Capitolo I

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N.A//
Note a fine capitolo!


2 mesi prima

Sentivo freddo, tanto freddo. Era come se mi avessero immerso in una vasca piena di ghiaccio.
Come se non bastasse, avevo male ovunque, soprattutto alla testa e non vedevo nulla, era tutto buio.
Non capivo che cosa stesse succedendo, perché mi sentissi in quel modo.
Poi iniziai a sentire delle voci, ma nonostante non vedessi nulla e sentissi tutte le voci ovattate, cercai comunque di distinguerle.
Sentii qualcuno stringermi la mano ed accarezzarmi i capelli. Mi scese una lacrima, perché sentire quel contatto era bellissimo. Era come se me lo fossi scordato, come se non me lo facessero da molto tempo.
Poi mi tornarono in mente un sacco di cose, tutte insieme, come un uragano. Ricordai il mio primo incontro con Alexis, la sua triste storia, i nostri figli, il nostro matrimonio e la sua morte.
Fu in quel momento che sentii delle calde lacrime solcarmi il volto.
Avevo perso l'amore della mia vita, ma mi rimanevano sempre le due piccole creature. Dovevo combattere per loro.
Cercai di aprire gli occhi, molto lentamente, ma non successe nulla, continuai a non vedere nulla.
Sentii un'altra mano posarsi sulla mia fronte e toccarmi le braccia.
"Ha ripreso a respirare autonomamente. Questo non serve più"
D'un tratto, sentii come se qualcosa mi venisse tolto dalla gola.
Mi preoccupai: che stava succedendo? Perché mi toccavano tutti in quel modo? 
Poi ripensai ad Alexis, ed al fatto che dovevo far qualunque cosa pur di tornare a crescere dei nostri figli. Cercai di aprire nuovamente gli occhi, questa volta riuscendoci.
All'inizio non capii dove mi trovavo. Ero in una stanza, questo sì, ma non riuscivo a capire in quale. Non ero in casa mia.
"Oddio, si è svegliato!" sentii dire da qualcuno alla mia sinistra. Era una donna.
"Amore, allora ci sei ancora!" disse un'altra voce.
Che sta succedendo?
Con molta fatica riuscii a girare leggermente la testa verso sinistra, riuscendo così a dare un volto alle voci che sentivo.
Riconobbi subito mia madre, che aveva le lacrime agli occhi e si teneva una mano sulla bocca, mentre l'altra la teneva sulla mia.
"Mamma" mormorai, sentendo la mia gola secca. Dovevo avere una voce terribile, dalla smorfia che fece mia madre.
"Tranquillo, va tutto bene. Non sforzarti. Il medico sta arrivando- oh eccolo" disse voltandosi verso la porta.
Entrò un uomo con un camice bianco. Se quello era un medico, allora io dovevo per forza trovarmi in ospedale.
"Che cos'è successo?" domandai, portandomi una mano sugli occhi. La luce mi provocava un mal di testa atroce, come se ne avessi avuto bisogno.
"Justin, sono il dottor Ryan. Ora ti visito velocemente, poi risponderò a tutte le tue domande. Va bene?" domandò il dottore.
Annuii.
"Signori, dovreste uscire dalla stanza per qualche minuto" disse ancora, probabilmente riferendosi a coloro che erano nella stanza, anche se io avevo riconosciuto solo mia madre.
Il dottore mi tolse la mano dagli occhi e subito feci una smorfia quando questi entrarono in contatto con la luce.
"Tranquillo Justin. Allora: ti ricordi qual è il tuo cognome?" domandò l'uomo.
Ma che domanda è?
"Ehm, Bieber. Ma perché mi-"
"Non ora Justin. Porta pazienza" mi bloccò il dottore.
Annuii nuovamente, incapace di replicare.
"Ti ricordi cos'è successo?" chiese.
"No, glielo volevo chiedere io" risposi.
Lui si limitò ad annuire. Scrisse qualcosa sulla mia cartella e poi si avvicinò al mio volto con una lucina in mano.
"Segui questa luce con gli occhi" disse.
Obbedii, e dopo un altro paio di controlli finalmente uscì dalla stanza, dicendo che sarebbe tornato poco dopo con i risultati delle analisi.
In pochi secondi, mia madre, seguita da mio padre e Jake, entrò nella stanza.
