Patto

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La vedeva nelle rose rosse che aveva fatto piantare nei giardini del Manor. Gli sembrava di scorgere il lembo di una vestina colorata scomparire tra i cespugli del labirinto che aveva fatto costruire per Scorpius.
Talvolta, tendeva l'orecchio, nella vana speranza di poter sentire la sua vocetta o la sua risata infantile, lo scalpiccio dei piedini nudi sull'elegante marmo ...
Ma era tutto vano.
Come può un padre dimenticare una figlia? Una bambina che non avrebbe saputo mai niente di lui, un'innocente che sarebbe cresciuta in un mare di bugie e di menzogne ...  "E' il male minore, Malfoy. " Le parole della Granger gli turbinavano in testa. 
Facile per lei parlare... Lei non doveva combattere tutti i giorni contro un senso di colpa straziante e dilaniante.
Non ci sarebbe stato per Rose.  Non le avrebbe raccontato le favole per farla addormentare, non le avrebbe potuto disinfettare una sbucciatura né sgridarla per un capriccio. Ci sarebbe sempre stato qualcun altro ad occuparsi di lei. Sottraendogli il suo posto.
In quei cinque anni, Draco aveva scoperto uno spiccato senso paterno. Lui, che aveva sempre considerato i bambini piccoli una seccatura, si trovava a bramare la compagnia di Scorpius. Sebbene fosse un padre estremamente severo , non mancava di compiacere e viziare il figlio con dolci e giocattoli. Talvolta subissava di attenzioni e premure il bambino per provare a soffocare le proprie mancanze.

Scorpius era il ritratto del padre: magrolino e pallido, lisci capelli biondi e luminosi occhi chiari. Dalla madre aveva ereditato la salute precaria ed il suo carattere calmo e pacato.
Era un bambino placido, gentile ed educato con tutti. Per certi versi, persino un po' timido ed introverso. Trascorreva lunghe ore nella solitudine della sua stanza, giocando silenziosamente. Era come se vivesse in punta di piedi, per timore di disturbare qualcuno.
Non che ne avesse davvero bisogno: semplicemente la riservatezza era connaturata in lui e nei suoi gesti.

"Ho detto NO!" "No,no,no!" La bambina, sguardo risoluto e volto acceso, moccolo al naso, stava facendo i capricci, scuotendo la testolina.
Hermione era esasperata. Trattare con sua figlia era diventata un'impresa. Bisognava sempre trovare un compromesso per evitare pianti strazianti che si protraevano per ore ed ore. In quel momento, Rose non aveva alcuna intenzione di indossare i vestiti che la madre aveva scelto per lei. Rose avrebbe optato per un vestitino a fiori, perfetto per una giornata primaverile , ma non per il clima pre natalizio.
Lo sguardo altero, l'orgoglio prepotente e la testardaggine la contraddistinguevano senza dubbio.
Di fronte a questi capricci , l'unico in grado di ammansirla era Ron. Per questo, era piuttosto orgoglioso di se stesso. In realtà non capiva la gravità di quei comportamenti prepotenti ed arroganti: la giustificava sempre dicendo che fosse solo una bambina molto volitiva.
Ma Hermione sapeva perfettamente da chi avesse ereditato quella personalità dalle sfumature dittatoriali e manipolatorie.
Aveva dovuto imparare a convivere con il senso di colpa, giorno dopo giorno, per evitare che la annientasse.
Rose era la prova vivente e tangibile del suo più grande peccato. Fortunatamente, a parte quegli incredibili occhi (che Ron aveva attribuito ad una sua lontana parente), assomigliava moltissimo alla madre: i lineamenti, l'incarnato, persino i denti un po' sporgenti.
Certo, ad uno sguardo attento, si sarebbero potuti notare la raffinatezza innata dei gesti, il viso un po' appuntito, la costituzione magrolina. Nulla però che potesse mettere in dubbio la legittimità delle parole di Hermione.

Quando Hermione era diventata madre per la seconda volta, si era sentita sollevata dal peso opprimente della colpa.
Aveva dato a Ron ciò che meritava più di ogni altro: un bambino, suo. Hugo era una sorta di riscatto, un inconscio regalo di scuse, una implicita richiesta di perdono da parte di Hermione.
Hugo era nato tre anni dopo Rose; era stata una gravidanza molto più piacevole di quella precedente. Hermione aveva potuto godere di ogni piccola cosa, senza preoccuparsi di sotterfugi e bugie.
Il bambino aveva folti capelli rossi ed un'inconfondibile spruzzata di lentiggini sul volto. Era un Weasley fatto e finito.
Sebbene amasse in eguali misura i suoi figli, Hermione si sentiva maggiormente legata a Rose.

Mentre Hugo era nato in seno ad un matrimonio stabile e felice, fortemente desiderato prima ancora di essere concepito, Rose non poteva vantare la medesima fortuna.
Era stata generata per errore, per la stupida follia di una notte. Non avrebbe mai conosciuto il suo vero padre, con cui Hermione aveva ormai sporadici contatti.
Talvolta, passeggiando tra le vie di Diagon Alley, si era imbattuta nella famiglia Malfoy al completo. Aveva spesso scorto l'eterea Astoria scoccarle occhiate di puro veleno, anche se lei e Draco praticamente non si rivolgevano la parola.
D'altronde, che cosa avrebbero dovuto dirsi? Avevano stabilito un patto ed entrambi lo stavano religiosamente rispettando.

Nessuno avrebbe mai saputo - DracoxHermioneМесто, где живут истории. Откройте их для себя