4. LA CENA

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Una limousine nera ci portò dritti al ristorante: era un posto davvero elegante.
Roba da ricchi insomma.
Sarebbe costata un patrimonio la cena qui.
Mio padre sembrava leggermente agitato ma non riuscivo a capirne il motivo.
Appena misi piede fuori dall'auto il ragazzo mi venne subito vicino mentre mio padre si guardava intorno in modo sospettoso.
Quindi era ufficialmente la mia guardia del corpo?

- Iniziate pure ad entrare io vi raggiungo tra poco - disse sistemandosi la cravatta.
- Certamente - ripose il ragazzo.
- Ma papà..- mormorai.
Voleva lasciarmi da sola con questo perfetto sconosciuto?

- Hey è tutto a posto? - chiese lui forse accortosi di come mi mordevo il labbro nervosamente.
- Eh? Oh si ovviamente - mentii.
Che carino si preoccupava per me.
No dovevo smetterla.
Era ovvio che facesse così dopotutto era un bodyguard.

Entrammo e ci sedemmo a tavola.
Sentivo il suo sguardo su di me.
Subito dopo arrivò mio padre.

La cena fu deliziosa.
Mio padre e Daniel parlarono per ore di lavoro, di golf e macchine.....insomma cose da uomini.
Nel frattempo il ragazzo mi mandava di tanto in tanto delle occhiate come per assicurarsi che fosse tutto a posto.
-Clary, Howard verrà già da stasera a casa nostra. Ho fatto preparare una stanza per lui- disse.
Io annuii.
Come facevo a dividere la casa con lui?
Sarebbe stato imbarazzante.
E poi è troppo carino per fare la guardia del corpo.
Dio ma perché pensavo certe cose.

Non avevo quasi parlato per tutto il tempo.
Ad un tratto mio padre si alzò per andare in bagno.
Fu allora che il ragazzo mi parlò.

- Non abbiamo ancora avuto modo di fare conoscenza noi due - disse poggiando i gomiti sul tavolo.
- Già - risposi semplicemente.
Ma che mi prendeva? Ero la prima a rispondere a tono e adesso?
- Suo padre mi ha parlato molto di lei signorina Clary -
- Puoi darmi del tu? Mi sento davvero a disagio-
Lui fu quasi sorpreso. Poi sorrise.

-Oh non c'è nessun problema-
-So che la situazione può sembrarti strana e assurda ma ti assicuro che non c'è nulla di cui preoccupati-
- Io penso che sia mio padre ad aver bisogno di qualcuno che lo protegga...io non ne ho bisogno- dissi schietta.
- Se tuo padre mi ha chiamato significa che ti vuole bene e che vuole che tu stia al sicuro. Poi lui ha già degli uomini disposti a proteggerlo-
- Non dire che mi vuole bene, ci sono cose che non sai....- mi morsi il labbro.
Lui notò il mio disagio
- Beh magari potresti parlarmene -
- Perche non ti fai i fatti tuoi? - lo uccisi con lo sguardo.
- Come faccio ad aiutarti se non so nulla di te?-
-Basta. Non ti interessa-
Stava per dire qualcosa ma lo precedetti.

- Sono stanca voglio andare a casa -
-Ma è ancora presto - disse lui guardando l'ora.
-Smettila!- mi alzai di colpo dal tavolo sotto lo sguardo di tutti.
Avevo gli occhi lucidi. Stavo per piangere.
Presi la mia borsa e uscii dal ristorante.

Mio padre era fermo a parlare con altri uomini probabilmente altri capi così noi andammo a casa. Lui ci avrebbe raggiunto più tardi.
- È tutto a posto?- chiese lui.
-Si- dissi asciugandomi gli occhi.
- Vieni li c'è la mia macchina - disse.
-No grazie prenderò un taxi-
-Scherzi? È notte-
- Ti ho detto che non vengo in macchina con te-
-Okay forse abbiamo cominciato col piede sbagliato ma cammina in macchina-
Mi prese per un braccio e mi accompagnò fino allo sportello.
Non fiatai per tutto il viaggio.
Appena arrivati a casa gli mostrai la stanza che si trovava proprio difronte la mia e subito dopo andai a dormire.
- Buonanotte Clary- disse lui.
-Buonanotte- dissi sbattendogli la porta in faccia.

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