Chapter five

109 17 1
                                    

Michael's POV

Oggi Ashton mi ha dato un passaggio fino a scuola visto che doveva andare a lavoro e così sono riuscito ad arrivare in anticipo.

Mi siedo sul mio banco e aspetto gli altri miei compagni di classe mentre estraggo il telefono dalla mia tasca per poi entrare su Twitter.

Do un'occhiata alle tendenze e noto un hashtag che mi fa fare un colpo al cuore: #Kellic. I Kellic sono la mia OTP preferita e in questo momento sto fangirlando internamente.

Dopo poco noto che tutti i miei compagni di classe erano entrati e metto via il telefono in tasca quando entra la professoressa di francese, adorabile donna di mezz'età.

"Oggi ragazzi voglio farvi fare qualcosa di diverso per cambiare. Vi dividerò in gruppi e ogni gruppo dovrà fare una ricerca su una città della Francia. Ora ve le scrivo alla lavagna." Adorabile fino ad un certo punto, odio fare i lavori di gruppo.

"Bene, a casa avevo già preparato i gruppi. Siete pari quindi ho preferito mettervi in coppia. Dawson e Merrick, Iero e Way, Ashby e Carslile, Dun e Joseph, Hood e Armstrong,..."

E io? Mi guardo intorno per vedere i compagni rimasti e spero di finire con qualcuno di decente.

"...Clifford e Hemmings. Ah! Quasi dimenticavo, per le città mettetevi daccordo voi perché siete liberi di scegliere. E con questo è tutto, buon lavoro."

Merda, non mi ero nemmeno accorto della presenza di quello. Sospiro e mi giro svogliatamente.

"E così siamo in coppia assieme, eh?" Sbuffo.
"È il karma" Luke commenta.
"Probabile"
"Uhm, dato che dovremo lavorare assieme a questo progetto dobbiamo andare daccordo e quindi vorrei porgerti le mie scuse per l'altro giorno... sai... l'incidente con il caffè..." Lo noto molto a disagio nel parlarne.
"Oh, tranquillo, non era giornata e tu me l'hai solo peggiorata" ridacchio. Lui mi guarda e si gratta la nuca. "Scherzo! Ti perdono, ma solo perché dobbiamo fare questa roba, okay?"
"Certo" annuisce guardandomi. "Allora hai qualche preferenza?"
"Mh no, non credo. Non sono mai stato in Francia quindi una vale l'altra"
"Oh io sì, sono stato ad Antibes quando ero piccolo, penso avessi più o meno sei o forse sette anni..." inizia a parlare a vanvera. Chi gliel'ha chiesto? Che me ne frega? Dobbiamo solo decidere la città, non mi interessa sapere la storia della sua infanzia, dio buono.
"...non ricordo molto ma-"
"Stai zitto!" Esclamo fissandolo con aria scocciata. "Vada per Antibes."

Coffee- MukeWhere stories live. Discover now