10 - Ah! L'amor, l'amore ond'ardo

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«Secondo te perché sono qui?» chiese, sporgendosi verso di lei. Dio! Moriva dalla voglia di baciarla.

«Non lo so» bisbigliò confusa, arrossendo un po' e abbassando lo sguardo.

Il sorriso di Ethan si allargò. Provava ancora qualcosa! Sentì il cuore esplodere di una gioia pura e assoluta. «Sono venuto per scoparti» riprese divertito, certo di irritarla. Voleva che lo guardasse di nuovo negli occhi, voleva vederla furiosa. Desiderava che il cuore di lei battesse all'impazzata come il suo, non importava se per via dell'amore che provava o nel caso di Lydie con più probabilità per l'odio. Non importava. Contava solo il vederla di nuovo viva e fremente per colpa sua.

Il voltò della ragazza s'oscurò.

«Possibile che tu debba essere sempre così disgustosamente volgare?» chiese arrabbiata, dandogli una spinta sul petto, per porre una maggiore distanza tra loro.

Ethan s'allungò nuovamente verso di lei, camminando gattoni. Non riusciva a smettere di sorridere.

«Se preferisci posso dire 'fotterti'» continuò divertito, costringendola ad abbassarsi e a poggiarsi sui gomiti. Lydie lo guardò sempre più indispettita. Non avrebbe mai immaginato di vederlo lì, in casa sua, a Marsiglia, ma soprattutto non avrebbe mai immaginato che le sue prime parole, dopo un mese di lontananza, fossero quelle.

«È tutto qui, quello che riesci a dirmi?» chiese avvilita, gli era mancato da morire e al tempo stesso detestava quel suo modo di fare.

«Sono così importanti le parole per te?» chiese a bassa voce, avvicinandosi al suo orecchio e lasciandole una scia di piccoli baci che le provocarono un brivido. Le strofinò il naso sul collo per inebriarsi di nuovo del suo profumo. Quanto gli era mancata. Mai più! Non l'avrebbe lasciata mai più. La strinse a sé, nascondendo il volto tra i suoi capelli.

«Fare l'amore, fare sesso, o come

altro si chiami questo nostro fare,»

bisbigliò, incapace di nascondere l'emozione che gli incrinava la voce.

«giacché non si è tenuti a dare nome,

essendo pesci, nell'immenso mare,

non è solo qualcosa di privato,

un fatto fra due singole persone»

Disse, allontanandosi un po' per guardarla intensamente negli occhi, per poi nascondere di nuovo il volto tra i suoi capelli

«ma un canto che ci viene dal passato,

e una promessa di continuazione.*»

(R.Piumini, "Sonetti Erotici")

Lydie lo scostò da sé, guardandolo confusa. Perché parlava in quel modo? Cos'era quella messa in scena? Era un altro dei suoi modi perversi di torturarla? Perché era lì a Marsiglia? Perché era venuto a cercarla ora che era libero?

«Ethan», sussurrò perplessa, guardandolo un attimo negli occhi e poi abbassando lo sguardo, mentre lui le lasciava un delicato bacio sulle labbra.

«Non capisco. Io non ti capisco. Sono confusa, sto attraversando un momento difficile e il tuo comportamento non mi aiuta. Perché sei qui?»

Ethan le pose due dita sotto il mento per costringerla a sollevarle lo sguardo, ciò che vide gli spezzò il cuore. Lydie sembrava spaventata.

«Ti prego non ti infuriare» disse angosciata, infliggendogli un'altra pugnalata al petto.

«So che probabilmente mi troverai ridicola» continuò cercando di abbassare di nuovo il volto e ritrovandosi le dita di Ethan pronte a tirarlo su.

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