Il primo giorno di battaglia

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Il quinto giorno dopo l'arrivo alle Termopili Serse decise finalmente di attaccare i Greci. Per prima cosa ordinò a cinquemila arcieri di scagliare una raffica di frecce, ma i dardi non fecero molti danni fra gli ellenici che erano protetti dagli scudi di bronzo e dagli elmi: gli studiosi moderni hanno inoltre calcolato che le frecce furono lanciate da almeno 100 metri di distanza. Dopodiché Serse mandò contro i Greci diecimila fra Medi e Cissiani, "con l'ordine di farli prigionieri e di condurli al suo cospetto". I Greci combattevano davanti al muro focese, nella parte più stretta del passo, nel tentativo tattico di utilizzare il minor numero di soldati possibile alla volta. I dettagli del combattimento sono scarsi; Diodoro dice che "gli uomini stavano spalla a spalla" e che i Greci erano "superiori in valore e nella misura dei loro scudi". Questa è probabilmente la descrizione della comune falange greca, in cui gli uomini formavano un muro di scudi dal quale si protendevano le lunghe lance dory; uno schieramento efficace fintanto che era in grado di ostruire l'intero passaggio. I Persiani, dotati com'erano di armi meno lunghe, non furono quindi in grado di accorciare le distanze per entrare nel combattimento corpo a corpo con gli opliti. Erodoto riporta che le unità erano organizzate secondo la città di provenienza; le divisioni entravano e uscivano dallo schieramento a turno per evitare di affaticarsi, il che significa che i Greci avevano più uomini del necessario per bloccare il passo. Si racconta che durante il combattimento i Greci uccisero così tanti Medi che Serse balzò in piedi per tre volte dal trono dal quale stava guardando la battaglia. Secondo Ctesia di Cnido la prima ondata di Persiani fu "tagliata a fette" con solo due o tre morti tra gli Spartiati.

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