Secondo giorno di battaglia

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Il secondo giorno Serse inviò nuovamente la fanteria ad attaccare il passo, "supponendo che i suoi nemici, essendo così pochi, fossero ora indeboliti da ferite e non potessero più resistere". Tuttavia ai Persiani non andò meglio del giorno precedente e Serse infine fermò l'assalto e si ritirò nel suo campo, "totalmente perplesso". Mentre il re persiano stava meditando sul da farsi, si verificò la svolta della battaglia: un uomo di Eraclea Trachinia di nome Efialte, spinto dal desiderio di una grossa ricompensa, informò Serse dell'esistenza di un sentiero di montagna che aggirava le Termopili e si offrì di guidarvi l'esercito persiano. Questo episodio fece del personaggio di Efialte l'archetipo del traditore nella cultura greca e il suo stesso nome prese nella lingua greca una connotazione così negativa che col tempo gli fece assumere il significato di "incubo". Erodoto riporta che quella sera Serse mandò il comandante Idarne ad accerchiare i Greci con gli uomini sotto il suo comando. Lo storico non fornisce però ulteriori dettagli riguardo l'identità degli uomini incaricati della missione: Idarne aveva il comando degli Immortali, ma questi (almeno secondo Erodoto) erano stati sterminati il primo giorno di battaglia, quindi è possibile che Idarne fosse al comando di un'unità maggiore comprendente anche altre forze che, nel caso specifico, includevano i resti del corpo degli Immortali; in effetti, secondo Diodoro, Idarne aveva una divisione di 20 000 uomini. Il percorso, che si inerpicava lungo le pendici orientali del monte Eta, sul versante chiamato Anopea, partiva dal lato orientale del campo persiano e arrivava dietro le scogliere che fiancheggiavano il passo; a un certo punto si biforcava in due sentieri: uno conduceva alla Focide e l'altro verso il Golfo Maliaco ad Alpeno, prima città della Locride

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