Capitolo 28

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[Piangiamo insieme per la foto]






So you can drag me through Hell
If it meant I could hold your hand
I will follow you cause I'm under your spell
And you can throw me to the flames
I will follow you, I will follow you

Follow you - Bring me the horizon










<<Non li lasci mai, vero?>>

Annuisco, abbassando lo sguardo, incominciando a fissarmi le scarpe.

Appena io ed Alex siamo usciti dalla mensa, mi ha portato a casa sua, dopo tanto tempo. Non è nemmeno stato imbarazzante tornare a parlare con lui, raccontarci cos'abbiamo passato in queste settimane in cui mi ha ignorato. Sembra stranamente tutto tornato come prima. Per qualche assurdo motivo, ho tralasciato letteralmente tutta la parte di ciò che è successo tra me e Genn. Forse perché siamo stati insieme, anche se per poco, ed ora è tutto così dannatamente strano.

Gli ho raccontato invece di Thomas, il mio fratellino che non ho mai avuto l'onore di conoscere, per colpa di quell'incidente. Gli ho fatto vedere la sua foto, e l'articolo del giornale. Sono per quelle che mi ha appena posto quella domanda.

Dell'incidente non ne avevo parlato nemmeno con Genn. Il suo abbraccio valeva più di qualsiasi altra frase di conforto, e non mi è passato per la testa dirgli com'è morto. O forse non voglio e basta.

Poi, gli ho confessato di aver scoperto che era stato James quella notte a tentare di stuprarmi. Ha fatto una faccia sorpresa, ma poi ha annuito, borbottando qualcosa come <<Avrei potuto immaginarlo>>.

<<Avrei dovuto consolarti io>> sottolinea l'ultima parola, risvegliandomi dai miei pensieri e facendomi capire che parte dal presupposto che qualcuno sia stato vicino a me. In parte ha ragione, ma se si parla di Marta. La sua occhiataccia nervosa mi fa capire che non è così.

Prende il cellulare dalla tasca dei jeans, appena lo sente squillare.

<<È Genn>> legge. <<Dice che non può venire alle prove stasera, perché sta male>>

<<Oh>> mi limito a dire, incominciandomi a chiedere cos'abbia. Perché non me l'ha detto? Incomincio ad aspettarmi il peggio.

<<Allora ci vediamo domani>> saluto Alessio, incominciando a pianificare il da farsi. Lo guardo, incerta se dargli un abbraccio o qualcosa. Poi mi ricordo che sto pensando a come devo salutare il mio miglior amico, e scuoto la testa, eliminando il pensiero.

<<A domani>> sento mentre chiudo la porta.

Tiro fuori il cellulare e compongo il numero, mentre il freddo mi fa raggelare, ed è buio pesto attorno a me. Tiro un lungo sospiro di sollievo, per poi avviare la chiamata.

<<Pronto?>> sento dall'altra parte della cornetta.

Dannata mamma che mi fa avere numeri di telefono 'per sicurezza'. Poi finisco sempre per combinare disastri. <<Rosa, sono Violet. Gennaro è in casa?>>




🐧🐧🐧🐧🐧🐧







È stato un azzardo, un completo azzardo, ma questa volta ha giocato dalla mia parte.

Friday // Urban StrangersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora