3 - Saprai che non t'amo e che t'amo

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Il mattino seguente si assicurò che il ragazzo dagli occhi nocciola fosse uscito. Si fece una doccia, indossò una camicia bianca e un paio di jeans. Attese impaziente che arrivassero le guardie. Alle dieci, decise che poteva uscire, il controllo lo avrebbero fatto sicuramente in serata.

Bussò alla porta del vicino. Sentì un leggero fruscio dietro l'uscio, poi si aprì uno spiraglio. Spuntò una folta frangetta castana e due occhioni scuri, velati appena da lunghe ciglia.

Sorrise suo malgrado. Da vicino era anche più bella. Piegò un po' il capo di lato divertito.

«Abito di fronte. Avrei bisogno d'aiuto» le disse scrutando con attenzione ogni minimo particolare del suo volto. Lei sembrò rilassarsi, aprì meglio la porta e gli sorrise sincera.

«Mi dica» fece con un accento strano. Non era inglese, quello era sicuro.

«Sto preparando il thè, ma ho finito il latte. Sarebbe così gentile da prestarmene un po'?»

Rise divertita.

«Già! Il latte con il thè, tremendamente inglese. Prego si accomodi», disse sorridendo e lasciandolo entrare.

Ethan non se lo fece ripetere due volte, era esattamente quello che aveva sperato.

La seguì nell'ampio salotto, mentre lei lo attraversava dirigendosi verso una piccola porta scorrevole situata in fondo alla sala, dove si intravedeva un cucinotto.

«Lei non mi sembra inglese... dall'accento, intendo dire», aggiunse, mentre ammirava quel corpo morbido e sinuoso che gli dava le spalle.

La ragazza si voltò divertita, sembrava che persino gli occhi ridessero, luccicando in modo seducente.

«Si sente molto, vero? Sono francese, mi chiamo Lydie Moreau».

«Ethan Preston», rispose scrutando meglio il davanti di quel magnifico corpicino che era dinanzi a lui.

«Francese di dove, non ha l'accento parigino», continuò sovrappensiero.

Sorrise ancora.

«Diamoci del tu e... no, non sono del nord, vengo da Marsiglia».

Ethan non poté evitare di ridere di gusto.

«Conosci la città?»

La conosceva? Metà del traffico di eroina di Mike passava da Marsiglia. Sì... aveva qualche conoscenza a Marsiglia.

«No» si affrettò a rispondere, passandosi una mano tra i capelli. Non portava il reggiseno, quello era certo, si intravedevano benissimo i capezzoli attraverso la stoffa sottile di quell'inutile vestitino.

«Parli francese, però», continuò un po' sorpresa.

-Oui je parle trés bien ta langue, parce-que c'est la langue de l'amour, ma petite et l'amour c'est la raison de ma vie.-

«No. La trovo una lingua per froci. Preferisco il suono duro e gutturale dell'inglese», rispose meccanicamente con tono sgarbato, mentre ammirava quel vitino piccolo, che si allargava su dei fianchi pensati per affondarci le dita dentro e stringerli forte, per tirarla a sé.

Quando tornò a guardarla negli occhi si rese conto che era arrabbiata. Lei si voltò di scatto ed entrò in cucina. Prese fuori dal frigorifero una bottiglia di latte e gliela porse.

«Ecco», disse allungandogliela.

Ethan sorrise divertito. Si era offesa per così poco, non lo conosceva.

«Dicono però che le donne francesi a letto siano insuperabili. Nate per essere scopate».

La vide irrigidirsi e diventar paonazza.

«La prego, cortesemente, di voler uscire».

«Non l'avete inventato voi il bacio alla francese?», continuò imperterrito. Una parte di sé gli stava urlando di fermarsi, che era un idiota, che la stava offendendo e imbarazzando senza motivo, ma lui era fatto così, aveva sempre agito in quel modo.

«Mi chiedo come sia un pompino fatto da una francese... bisognerebbe provare», fece ridendo e inumidendosi le labbra con la lingua.

Era furiosa.

«Se non esce immediatamente dal mio appartamento chiamo la polizia. Fuori!», urlò, indicandogli con un dito la porta.

Ethan le riservò ancora un'occhiata maliziosa, poi sghignazzando si girò e uscì da quella casa. Avvertì la porta chiudersi pesantemente alle sue spalle. Adesso che era fuori sentì uno strano fastidio. Si toccò il petto istintivamente, come se il cuore gli facesse male. Perché le aveva detto quelle oscenità? Lydie non era il genere di ragazza a cui dire cose di quel tipo. Scosse il capo infastidito. Da quando si poneva certi problemi?

Si diresse a casa sua, aprì la porta e si ritrovò a fissare la sua immagine nell'appendiabiti a specchio che era attaccato alla parete. Alzò il dito medio e si mandò a far fottere. «Sarai contento adesso, coglione!», si disse arrabbiato, sbattendo la porta e andando in cucina a riporre in frigo il latte che lei gli aveva gentilmente offerto.

Bruciare ||Harry Styles ||Where stories live. Discover now