Capitolo 41.

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Non crederei mai e poi mai di ritrovarmi qui, avrei preferito restare ancora un po' a casa, con Niall e invece, ora, mi guardo in giro e trovo solo bianco, ovunque.
Le pareti sono così tristi e restare qua per tanto tempo, che sicuramente sarà troppo, mi faceva venire mal di stomaco.
Vedevo la mia vita sgretolarsi dinanzi a me, come cenere e non facevo altro che pensare come sarebbe stata la vita di tutti gli altri senza me e, senza capire veramente qual'era il mio scopo, inizio a scrivere su un foglio tutto ciò che pensavo avesser fatto o sentito quando ormai non ci sarei più stata.
"Niall diventerà ancora più famoso, pieno di gioie e speranze nella sua vita.
Melodie sopravviverà, diventerà una fantastica fotografa e si, è il suo sogno.
Bet, e si metto anche lei nell'elenco, spero che, prima di morire, se morirò, risolveremo tutto, credo che lei diventerà una bravissima veterinaria o almeno è quello che da piccola voleva fare.
Harry sarà felice con Bet e il pensiero che, forse, non riuscirò a vedere più lui un po' mi fa male.
Luke se la caverà, come ha sempre fatto, aiuterà Niall e Niall aiuterà lui.
Zayn, beh che dire di Zayn? Lui diventerà ciò che è sempre voluto diventare, un cantante, probabilmente solista.
Louis, spero vivamente, con tutto il cuore, che starai vicino a quel bambino che ti è stato donato.
Liam, per favore non mandarmi mai più peluche se rimango in vita, non ho più posto in camera."
Ero cambiata e l'avevo capito quando non speravo più di continuare a vivere, anche se alle persone che mi circondano dicevo sempre il contrario.
Non che non volessi vivere, anzi, continuare a respirare senza il costante pensiero che tra poco morirò mi starebbe bene, ma, ormai, dicono che il cancro si sta diffondendo e nessuno mi ha detto che parte del corpo è soggetta a quella belva.
"Dobbiamo dirti una cosa."
Mia madre, mio padre e i miei due fratelli entrano cercando di trattenere le lacrime, cosa molto difficile per mia madre, la quale sta per formare una fontana con quelle stupide gocce.
"Hai il cancro..."
"Mamma dimmi qualcosa che non so già e non fermiamoci al fatto che ho una bestia che mi fa compagnia durante il giorno e la notte."

Narratore.

Non ci potevano esser così tanti motivi, successe e basta.
La mente di Melanie era concentrata su una frase, una frase composta da sei lettere: " Hai il cancro alla gamba sinistra."
Mentre il mondo intorno a lei cercava di rassicurarla che avrebbe perso una sola gamba ( che poi- pensò lei- sono io che perdo la gamba perché continuano a convincermi di star tranquilla, sarò io sottoposta a tutto ciò) il mondo dentro lei stava scoppiando.
Non smetteva di ripetersi le sei parole, come un disco rotto.
Si alzò, mentre il mondo fuori si muoveva, per lei si era fermato e non esisteva più nessuno, solo lei e il suo cancro.
Corse, corse per l'ospedale, scovando infermieri, medici, pazienti, carrelli e chi più ne ha più ne metta.
Non sapeva nemmeno per quale oscuro motivo stesse correndo, lo faceva e basta, non le importava se poi veniva richiamata o se, alla fine, sarebbe caduta per terra per sfinimento o per il poco fiato.
Lei correva e basta,
correva per non pensare,
correva per odiare,
correva per amare,
correva per giocare,
correva per ricordare per una delle ultime volte, come era aver due gambe vere e correre,
correva perché amava quella sensazione di libertà,
correva per rimanere così,
correva per non dimenticare cosa volesse dire volare,
correva come una bambina,
correva per sognare,
correva per non morire,
correva per vivere ancora un po'.

Eh si, lei correva, probabilmente qualcuno la chiamava, ma lei non si girava, neanche morta l'avrebbe fatto.
Si sentì prendere la mano e intrecciare le dita con quelle di Niall, si sorrisero e non persero molto per correre fuori da quello ospedale, sarebbero tornati, ovvio, ma erano troppo codardi quella volta, non volevano esser adulti, volevano vivere nel' infanzia ancora un po', magari pochi secondi che sarebbero stati fatali.
Mentre un piccolo di raggio di sole cercava di farsi spazio tra le nuvole, lei si sedette copiata da lui, si fissarono.
" Sai ho sempre pensato che avrei fatto sempre passi giganti, che avrei comprato una moto o una macchina, sempre che qualcuno me lo permetta.- si leccò le labbra e fissò il cielo per un secondo, Niall stava in silenzio come per dirle che era questo il momento per piangere- sai ho pensato che avrei avuto sempre due gambe vere."
Si appoggiò alla spalle del fratello, circondandogli il braccio con le sue braccia.
" Sai Mel, non importa quanti arti veri hai, l'importante che sei vera sfogando i tuoi sentimenti, buttandolì al vento mentre qualcuno ti sopporta, ma si sempre vera e te stessa."
La baciò sulla nuca e, insieme, osservarono il cielo.
Melanie pensò che fosse lei quel piccolo raggio che cercava spazio tra le nuvole, anche lei cercava di conquistare un piccolo spazio e ora che l'aveva non si sarebbe mai più lamentata.

Nuvoledistelle
Trovo sempre della gran gente che continua a commentare anche i capitoli vecchi, non sapete quanto vi amo.
Allora ho scritto poco? Non è abbastanza?
Non volevo farvi morire ora, sono morta io scrivendo.
Troppe emozioni ci sono in sto capitolo, davvero troppe.
Cliccate quella benedetta stellina e commentate!
Molti di voi pensano che Melanie morirà, beh rileggete alcuni capitoli "vecchi" e capirete cosa succede a questa piccola ragazza.
(Muoio ogni volta che guardo la foto di Niall che ho "postato" in questo capitolo)
Mile ❤️
P.S. Come sempre vi supplico ad andare a leggere le altre mie storie, mi fareste felice!

Niall's sister 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora