Chapter Four.

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Lascio che il getto d'acqua fredda blocchi per un nano secondo tutti i miei pensieri, per me può anche essere inverno inoltrato ma l'acqua deve sempre essere fredda perchè in quel secondo è come se si bloccasse tutto intorno a me e in questo momento mi serve proprio una pausa da tutto.

E' tardo pomeriggio, io sono da sola a casa. I genitori di Hanna sono ancora a lavoro, Hanna è uscita con le ragazze, io invece ho deciso di restare a casa, Chris è uscito e al sol pensiero che è andato di nuovo a rischiare la vita su una moto mi viene la pelle d'oca. Hanna continuerà a frequentare Ian, so che devo allontanarla da lui perchè Chris ha ragione ma non ci sono riuscita, almeno per ora.

Vengo risvegliata dai miei pensieri dallo squillo del mio cellulare, avvolgo il mio corpo nell'accappatoio e vado a rispondere, è un numero che non ho in rubrica.

"Pronto?"- dico titubante.

"Cecilia sono io, sono Chris. So che ti sembra strano che proprio io ti stia chiamando, ma ho bisogno di te. Sono in ospedale, e tu sei la prima persona che mi è venuta in mente."- La sua voce è triste e preoccupata, e la parola "ospedale" mi ha fatto spalancare gli occhi. Cosa diavolo ha combinato?

"Chris perchè sei in ospedale? Cosa è successo? Stai bene?"-gli chiedo mentre cerco un jeans e una t-shirt da indossare in fretta.

"Sì io sto bene,ma....ti spiego quando verrai."-e mi stacca in telefono in faccia. Non solo mi chiede aiuto in una cosa che mi allarma molto, ma mi stacca anche il telefono in faccia senza darmi spiegazione, sarà sempre il solito stronzo.

Esco di casa e corro all'ospedale. Trovo Chris nella sala del pronto soccorso, è seduto su una sedia ed ha lo sguardo perso del vuoto.

"Sei venuta.."-mi dice. Ma è cretino o cosa? Mi ha praticamente detto che c'è qualcuno all'ospedale. Noto che ha un labbro ed un sopracciglio spaccato e del sangue sulla maglia.

"Chris cosa è successo?"-gli chiedo preoccupata.

"Io ed Ian siamo andati ad un incontro con certe persone per organizzare una corsa per stasera, ma l'incontro ha preso una piega diversa. Abbiamo iniziato a litigare verbalmente e poi siamo passati alle mani, io ho avuto la meglio contro uno di loro, ma Ian no. Uno di loro ha preso una mazza e gliela spaccata in testa, l'ho portato qui ed ho detto solo che certe persone ci hanno aggredite. Non sapevo cosa fare, non posso chiamare i ragazzi ne Hanna, e quindi ho chiamato te. Ian ha solo me non ha nessuna famiglia ed io un certo senso ho solo lui e non posso perderlo."- Ha gli occhi lucidi ma so già che non piangerà davanti a me.

"Chris non perderai Ian, vedrai che c'è la farà."-gli metto una mano sulla spalla per rassicurarlo.

Nel frattempo si avvicina una dottoressa e ci chiede se siamo parenti del signor Somerhalder.

"Sì, sono suo parente."-Chris si alza di scatto dalla sedia.

"Il signor Somerhalder è fuori pericolo. Ha avuto solo un paio di punti, ma è tutto apposto, non ha avuto nessun trauma cranico o cose del genere. Ora sta riposando ma quando si sveglierà  siete liberi di potergli parlare."-così dicendo va via. Chris si gira e mi sorridere, io lo abbraccio di scatto. Lo odio perchè è un totale cretino ma in questo momento così brutto  un abbraccio se lo merita.

"Credo che dovremmo chiamare Hanna."-gli dico una volta che lui si stacca da me

"Non avevi il compito di allontanarla da Ian?"-mi chiede lui.

"Sì e ci sto provando. Ma per adesso è dura, loro si vogliono troppo bene."-gli dico mentre mi siedo e lui si siede affianco a me.

"Non ci devi provare, ci devi riuscire. E comunque no non chiameremo Hanna, lei di questa storia non deve sapere nulla."-mi dice mentre scrocca le mani e noto del sangue anche sulle mani.

Fear of loving. ||CHRIS WOOD||Onde histórias criam vida. Descubra agora