Capitolo 6

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Mi diressi verso il ristorante all'angolo dal mio luogo di lavoro, dove andai con Sophia, per uscire un po sia da casa che dal mondo che mi circonda. Non dovevo pensare a Zayn ma a me stesso, lui se la sarebbe cavata anche senza di me. Chissà cosa starà facendo adesso a casa? No, no, non mi importa niente io adesso vado al ristorante, mi siedo, ordino da mangiare, sto un po' in tranquillità e poi... e poiiii...e poi? Che faccio?Adesso non ci devo pensare, poi quando sarà il momento si vedrà.

Parcheggio nel posto libero più vicino e scendo chiudendo l'auto con l'apposito telecomando. Infilai le mani in tasca e camminai verso l'entrata. Aprii la porta e presi posto in uno dei tavoli. Presi il menù che si trovava alla mia destra. Sfogliai le varie pagine perso nei miei pensieri.

"Ha già scelto cosa ordinare signore?" lo stesso ragazzo di qualche giorno fa si ripresentó davanti i miei occhi, ma a differenza della volta scorsa non sorrideva, anzi, sembrava che non sopportasse la mia presenza.

"Ciao" mi lanciò uno sguardo quasi velenoso "Ehm, prendo una bistecca grazie" capii che non mi voleva parlare

"Desidera accompagnarlo con del vino?" era visibilmente scocciato

"Sì grazie"

"Ha preferenze?"

"No"

"Lo vuole adesso, oppure vuole aspettare un altro po?" stavolta lo sguardo si fece più tagliente e finalmente capì cosa stava succedendo.

"Senti mi dispiace non averti chiamato, ma... ho avuto degli imprevisti e sinceramente non ci ho pensato" notai che la sua mascella si era un po' rilassata, ma non del tutto.

"Beh tranquillo, continua a non pensarci e forse... un giorno...quando non ci saranno imprevisti... ti accorgerai che esiste qualcun'altro apparte te"

"Senti, mi dispiace così tanto e non so come farmi perdonare" feci la faccia da cucciolo facendolo ridere e io con lui "allora. Sono perdonato?"

"Mmmmh vedremo. Stacco per le sette" stavolta sorrideva in modo provocante

"Ci sarò" sorrisi

Appena finito di mangiare pagai il conto e mi diressi alla macchina. Il tempo di aprire lo sportello , che mi squillò il cellulare. Il nome di Zayn lampeggiava sullo schermo. Sbuffai premendo il tasto verde.

"Che vuoi?"

"Uh che entusiasmo. Che c'è ti è morto il gatto?"

"Cosa vuoi Zayn?" ripetei con più enfasi.

"Dove sei?" Era serio.

"Sto tornado a casa, perché?" aggrottai le sopracciglia.

"Così, sei solo?" Perché tutte queste domande?

"Sì Zayn. È successo qualcosa?" Ero preoccupato

"No, ci vediamo a casa" e dopo questo riattaccò.

Ero confuso. Prima mi riempiva di domande e poi mi riattacava il telefono in faccia. Ma che gli prendeva?

'Tranquillo al massimo si sarà fatto qualche canna'

'Oh bentornata'

'Scusa mi ero riposato un po', troppi pensieri per la testa'

'Sei tu che sei nella mia testa'

'Touché'

Presi la strada che conduceva a casa, svoltando a destra e fermandomi al semaforo. Accanto a me si fermò un'Audi A1 rossa fiammante e la riconobbi subito. Il finestrino si abbassò e da esso uscì Louis alzandosi e sporgendosi fino al busto.

Love My Brother (Ziam)Место, где живут истории. Откройте их для себя