Magisterium

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PROMPT: 2

PERSONAGGI: Mika, Andreas e Subbuglio

MIKA ONE SHOT CROSSOVER : Mika + Magisterium

Genere: fantasy

Mika era uscito fuori dal Magisterium per pensare un po', aveva appena scoperto che Andreas,uno dei suoi due amici era il Makar,un essere potente in grado di evocare la magia del vuoto, lui si era perciò offerto come suo contrappeso, ciò che doveva salvarlo dalla sua stessa magia, sapeva che l'ultimo contrappeso di un Makar era morto, ma sapeva anche di essere molto legato ad Andreas, ora il suo migliore amico era una Makar, l' unico abbastanza potente da poter fermare il Nemico.
Mika scorse con la coda dell'occhio un'ombra avanzare tra un albero e un altro.
Mika avanzò in silenzio,i suoi passi che cigolavano sulla neve.
Che cos'era quell'ombra? Non sembrava abbastanza grande da costituire una minaccia. Forse era un piccolo primitivo come Groviglio,una piccola creatura che aveva trovato nell'ufficio del suo insegnante di magia, magister Rufus, e che aveva liberato tempo addietro.
Forse era proprio Groviglio, ma qualunque cosa fosse, Mika non riusciva a smettere di pensarci. I boschi erano avvolti nel silenzio, la luce dorata del sole che sorgeva faceva risplendere la neve.
《Chi è la?》disse il ragazzo piano.
Un muso peloso sbucò da dietro un albero. Qualcosa di lanuginoso, con le orecchie a punta, balzò fuori e scrutò il riccio con gli occhi delle creature del caos, le creature rese senz' anima dal Nemico e che costituivano il suo esercito. Un cucciolo di lupo. La creatura uggiolò appena e sparì. Mika aveva il cuore che gli martellava nel petto. Fece un mezzo passo avanti e trasalì quando con il piede spezzò un rametto. Il cucciolo di lupo non era andato lontano. Mika avanzò e lo vide rannicchiato contro un albero, il pelo marrone chiaro smosso dal vento del mattino, l'umido naso nero alzato ad annusare l'aria. Non sembrava minaccioso. Aveva l'aspetto di un cane. Un cagnolino, veramente. << Va tutto bene>> disse Mika, cercando di tranquillizzarlo. <<Vieni qui. Nessuno ti farà del male.> La piccola coda pelosa cominciò ad agitarsi. Il cucciolo avanzò incerto e malfermo verso Mika sopra le foglie morte e la neve. <<Hey lupetto>> gli disse a voce bassa. Aveva sempre desiderato un cane, disperatamente, ma suo padre non gli aveva mai permesso di tenere degli animali. Incapace di trattenersi, tese la mano e accarezzò il lupo sulla testa, poi le dita affondarono nel soffice pelo del collo.

<<Mika!>> gridò qualcuno- sembrava Andreas- più avanti <<Che cosa fai? Dove sei finito?>>

Le braccia di Mika si mossero automaticamente, come se lui fosse una marionetta appesa ai fili: si protesero ad afferrare il cucciolo e a infilarlo sotto il giubbotto di felpa. Il piccolo sbuffò e rimase aggrappato affondando i piccoli artigli nella maglietta mentre lui alzava la cerniera. Si guardò: non dava l'idea di avere qualcosa di strano, si disse. Era come se avesse un po' di pancetta, o la pancia piena di licheni.

<<Mika!>> lo chiamò di nuovo Andreas. Lui esitò. Era assolutamente, profondamente certo che portare una creatura del caos nel Magisterium fosse un reato punibile con l'espulsione. O magari con il blocco della magia. Era una cosa folle. Poi il cucciolo alzò il muso e gli leccò il mento. Ricordò i lupi che sparivano nel buio evocato da Andreas. Uno di loro era la madre di quel cucciolo? E il lupetto era orfano... Proprio come lui?

Il lupetto iniziò a mordicchiare la felpa del ragazzo, che spostò lo sguardo cercando il cancello delle missioni. Se si fosse nascosto nella sua stanza nessuno avrebbe visto il lupo. O almeno sarebbe stato un milione di volte più facile nasconderlo a tutti coloro che non erano i suoi compagni di stanza. Subito gli avrebbe dato acqua e cibo, e poi... poi ci avrebbe pensato. Passò sotto la scritta CONOSCENZA E AZIONE SONO LA STESSA COSA ed entrò nelle caverne del Magisterium. Un fiotto di aria calda colpì in faccia Mika, ponendogli un altro problema. Fuori si moriva dal freddo, ma lì dentro, mentre marciava verso la sua stanza, con la felpa chiusa fino al mento si stava surriscaldando in fretta. Era quasi arrivato ai dormitori del' Anno di Ferro, è lungo i corridoi c'erano a distanza regolare dei bracieri pieni di pietre ardenti. Con quel fagotto di pelo nel giubbotto, anche la temperatura di Mika era ormai rovente. E in più il lupetto gli alitava il suo fiato caldo sul collo. Probabilmente si era addormentato. Era arrivato al dormitorio, con enorme sollievo Mika aprì la porta battendovi contro il bracciale ed entrò, chiuse la porta di colpo e barcollò verso la sua camera. S'infilò dentro la sua stanza e chiuse la porta con un calcio. Crollò a terra sulla schiena proprio mentre il lupetto faceva sbucare la testa dal collo del giubbotto per guardarsi intorno. Una volta liberato, esplorò a balzi l'ambiente, tutto eccitato, le unghie che ticchettavano sulla pietra. Iniziò ad annusare forte sotto il letto, attorno all'armadio, e si soffermò sul pigiama che il ragazzo aveva gettato a terra quando si era cambiato al volo nel cuore della notte. <<Ti serve un bagno>> disse Mika. Il lupetto smise di rotolarsi, zampe all'aria, e scondinzolò, con la lingua che ciondolava da un angolo della bocca. Guardando quegli strani occhi Mika decise che lo avrebbe chiamato Subbuglio, era il nome adatto ad una creatura del caos. Mika si buttò sfinito sul letto, si sfilò gli scarponi e premette il viso contro il cuscino. Il lupo gli saltò accanto: sapeva di aghi di pino e terra appena rivoltata. Per un attimo Mika si chiese se l'avrebbe morso. Invece il cucciolo fece due giri su se stesso prima di abbandonare il piccolo corpo contro la sua pancia. Con il peso del lupo del caos accanto, Mika si addormentò all'istante.



The Man Who Fought Too MuchDove le storie prendono vita. Scoprilo ora