Capitolo 33

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{ Buondì! Una raffica di grazie per il vostro energico sostegno :D siete tutte così care! Smack. Non ho altro da aggiungere se non buona lettura e che siamo vicine ad un punto di svolta... A presto e buona vita ;) }


Troppo velocemente era giunto pure il 21 settembre, un giorno di vitale importanza per Il Volo dato che concludeva il tour italiano entro la prestigiosa Arena di Verona. Era la prima volta in cui riuscivano a performarvi da protagonisti, reclutando a loro volta rinomati ospiti, e tutto doveva essere perfettamente perfetto per dare l'impennata finale all'ascesa sempre più vertiginosa del loro successo in patria. I ragazzi avevano avuto quasi due settimane per riposarsi e presentarsi al meglio, e Piero aveva giustamente deciso di rilassarsi nella sua terra natia. Ma questa volta si era comportato bene con Gioia, senza escluderla dai suoi programmi e anzi raccontandole per filo e per segno i preparativi che si celavano dietro quell'evento tanto atteso. Fu così che lei scoprì di doversi dolorosamente ricredere: Piero non avrebbe potuto prendersi un attimo di tregua dal lavoro, perché subito dopo debuttava il loro nuovo album e sarebbero stati costretti a viaggiare per l'Europa promuovendolo.

Gioia era sconvolta, uno spettatore incredulo e inerme. Come potevano disporre così pesantemente della vita di quei tre ragazzi? Era almeno da un anno che venivano spremuti come limoni tra Sanremo e tour italiano, adesso meritavano un respiro di sollievo a suo parere. Invece no, era già pronta una nuova tournée di risonanza addirittura mondiale. E ancora non poteva immaginare quanto lunga si sarebbe rivelata...

Piero viveva alla giornata, focalizzandosi per il momento sull'evento veronese. Al resto ci avrebbe pensato dopo, aiutato dal suo entourage ma soprattutto dal maestro di lirica con cui avrebbe affrontato un intenso studio via Skype per raffinare le capacità di custodire intatta la propria voce.

Gioia arrivò a Verona spompata, aveva staccato dal lavoro come sempre alle quattro del pomeriggio ma era in ansia per il suo ragazzo dalle prime luci dell'alba. Non vedeva l'ora di stargli vicino e temeva allo stesso tempo di ritrovarselo davanti stressato e sull'orlo dell'esaurimento. E così fu, proprio quando riuscì ad arrancare dall'albergo al teatro con la pochette e l'immancabile borsa contenente vestito e accessori per la serata si erano fatte quasi le sette, e lui anziché rintanarsi a cenare con i compagni d'avventura girovagava nervosamente tra gli archi del capolavoro romano. Era troppo occupato a guardare i suoi stessi passi nervosi, per accorgersi del suo arrivo. E dire che, dovendo passare dall'entrata degli artisti assiepata di ilvolovers che si sgolavano in cori ed incitazioni, aveva attirato l'attenzione non poco creando un minuto di silenzio e imbarazzo attorno a sé. Quelle piccole oche bramose che tanto novellavano di voler rispettare e proteggere la vita privata de "i ragazzi" dagli assalti sfrontati dei paparazzi, avevano invece fotografato loro stesse la coppia allo scoperto, per poi condividere gli scatti su qualsiasi genere di fan club, fosse "GianlucaSalvaciColTuoSfavillanteSorriso" o "LoStercoDelCavalloDiIgnazio". E grazie ai giornali, che subito ne avevano fatto tesoro, pure sua nonna aveva scoperto di Piero quell'unica volta in cui si era inoltrata nel gossip trovandosi dalla parrucchiera con il settimanale azzeccato. Il problema non era che la gente sapesse, anzi, poteva solo esserne fiera, ma Piero odiava essere sulla bocca di tutti come ragazzo inaspettatamente intrigante e non come artista impegnato. Probabilmente viveva questo chiacchiericcio come una minaccia che alimentava soltanto false voci. Odiava che le persone parlassero per sentito dire o per presupposizione, soprattutto di lui. Instagram era diventata una trappola per topi: ovunque commenti non richiesti di qualcuna così felice per Piero, ma così felice... che nella pagina successiva motivava con elenco dettagliato perché Gioia fosse così brutta o indegna per lui, quanto si vedesse che se la tirava e lo frequentava per i soldi. "Ceh, cosa ci vedrà in quella. Bah", si chiedevano. E la risposta poteva essere soltanto questa: una santa.

« Piè! » esclamò raggiungendolo a grandi passi. Odiava chiamarlo così, ma non aveva abbastanza fiato per quella sillaba in più. Era in ansia: per lui, per se stessa, per quegli occhi che la volevano trucidare e da cui, finalmente, poteva nascondersi. Come se avesse commesso un torto ad ognuna di loro.

Quel Leggero Brusio (#PieroBarone)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora