.
"Quindi? Cosa diamine sei venuto a fare?" finì la frase ansante, le mani appoggiate ad entrambe le spalle di Scorpius, forse senza neppure essersene accorta, ad osservarlo come se lo stesse interrogando. Bella. Rose.
"Questo" soffiò, un suono appena udibile, ma che la ragazza percepì sulle labbra, l'istante prima che quelle del ragazzo vi si poggiarono, impedendole di ribattere. Chiuse gli occhi di riflesso, irrigidendo per un istante i muscoli delle braccia, per poi diventare una gelatina umana e spegnere il cervello, probabilmente per la prima volta in vita sua. Le labbra di Scorpius erano qualcosa di indescrivibile, un nettare quasi. Morbide. Rose fece pressione sulle braccia, stavolta non per allontanarlo, ma fino a finirgli in grembo e stringerle attorno al suo collo latteo. Dolci. Era solo un contatto, nulla di più, ma poteva sentirne il profumo, percepirne il sapore, una razione di entrambi, un assaggio, quasi fosse un antipasto che promette un primo sensazionale, un assaggio di paradiso ecco, come la brezza lo è del cielo, come una goccia lo è di un temporale.
Il ragazzo strinse la presa sulla vita di Rose. Piccola. Sembrava stesse abbracciando una bambina, tanto virginea quanto passionale, tanto angelica quanto diaboli, una contraddizione anche in quel momento, come sempre. Ed era bello sentire quelle manine tra i propri capelli, vuoi accarezzandoli, vuoi spettinandoli, bello quasi quanto lo era sentirla così dolce tra le sue braccia. Aspetta.. cosa??
Spalancò gli occhi di scatto, zompando giù dalla sedia tanto in fretta da farle quasi perdere l'equilibrio, poi, con un'occhiata furtiva ai suoi libri sul tavolo, corse via dalla stanza, lasciandoli lì. I libri e Rose. I primi indifferenti. La seconda amareggiata e delusa. Eccolo lo scherzo di oggi.

Qualche Lentiggine Di TroppoWhere stories live. Discover now