22 - Ci sono sempre due scelte nella vita

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Eppure la rabbia vera, quella distruttiva, era esplosa in tutta la sua follia il giorno prima per colpa di un dannato cappuccino. Aveva notato che uno dei camerieri che servivano la colazione nell'albergo dove soggiornavano da un paio di giorni, si mostrava troppo amichevole con la ragazza.

Il sorriso con il quale accoglieva il suo arrivo lo irritava, il tono di voce che utilizzava con lei lo irritava, l'occhiolino che le faceva quando le consegnava la sua ordinazione lo irritava. In una parola si sentiva una bomba a orologeria pronta a esplodere al primo tocco e il tocco era arrivato sotto forma di una deliziosa tazza di cappuccino con tanto di cacao polverizzato a forma di cuoricino.

Non c'aveva visto più. Il cervello era andato in tilt e aveva semplicemente agito in preda a una rabbia e una frustrazione che avevano superato ampiamente il livello di tolleranza. Con un pugno sul tavolo aveva rovesciato la tazza e subito dopo s'era avventato sul cameriere allibito, rompendogli il naso con un cazzotto. Erano intervenuti altri camerieri per allontanarlo dal malcapitato, Lydie aveva dovuto scusarsi ripetutamente con il personale e il direttore dell'albergo, supplicandoli di non denunciare il suo compagno. Tutta quella confusione, lo sguardo carico di disappunto della ragazza, non avevano fatto altro che farlo sentire a disagio, accrescendo la sua rabbia. Si era sentito confuso, combattuto tra emozioni note e sentimenti a lui quasi sconosciuti: il senso di colpa, la consapevolezza di non essere la persona giusta per Lydie e al tempo stesso il desiderio egoistico di tenerla per sé e la necessità di eliminare qualsiasi potenziale minaccia.

L'aveva seguita in camera con i pugni serrati e il corpo teso come una molla. Non gli era piaciuto che Lydie fosse stata costretta a scusarsi per colpa sua e ancor meno gli era piaciuto che si fosse allontanata senza degnarlo di uno sguardo. Perciò aveva sentito il bisogno di litigare con lei per avere la certezza che qualcosa, non foss'altro l'odio o il disprezzo, ancora li unisse.

Poteva sopportare tutto, tranne l'idea che Lydie non provasse più nulla per lui.

«Cosa fai?» le aveva urlato, vedendola andare verso l'armadio e prendere la valigia.

Non ottenendo risposta aveva tirato un calcio a uno dei piedi del letto provando un dolore lancinante all'alluce. Vedendola chiudersi in bagno, in preda a un'irritazione crescente, aveva afferrato una sedia e l'aveva lanciata contro l'armadio, mandando in frantumi lo specchio che vi era attaccato.

Lydie non disse nulla, finse di ignorarlo, portando la sua rabbia a livelli intollerabili. Si era sentito un pazzo e aveva sfogato quell'energia repressa, devastando tutto quello che gli era capitato a tiro. Si fermò solo quando sentì la voce di lei che lo chiamava con calma, come se non avesse udito il baccano causato dal mobilio mandato in frantumi o il telefono squillare con insistenza o il direttore d'albergo, che aveva fatto irruzione in camera dicendo che avrebbe immediatamente chiamato le forze dell'ordine.

Lydie lo chiamò come se niente fosse accaduto e lui, diffidente, aveva aperto la porta del bagno trovandola seduta sul water, con i piedi poggiati sul bordo della vasca.

«Mi passeresti l'acetone? L'ho lasciato lì sul lavandino» aveva detto, guardandosi le unghie delle mani laccate di fresco.

Sentendosi un perfetto idiota le aveva dato ciò che chiedeva, rimanendo impalato dinnanzi a lei, non sapendo bene che fare e certo che di lì a poco sarebbero arrivati a prelevarlo.

«Mi aiuteresti a togliere quella sbavatura di smalto? Se lo faccio io mi rovino la manicure».

Aveva sbattuto le palpebre confuso, poi si era seduto sulla vasca prendendo in grembo i suoi piedi.

«Dici qui?» aveva chiesto, concentrandosi sul punto in cui lo smalto rosso aveva macchiato la pelle di una delle dita del piede.

Lei aveva annuito e lui aveva eliminato con cura qualsiasi traccia di smalto. Poi, senza che glielo chiedesse, le aveva tolto la boccettina di mano e aveva passato il pennello sulle unghie dei piedi che ancora non erano state dipinte.

Bruciare ||Harry Styles ||Where stories live. Discover now