Capitolo 20- Dinner

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Andreas era abbastanza preoccupato per il riccio. Sapeva che per lui era dura, ma non si era mai reso pienamente conto di come si sentiva. Arrabbiato, triste, nervoso, impaurito, e forse anche sconsolato. La vita era stata particolarmente ingiusta con lui: gli aveva dato la musica, ma gli aveva tolto ogni possibilità di farne la sua vita. Gli aveva dato un carattere meraviglioso, ma gli aveva dato il cancro. Gli aveva dato Andy, ma li avrebbe fatti separare troppo presto.
Proprio per questo il biondo aveva avuto quell'idea fenomenale, un colpo di genio.
" Altro che Newton, Leonardo e Einstein, questo è il vero genio!" Pensava. Aveva spedito il fidanzato a casa, con l'ordine preciso di vestirsi elegante per uscire a cena. Lui era corso in un negozietto a Camden Town, dove aveva comprato un regalo per Mika. Poi si era diretto a casa sua, per farsi una doccia. Dopo essersi asciugato si mise un paio di jeans scuri, una camicia bianca con i primi bottoni aperti, un golf verde e le sue fidate All Star. Infine aveva preso la macchina ed era andato a prendere il riccio, da vero gentleman. Appena la porta si era aperta era rimasto a bocca aperta. Era assolutamente perfetto. Quei pantaloni attillati blu lo facevano sembrare ancora più alto, la maglia bianca faceva risaltare il suo fisico, facendo venire a Andy pensieri da censura, ed infine la giacca colorata, esattamente nel suo genere...la cannula non si notava nemmeno. Quando salì in auto, il biondo lo fulminò con lo sguardo.
- Non vestirti mai più così. -
-Perché? -
-Perché vorrei mandare al diavolo la serata che avevo preparato per saltarti addosso.-
Lui arrossì, abbassando gli occhi. -Allora, per stasera ho bisogno che tu faccia una cosa.-
-Cosa?-
-Devi fingere di essere un normalissimo ragazzo, senza cancro, solo Mika.-
-Ma...-
-Per favore. -
- Okay. Sarà divertente, per una sera.- fece con un sorrisone.
Arrivarono ad un piccolo ristorante di cucina multietnica, si poteva ordinare dal cibo greco a quello italiano, dal vietnamita al thailandese. Era sempre molto pieno, ma Andy era stato previdente.
- Un tavolo per due, a nome Dermanis. -
Il cameriere sorrise educatamente e li accompagnò in un angolo appartato.
- Credo sia la prima volta che vado in un ristorante da quando...no, niente. Da molto tempo. -
Mangiarono entrambi fino a scoppiare, Andy si arrese alla quinta portata, il riccio invece rivelò di avere un doppio (o anche triplo) stomaco, essendo arrivato tranquillamente addirittura al dessert.
Mentre bevevano un caffè, Andy fece una cosa che lasciò Mika completamente senza parole.
- Mika, non sono mai stato bravo quanto te a parlare, anzi, tu riesci a riordinare tutti i concetti in canzoni meravigliose, mentre io riesco solo a farti stare male. Quando me ne sono andato da Parigi sapevo, nel cuore, di star facendo il più grande sbaglio della mia vita, ma l'ho fatto ugualmente, pensando solo a me stesso. Sono stato un grande egoista, ma quando ti dico che dal momento in cui ho messo piede in Grecia ti ho pensato ogni istante, devi credermi. Io mi sono innamorato di te, probabilmente dal primo sguardo, non so dirti quando. Ma so dirti che una settimana dopo, mentre facevo un video, era come se la telecamera tenesse l'obbiettivo puntato fisso su di te. C'eri solo tu, il resto del mondo spariva. Ed ora, dopo tutto quello che abbiamo passato, io ti posso dire con tutta certezza che ti amo, ti amo adesso e ti amerò per sempre, perché a volte due persone si appartengono, ed io so di essere tuo, esattamente come tu sei mio. Quindi, quello che sto cercando di chiederti...Dio, sono un disastro. Michael Holbrook Penniman Junior, mi vuoi sposare? - disse, tirando fuori dalla tasca un piccolo anello blu, con un'ancora disegnata, quello che gli avrebbe dovuto dare a Parigi.
Mika sembrava sul punto di svenire dall'emozione. Aveva il viso pallido, ma i suoi occhi brillavano in un modo che non aveva mai visto.
- E poi dici di essere un disastro...Andy, io...-
- Mika, ho bisogno di sapere. Se tu non avessi il cancro, mi sposeresti?-
-Sì! Sì, certo che sì, con o senza malattia, sì!- il suo viso era la quintessenza della felicità, ed anche il biondo, più rilassato, si aprì in un enorme sorriso.
- Pensavo che avresti detto no.-gli sussurrò all'orecchio, infilandogli l'anello al dito.
- È bellissimo. Come mai proprio un'ancora? -
Andreas si alzò la manica, mostrandogli l'unico piccolo tatuaggio che aveva.
- Perché così avremo sempre qualcosa che ci unisce, anche se siamo lontani. E poi...l'ancora impedisce alle navi di andare alla deriva, ed è un po' quello che fai tu con me.-
Mika sorrise e lo baciò teneramente, per pochi secondi.
- Mia madre mi aveva dato il coprifuoco alle dieci e mezza. Sono le undici, direi che dobbiamo andare. Anche perché devo dirle che...beh, che mi sposo!- euforico si alzò e corse alla cassa per pagare. A nulla servirono le minacce/suppliche di Andy, Mika fu irremovibile. Avrebbe pagato lui.
- Senti, ormai siamo in ritardo. Che ne dici di fare una passeggiata? - chiese il biondo.
- Mmm...tanto sarò sgridato lo stesso, quindi va bene.-
Il greco si esibì in un mezzo sorriso che fece impazzire l'altro. Uscirono dal ristorante e si diressero verso il parco. Camminavano in silenzio, tenendosi per mano, scambiandosi sguardi complici e teneri baci, sorridendo tutto il tempo. Sembrava che fosse tutto perfetto.
Mika's pov
Tenevo la mano di Andy senza mai lasciarla, temevo che fosse un sogno, e che mi sarei svegliato da solo in ospedale. Ero troppo felice, la sua proposta mi aveva completamente spiazzato, e anche se sapevo che non avrei mai raggiunto l'età per sposarmi. Avevo solo pochi mesi, ed il dottor Jacobs non perdeva occasione di ricordarmelo. Io lo odiavo, e lui odiava me, era arrivato poco dopo il mio ritorno dalla Francia, e voleva sempre aumentarmi le cure, una volta ero quasi finito in coma per colpa sua, avevo fatto overdose di farmaci. Anche il biondo lo odiava, forse più di me.
Per tornare al St. Thomas dovevamo prendere la metro, quindi attraversammo. Ma al centro della strada, mi paralizzai e caddi all'indietro, in preda alle convulsioni. Non riuscivo a parlare, Andreas aveva già attraversato, iniziai a vedere puntini neri a coprire il mio campo visivo. Non sentivo niente, riuscì solo a vedere una macchina che sfrecciava verso di me.

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Dan dan dan!

Stardust || MikandyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora