XXI CAPITOLO CICATRICI

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I colpi decisi della frusta di spine, il rosso del sangue, la sposa prigioniera... Sotto l'influenza afrodisiaca del dolore, i voti vengono fatti per il matrimonio sanguinario eterno.

NEIDE

Mi sveglio dopo aver perso conoscenza, ogni minuto che passa sono sempre più debole. Accanto al mio letto vedo che c'è mio padre con lo sguardo chino. «P-papà» balbetto, con voce roca. Ho una gran sete e per di più ho anche fame. «Bocciolo, sono qui» mi dice, prendendomi la mano.

«H-ho tan-ta s-sete.» Mio padre pare essere rimasto stupito dalla mia richiesta di avere l'acqua. Si gira e sul comodino accanto al letto prende un bicchiere con dentro dell'acqua. «Ecco bevi» mi dice, portandomi il bicchiere alla bocca ormai secca.

Una volta aver riacquistato la facoltà di parlare, gli domando: «Che cosa ci faccio qui? Perché mi hai rapita?» gli domando, nervosa. L'agitazione che trasmetto ponendogli quelle domande, sono più che sicura che riescano a percepirla fino in Italia.

«Calmati, bocciolo. Prometto che ti spiegherò ogni cosa, ma prima voglio che ti calmi.»

«Come faccio a restare calma, dopo che tu e il tuo amico avete lanciato bombe fumogene all'interno della villa dei Mogedius? E poi perché mi hai trascinata fino a Londra?»

«Per proteggerti, tesoro.»

«Proteggermi da cosa? Sono stanca di essere trattata come una bambina, voglio sapere la verità sulla nostra famiglia.»

Mio padre caccia fuori un lungo sospiro e viene a sedersi accanto a me. «Hai ragione, è tempo che tu sappia la verità sulla tua famiglia.» Si ferma a fissarmi per qualche istante, seguo il suo sguardo e noto che sta guardando proprio il punto in cui Asher mi ha morsa. Mi copro con la mano i segni dei canini, perché non voglio che mio padre si senta a disagio. «Ti hanno morsa, quindi ora tu sai. I Mogedius sono imparentati con tua madre e sono dei mostri che si nutrono di sangue. La mia famiglia ha il compito di proteggere gli umani da queste mostruose creature, Neide, è la tua eredità: dovrai combatterli.»

«No, non posso combatterli. Non Asher e i suoi fratelli. Ho letto il diario della mamma, lei voleva che facessi riacquisire loro l'umanità prima del tuo ritorno da Londra. Sapeva che saresti partito e che io sarei andata da loro, ora ricordo tutto. Mi ricordo di quando da bambina andavamo nella loro villa e giocavo con Asher e Redgrave e con tutti gli altri. Perché mi vuoi trasformare in una macchina ammazza-vampiri?»

«Perché è la nostra tradizione, bocciolo. Sei nata in una famiglia di Cacciatori di vampiri, è tuo dovere rispettare questa eredità di famiglia. Noi diamo la caccia ai vampiri dalla Notte Dei Tempi.» Mio padre è molto convinto di quello che sta dicendo e non voglio essere di certo io a volergli rovinare questo suo monologo, ma deve sapere che io non potrei mai e poi mai dare la caccia ad un membro della mia famiglia, anche se sono vampiri. In fondo, non hanno fatto del male a nessuno, perché dovrebbero morire?

«Mi dispiace papà, ma io non ucciderò mai i Mogedius. Sono la mia famiglia e la mamma non avrebbe mai voluto che li uccidessimo» provo ad essere convincente.

«Tesoro, tua madre è morta e se fosse viva, vorrebbe vedere la sua amata figlia al sicuro da tutto questo orrore. Sono delle bestie che per giorni si sono nutriti di te, guarda come ti hanno ridotto?» Il suo sguardo cade dove ho ancora il segno del morso di Asher, e a questo non potevo dargli torto. Ci andavano pesante, ma che cosa potevo fare? Loro sono più forti di me e se avessi posto resistenza, mi avrebbero fatto ancora più male. Questo prima di venire a conoscenza che fossimo imparentati, perché da quando io ed Asher gli abbiamo rivelato tutto, nessuno di loro si è più avvicinato a me. È stato come avere un salvacondotto.

«Mi dispiace, ma non lo farò mai.» Queste sono le mie ultime parole, dopodiché rimango sola ancora una volta.

REDGRAVE

Sento l'odore del sangue. Mi pervade tutto ed è come impazzire. Sono giorni che non tocco una goccia di sangue umano che non sia in una sacca di plasma e a dosi ridottissime. Di questo passo, rischio di perdere tutte le forze. L'idea di lasciarmi disseccare mi passa per la mente più di una volta al giorno, e, francamente, sembra la cosa migliore da fare, almeno non si potranno più servire di me come cavia da laboratorio. Quei maledetti Cacciatori, se solo fossi stato più attento quella sera, ora non mi ritroverei intrappolato qui come un criminale. Anche se. devo ammettere, è tutto abbastanza eccitante. Preferisco rimanere chiuso qui che vedere Sgualdrinella che se la fa con mio fratello. Se solo me ne fossi accorto prima che era lei, qualche sospetto ce lo avevo, ma sembrava impossibile perché il padre aveva deciso di tagliare tutti i contatti con la mia famiglia dopo la morte di Josephine. Chissà da quanto tempo se n'era accorto mio fratello, eppure sapeva molto bene che cosa significa per me quell'innocente bambina.

La porta della mia cella si apre ed entra dentro una donna che non ho mai visto prima. Ha un sorriso soddisfatto che le dipinge il viso, e questo risveglia in me una voglia irrefrenabile di strappargli la trachea a morsi. Ma non posso, devo trattenermi altrimenti rischio di essere ucciso.

«Quindi sei tu il vampiro che si è fatto catturare. Ti dico la verità, non avrei mai pensato che uno del tuo lignaggio fosse tanto stupido da farsi catturare.»

«Stupido, eh? Siete molto diretta, mademoiselle» le dico con voce roca. Ho sete, molta a dire il vero e non so proprio cos'è che mi stia trattenendo.

«Sei molto galante, per essere un morto che cammina.» Questa donna, sebbene molto bella, è anche poco colta. L'ennesima ignorante che crede alle storie nelle quali descrivono i vampiri come esseri capaci di nutrirsi solo di sangue umano. È molto seccante fare la conoscenza di persone di questo tipo, sono più sopportabili accompagnate ad un calice di cristallo, servite su un vassoio d'argento.

«Sono un sangue puro, questo implica un certo studio delle buone maniere per essere inserito, un giorno, nell'alta società.» Sentendo le mie frottole, la donna scoppia a ridere, e di gusto dovrei aggiungere. Almeno l'ho fatta sorridere ed ho guadagnato un punto a mio favore. Si avvicina fino a farmi sentire per bene le sue pulsazioni, tanto da avere quasi la certezza di tenere il suo cuore fra le mani. È una sensazione meravigliosa, per me. Mi alza il viso con la punta dell'indice, costringendola a guardarla negli occhi.

«Sei molto bello, Redgrave. Mi dispiacerebbe se venissi ucciso da mio marito.» Riesco a distinguere il colore degli occhi della donna: verdi, come i miei, e con una strana luce che li pervade. Il suo odore mi ricorda giorni della mia infanzia che avevo deciso, ormai da tempo, di chiudere dietro La Porta Rossa. Eventi che erano stati fin troppo traumatici e, anche se non riesco a ricordare subito il motivo per il quale questa donna mi ricordi così fortemente me da piccolo, riesco ad arrivarci solo quando noto anche il colore dei capelli. Il suo nome riaffiora limpido nella mia mente, facendolo riecheggiare nella stanza provvista solo di un sudicio letto: «Josephine.»

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ANGOLO AUTRICE

Miei carissimi lettori, finalmente sono riuscita a finire anche questo capitolo. Lo so, è da tanto che avrei dovuto pubblicarlo, ma le idee scarseggiano, purtroppo e poi con la scuola non ho mai avuto tempo, *gomenasai* Spero che mi perdoniate, in fondo è Natale e dobbiamo essere tutti più buoni. Comunque, che ve ne pare del ritorno trionfante di Josephine? Vi piace questo lato più appurato di Redgrave? Secondo voi, cosa farà Neide ora che è venuta a conoscenza dell'eredità della sua famiglia? Non perdete il ventiduesimo capitolo dal titolo: SALVATAGGIO.

Un abbraccio,

Martina :3




My Vampire Lovers - Mia [1° Libro]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora