Capitolo 1 - L'inizio

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So che può sembrare strano, ma la cosa che amo di più.. è l'alba.

Ricordo perfettamente il giorno in cui me ne innamorai.

Era al sorgere dell'ultimo giorno d'estate.

La giornata precedente la passai in un locale noto, della mia città natale.
Ero con familiari e amici a festeggiare, se così si può dire, la mia imminente partenza.

Ricordo gli sguardi tristi dei miei genitori fissi su di me, quasi come se li avessi ancora addosso.
Erano contrari alla vita che desideravo ma non fecero nulla per impedirmi di partire.

Quando quella notte mi accompagnarono all'aeroporto, l'atmosfera non era delle migliori.
Nessuno azzardava a emettere suono.

A rompere il silenzio, fu la voce metallica e distorta della signorina del gate che chiamava i passeggeri del mio volo ad effettuare l'imbarco.

Mi alzai velocemente dalla sedia scomoda della sala d'attesa.
Feci un cenno ai miei genitori, intimorita dalla reazione di mia madre, che appena incrociò i miei occhi, non riuscì a trattenere le lacrime.
Corsi ad abbracciarla e fu un abbraccio lungo e triste.
Forse il peggiore che abbia sentito sulla mia pelle, dopo l'abbraccio che mi diede Yuriascellepuzzolenti all'asilo.

Non mi piacevano gli addii.
Anche se quello non era esattamente un addio.
Mio padre un mese prima della partenza mi regalò un bellissimo computer con installato già Skype.
Si preoccupò anche di creare un account e memorizzare i contatti di tutti i parenti e qualche amica.
In più creò una cartella piena di foto che si era preoccupato di scannerizzare accuratamente lui stesso.

Anche se quel giorno, poco prima di partire, faceva il duro, sapevo che per lui era difficile.
Mi preoccupai di abbracciarlo più di una volta. Sapendo che non gli sarebbe mai bastato.
Lo immaginavo già, seduto sulla sua poltroncina, a guardare vecchi album e vecchi filmini.

Poco prima di imbarcare, mi girai a salutare trattenendo le lacrime.
Era così difficile.
Mi mancavano già.
Sapevo mi sarebbe mancato giocare a tennis con papà, fare le unghie a mamma. Mi sarebbe persino mancato mio fratello maggiore e i suoi continui dispetti.
Adesso l'unica cosa più vicina che avrò di lui, sarà il profumo per auto che mi regalò per la partenza.
Anche se non volle ammetterlo, sapevo perfettamente le sue intenzioni.
Gli sono ancora grata per quel sorriso che mi strappò, in tutta quella tensione pre-partenza.

Erano quasi le sette del mattino.
Mi ero messa comoda per quello che sarebbe stato un breve, ma intenso, viaggio.
Per fortuna, ero capitata vicino il finestrino. Sarei stata una delle prime persone a vedere dall'alto la destinazione.

Affianco a me capitò un ragazzo molto carino che fu la mia distrazione per una manciata di minuti.
Aveva i capelli rossi raccolti in un codino. La pelle era molto chiara e vestiva di nero.
Lui non sembrò accorgersi di me per tutto il viaggio.
Ma alla fin fine, nemmeno a me importava molto di lui.
Quando ripresi a guardare fuori iniziai a notare le prime luci dell'alba e, non so per quale motivo, ne ero completamente rapita.
Tanto che non mi accorsi subito che l'aereo stava scendendo di quota.
E fu quando l'alba fu sorta completamente che notai la mia destinazione..

L'Italia era così bella vista dall'alto.

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