16. PAMELA

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Avevo raccolto tutto il necessario per passare la notte fuori casa : il fatto che Daniel restasse con me mi rassicurava molto, ma allo stesso tempo mi faceva un po' paura.
Se se la fosse presa con me per qualcosa?
Se lo avessi fatto arrabbiare?

Infondo è la mia guardia del corpo e non può farmi del male.

Queste erano le parole che mi ripetevo da un po di tempo.

Potevo farcela.

Dovevo stare alle sue regole solo per questa sera e poi domani sarei potuta tornare alla mia testardaggine.

Sorrisi compiaciuta.

- Sei pronta? - si affacciò Daniel alla porta della
mia camera facendomi sobbalzare.

- Dammi un secondo - risposi continuando a ripiegare i vestiti ordinatamente nella borsa.

Scesi di sotto e misi tutto nel cofano dell'auto e poi partimmo.

Mio padre ovviamente aveva già preso il primo volo per Londra: non avevo nemmeno avuto il tempo di salutarlo.

Tipico.

Certe volte mi chiedevo se davvero gli importasse di me.

Il viaggio in macchina fu breve.

Arrivammo davanti ad un enorme complesso di edifici imponenti tutti neri.
Più avanti alcuni uomini armati ci vennero incontro:
- Nome prego - si rivolse a Daniel che proprio in quel momento stava abbassando il finestrino.
Bastò uno sguardo gelido a farlo tacere :

- Blacke sei tu - disse sconvolto.

Continuò :
- Non ti avevo riconosciuto -

Poi fece segno di aprire i cancelli.

Blacke?

Perché lo aveva chiamato così?

- È una sorta di nome in codice? - chiesi io confusa.
- Non importa - mi zittì.
Bene.
Ora era diventato pure acido.
Perfetto.
Parcheggiò l'auto e poi scese a prendere le mie borse.
- Non scendi? -
- Ehm...si io ecco...arrivo -
Avevo uno strano presentimento.
- Stammi dietro e non allontanarti per nessun motivo capito? -
Ma che diavolo stava dicendo e poi con chi credeva di avere a che fare?
Razza di idiota.
Lo avrei preso volentieri a sberle.
- Si - risposi cercando di convincermi a rimanere calma per non imprecare.
Entrammo da una porta sul retro: subito ci trovammo in un grande atrio proprio simile a quello in cui avevo incontrato Daniel per la prima volta.
Solo che questo era diverso: era completamente bianco.
La signora al bancone ci venne incontro sorridendoci.
Poi non appena guardò meglio si fermò in una espressione seria.
- Agente Blacke - fece una sorta di saluto.
Perché in questo posto tutti lo chiamavano così?
- Lei deve essere Clary - questa volta sorrise.
Io annuii.
- Vieni cara, devi solo firmare un paio di carte, faremo in un attimo -
Seguii la signora al bancone sotto gli occhi attenti di Daniel che non mi perdeva di vista nemmeno un secondo.

- Tesoro!! - sentii una voce femminile provenire da lontano.

Era una ragazza bionda: portava un lungo abito rosso che lasciava ben poco spazio all'immaginazione.
Ma da dove cavolo era uscita?

Dopodiché si buttò addosso a Daniel.

Ma che cazzo?

- Mi sei mancato lo sai? - disse strusciandosi addosso.
Oddio.
Stavo per vomitare.
Quindi era fidanzato?
Motivo in più per tornare a casa.
Ma infondo a me cosa importava? Mi girai e tornai a compilare quegli stupidi documenti.

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