"Tesoro, come ti senti?" domandò, sedendosi al mio fianco.
"Ehm, penso bene" risposi. Lei mi sorrise teneramente e mi prese la mano, posando ci sopra un bacio.
"Amico, mi hai fatto prendere un infarto" disse Jake, dandomi un abbraccio.
"Già" concordò mio padre, mettendosi dietro mia madre. "Per un attimo abbiamo temuto che non ti saresti più risvegliato" continuò.
Perché non mi sarei dovuto risvegliare? Ma che-
"Cazzo è successo? Sono 2 volte che lo chiedo, ma nessuno mi ha ancora risposto" dissi, per poi tossire. La gola mi faceva un male cane.
"Tieni, bevi un po'" disse mio padre passandomi un bicchiere con dell'acqua.
"E non parlare troppo, altrimenti poi stai male ancora" continuò mia madre.
"Oh fanculo" borbottai, sistemando il bicchiere sul comodino.
"Le tue parolacce mi fanno sentire meglio, significa che stai bene" sghignazzò Jake.
Lo guardai e feci una smorfia.
"Stronzo" sibilai.
Lui mi sorrise e potei giurare di averlo visto per la prima volta con gli occhi lucidi.
Sorrisi e scossi la testa.
"Allora, qualcuno vuole dirmi che cosa diavolo mi è successo?" domandai per l'ennesima volta.
"Quattro mesi fa hai avuto un incidente in auto per mano di-" iniziò mia madre, prima che Jake continuasse al suo posto.
"Di Robert. Sei entrato in coma appena sei arrivato in ospedale"
"Quindi sono stato in coma per 4 mesi?" chiesi sorpreso. Cavolo, non immaginavo potesse essere successa una cosa così.
"Hai la corazza dura amico, l'hai sempre avuta" mi sorrise Jake, dandomi un colpetto sulla spalla.
Sorriso che però svanì quando non notai Ally e Austin nella stanza.
"Austin e Ally dove sono?" chiesi preoccupato.
"Scusa, amore, chi?" domandò mia mamma.
Corrucciai la fronte. "Austin e Ally, mamma" ripetei. Era diventata sorda?
"E chi sarebbero?" chiese Jake.
Cosa?
Guardai schockato tutti e tre.
"State scherzando vero?" chiesi con un sorriso, che di ironico aveva ben poco. Visto da fuori sarebbe potuto sembrare disperato e forse era proprio così che era.
"No, tesoro. Non conosco nessun Austin e nemmeno nessuna Ally" rispose mia mamma, visibilmente preoccupata.
Sentii la testa girare e mi portai una mano su di essa, come se in questo modo potesse fermarsi.
"Justin, che succede?" chiese allarmata, alzandosi dalla sedia. Fece cenno a mio padre di andare a chiamare il medico e poi mi prese la mano.
Ero così confuso, non capivo. Perché nessuno conosceva i bambini? Com'era possibile?
"Che giorno è oggi?" domandai.
"È il 3 Aprile" rispose Jake.
"Di che anno?" continuai.
"2015, perché?" chiese mia mamma.
Mi sentii più confuso che mai.
Com'era possibile che fosse il 2015, se Alexis era morta nel 2018?
Iniziai ad agitarmi.
Che cazzo sta succedendo?
D'un tratto osai fare una domanda, che temevo non avrebbe portato a nulla di buono.
"Conoscete qualche Alexis, per caso?"
Entrambi scossero la testa.
Quella risposta bastò a farmi crollare il mondo addosso.
Alexis, Ally ed Austin non esistevano. Mi ero solo sognato tutto.
E il vuoto che sentii dentro fu ancor più terribile della sensazioni che provavo prima di svegliarmi.
Poi d'un tratto divenne tutto buio.

N.A//
Ecco a voi il primo capitolo. Probabilmente non è un granché, ma come primo capitolo è una specie di introduzione al resto della storia.
Come vi avevo anticipato nel prologo, la vicenda si svolgerà diversamente da quel che avevo programmato mesi fa, e secondo me l'idea attuale è molto carina, quindi spero apprezzerete.
Vi prego di dire cosa ne pensate, perché mi farebbe molto piacere saperlo, giusto per farmi un'idea.
Detto ciò, vi saluto.
Al prossimo capitolo ✨

P.S il tempo della storia è totalmente casuale.
Scusate gli errori.

Life is worth living || Justin Bieber (Sequel di "Trust")Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora