Capitolo 35: THE END

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Eileen's pov
A passo spedito, ci dirigemmo nella stanza del capitano. Non mi meravigliai affatto quando la trovai vuota, così ipotizzai una cosa: "Trina, per caso ci sono più stanze in cui si svolgono gli allenamenti?"
La ragazza annuì, cercando di ricordare dove si potessero trovare: "Mi dispiace, ma non so come aiutarti nel trovare le altre. Sono riuscita a portarti in quel campo perché ci sono stata un paio di volte. Ma possiamo provare a controllare in sala conferenze se riusciamo a trovare Skye."
"Sei un genio." sorrisi, avviandomi di corsa -cercando di far sì che anche Trina rimanesse al passo- verso la stanza in questione.
Nel frattempo mi guardai in giro, ma non c'era traccia di nessuno dei ragazzi.
Come le porte si aprirono, mi trovai gli occhi di tutta la squadra puntati contro.
"Gentile da parte vostra lasciare fuori dai meeting di squadra me e Trina. Ad ogni modo meglio così, c'è qualcosa di cui dobbiamo parlare." dissi tutto d'un fiato.
"Prima di tutto, rilassati." ridacchiò Riccardo.
"Arion aveva detto che probabilmente stavi riposando, quindi abbiamo pensato che non era il caso di venire a disturbarti." spiegò quello che doveva essere Buddy. Non sembrava affatto un ragazzo della nostra età, gli avrei dato qualche anno in più.
"Nel caso di Trina, invece," decise di continuare il discorso Falco "avevamo mandato il suo principe azzurro a cercarla, ma a quanto pare non è stato abbastanza bravo."
Sembrava divertirsi nello stuzzicare il ragazzo che, a quanto pare, aveva già detto chiaramente ciò che provava per la ragazza.
"O, semplicemente, visto che non dovevate disturbarmi, non è venuto a controllare nella mia stanza." sorrisi a Falco, per fargli capire che le sue prese in giro erano a dir poco infantili.
Non odiavo quel ragazzo, ma certi suoi comportamenti mi infastidivano.
Raccontai loro dell'incontro con il capitano del nostro futuro avversario e della teoria che avevo: "O lui è un umano e quindi non dobbiamo preoccuparci di niente in particolare; oppure i miei calcoli erano sbagliati ed io e Yahiko non siamo gli unici a possedere dei totem leggendari. E questo sarebbe un bel problema."
L'aria nella stanza si era fatta alquanto tesa, ma soprattutto pullulava di faccie ora ansiose o terrorizzate, tutti immersi nei loro pensieri.
D'altro canto, anche io mi stavo ponendo la mia parte di domande a cui non sapevo che risposta dare.
Era umano o si riferiva al totem?
Che animale sarebbe stato il suo?
Yahiko era salvo?
Quanto forte sarei dovuta diventare ancora?
Poi l'immagine dei suoi occhi ricomparve nella mia mente e la conseguente fitta alla testa mi fece portare la mano tra i capelli. Ne seguì un'altra, al che uscii dalla stanza senza dire niente, correndo verso una delle stanze d'allenamento.
Era la stessa che avevo usato fino a poco tempo prima e alcuni palloni erano già sparsi per il campo.
Troppe domande, debole umana. La tua forma fisica sta lentamente peggiorando, quindi che ne dici di provare una nuova tecnica?
"Hai già qualche idea?"
Il mio tono era sfacciato, ma dentro di me l'unica cosa che speravo era di riuscire a gestire la tecnica prima del nostro arrivo o, perlomeno, prima della fantomatica partita.
Ovviamente si, ma non c'è modo di potertela spiegare in questa forma.
Il dolore lancinante alla testa sparì, la sua voce scomparve da un momento all'altro.
Solo quando mi voltai alla mia sinistra e notai una copia di me stessa con gli occhi rossi capii. Non ero a conoscenza di queste sue abilità e ne rimasi alquanto stupita.
"Ascoltami bene, ragazzina."
Nonostante ciò però, il suo atteggiamento non era cambiato.
"Ti farò vedere come si fa solo una volta, dopodiché avrò fatto la mia parte."
Sì avvicinò ad un pallone, ci fece qualche palleggio avvicinandosi verso la metà campo.
Posizionò la sfera sul dischetto, per poi iniziare a correre molto velocemente verso l'obbiettivo. La stanza materializzò automaticamente degli avversari, che vennero però spazzati via nel giro di pochi secondi.
Stranamente iniziò a spiegare come si portasse a termine la realizzazione della tecnica.
"Il primo passo è quello di formare il cerchio di fiamme intorno a te, così da tenere lontani i tuoi avversari. Questa parte risiede nella concentrazione e nel liberare la mente da ogni distrazione. Si chiama Dai Enkai."
Il fuoco si propagó intorno a lei e produsse una piccola onda d'urto che fece smaterializzare gli ologrammi rimasti.
La palla iniziò a fluttuare davanti a lei. Riprese a parlare: "La seconda parte, consiste nell'incanalare l'energia formatasi nella palla. Il che la porterà ad alzarsi e a raggiungere l'altezza necessaria per lo step successivo: Entei."
La palla era tornata a terra, senza rivelarmi in cosa consistesse quell'ultima parte.
"Non la completi?" chiesi perplessa.
"Vuoi forse che distrugga tutto?" aveva sorriso beffarda, vantandosi dell'enorme potere che le era stato concesso.
"Posso farti una domanda?"
Aveva alzato un sopracciglio, restando in silenzio ed in attesa che proseguissi il discorso.
"In realtà quanti siete? Perché non mi hai mai detto che c'erano altri come te e Hikari?"
La sua espressione ad un tratto si fece seria: "Come fai a sapere queste cose, umana?"
Quindi ci avevo preso in pieno.
"La mia era solo una teoria," sospirai "ma penso che quel ragazzo di poco fa, fosse come noi."
"È impossibile, lo avrei percepito." rispose aggressivamente, i nervi a fior di pelle.
Rimasi in silenzio, lasciando trascorrere un paio di minuti in silenzio per non peggiorare la situazione.
"In questo momento non dovremmo parlarne, se ce ne fosse il bisogno, ti darò le risposte che cerchi."
E con ciò, mi lasciò nuovamente sola.

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