L'avanzata di Serse

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L'esercito persiano procedette lentamente attraverso la Tracia e la Macedonia e la notizia del suo arrivo imminente fu riferita agli alleati greci in agosto da una spia. In questo periodo dell'anno gli Spartani, la massima potenza militare dell'alleanza, stavano celebrando le feste Carnee durante le quali la legge spartana vietava l'attività militare: tale usanza aveva già causato il tardivo intervento spartano alla battaglia di Maratona. Era anche il periodo dei Giochi olimpici che imponeva la tregua olimpica, quindi marciare in guerra sarebbe stato doppiamente sacrilego per l'esercito spartano. In questa occasione, però, gli Efori decisero che il pericolo era sufficientemente grande da giustificare una spedizione immediata per bloccare il passo, comandata da uno dei re di Sparta, Leonida I. Egli prese con sé i 300 uomini della guardia del corpo reale, i cosiddetti "cavalieri", un corpo esistito anche in altre epoche. La spedizione si proponeva di raggruppare il maggior numero possibile di altri soldati greci lungo la strada e di attendere l'arrivo del grosso dell'esercito spartano alle Termopili. La leggenda, come racconta Erodoto, narra che gli Spartani consultarono l'oracolo di Delfi nella prima parte dell'anno che dette loro la seguente profezia. Il numero di soldati che Serse radunò per la seconda invasione della Grecia è stato oggetto di infinite controversie perché i numeri riportati dalle fonti antiche sono molto elevati. Erodoto sosteneva che i Persiani riuscirono a schierare 2,6 milioni di soldati delle più disparate etnie, accompagnati da un numero equivalente di personale di supporto. Il quasi contemporaneo poeta Simonide parla di quattro milioni; Ctesia di Cnido afferma che il numero totale dei soldati persiani fosse pari circa a 800 000.
Gli studiosi moderni tendono a ridimensionare le cifre fornite da Erodoto e dalle altre fonti antiche, reputandole l'irrealistico risultato di errori di calcolo o esagerazioni da parte dei vincitori, mentre sono invece concordi nell'ipotizzare che i Persiani fossero in numero compreso fra 70 000 e 300 000, anche se altre fonti parlano di circa 150 000 effettivi. Queste stime di solito provengono dallo studio delle capacità logistiche degli aggressori asiatici in quel periodo, dalla sostenibilità delle basi d'operazione e dai problemi generali sul personale di supporto. Indipendentemente dal numero reale di soldati, è chiaro come Serse fosse ansioso di compiere una spedizione di successo, tanto da ottenere una superiorità numerica schiacciante per terra e per mare. Il numero delle truppe persiane presenti alle Termopili è quindi incerto, come il numero degli uomini impiegati complessivamente per la guerra: per esempio, non è chiaro se l'intero esercito persiano marciò fino alle Termopili o se Serse lasciò guarnigioni in Macedonia e in Tessaglia.

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