Nuova vita

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Mi sentivo veramente felice di quello che stavo facendo.
Finalmente il destino mi è venuto incontro, per una volta.
Non me ne pento di aver accettato la proposta di Dylan.
Oggi il locale è affollatissimo e come prima volta non so nemmeno se riuscirò a cavarmela bene ma spero che vada tutto per il verso giusto se ovviamente la fortuna sarà dalla mia parte.

Sono dietro il bancone e fino adesso non è successo niente di disastroso, grazie al cielo.
La ragazza che lavora con me si chiama Tessa è veramente simpatica e quando vede che sono un attimo in difficoltà corre verso di me ad aiutarmi.
Ho scoperto che ha solo un anno in più di me e sta lavorando per pagarsi gli studi all'università cosa che io non farò mai dato che ho chiuso con la scuola.

Un signore mi chiama e lo raggiungo subito.
"Cosa le porto?"chiedo sfoggiando un sorriso.
"Un bicchiere di jack daniel's bellezza" dice.
Prendo un bicchiere e glielo riempo poi lo passo al signore.
Si avvicina un ragazzo sulla ventina e mi chiede un bicchiere di vodka liscio.
Gli porto l'ordinazione come da lui richiesto al tavolo ma nel momento in cui mi giro qualcuno mi ferma prendendomi per il braccio.
Mi giro e vedo che è lo stesso ragazzo di prima.
"Le serve altro?"chiedo gentilmente.
"Perché non rimani con noi dolcezza " dice sorridendo maliziosamente.
"Ho un lavoro da fare, potresti lasciarmi?"chiedo cercando di essere più calma possibile.
Lui si avvicina a me e inizia a palpeggiarmi.
Cerco di divincolarmi e inizio ad urlare vedendo che mi trascina da qualche parte.

"Lasciami brutto bastardo" gli urlo.

"Sta calma appena avrò finito con te, ti lascerò andare"

"Lasciami" urlo dandogli un morso sul braccio.

Luo impreca dal dolore e mi lascia il braccio.
Cogliendo quell'opportunità scappo verso l'ufficio di Dylan.
Entro dentro la stanza ancora sconvolta per l'accaduto.
Appena Dylan mi vede, si alza subito dalla sedia e mi si para davanti.

"Harley cos'è successo?"chiede preoccupato.

"Io... insomma stavo portando l'ordinazione al tavolo e un ragazzo ha cercato di trascinarmi da qualche parte" mi fermai cercando di respirare normalmente.

"È ancora qui dentro?"

"Non lo so" sospiro.

Mi prende la mano e mi guida fuori fino alla sala.
Si gira verso di me "dov'è?"
Mi guardo intorno cercando di localizzarlo.
Lo vedo seduto nello stesso posto di prima, non è solo vedo anche altri ragazzi con lui.
Gli indico a Dylan il posto dov'è messo quel ragazzo e lui come una furia si precipita lì.
Qualcuno mi tocca la spalla e mi giro subito.
"Harley cosa succede?"mi chiede Tessa curiosa.

"Sono stata quasi violentata, fortunatamente sono riuscita a scappare".

Vidi tessa spalancare la bocca, la scena faceva quasi ridere ma comunque non era il momento adatto.

"Oddio stai bene?"mi chiede lei abbracciandomi.

" Sto bene tes come vedi non ho nessun segno" dissi scherzando.

Non mi accorsi nemmeno che la musica si era fermata e non mi accorsi nemmeno delle urla.
Mi girai subito da dove proveniva quel trambusto e spalancai gli occhi.
C'era Dylan che stava prendendo a pugni il ragazzo e gli urlava di non mettere più piede qui dentro.
Non ci pensai su due volte, raggiunsi Dylan e gli afferrai un braccio cercando di fermarlo.
"Dylan,fermati" gli sussuro in modo che potesse sentirmi solo lui.
Ma non mi ascoltò.
"Dylan ho detto che devi fermati" urlo.
Lui gira la testa di scatto incontrando il mio sguardo.
Santo cielo, i suoi occhi facevano paura.
Aveva gli occhi scuri dalla rabbia e la mascella contratta.
Mollò la presa e scostò il mio braccio precipitandosi fuori.
Arrivarono i buttafuori e presero il ragazzo mal ridotto accompagnandolo verso l'uscita.
Non so nemmeno io cosa mi prese.
Inseguii Dylan fuori e lo vidi che assestava ancora dei pugni al muro.
Mi parai davanti a lui prendendogli il pugno in modo da poterlo fermare.
Lui mi guardò negli occhi e sembrò calmarsi un po'.
Si allontanò da me sedendosi sull'unica panchina che c'era ed io feci lo stesso.
Passò qualche minuto o un'ora prima che dylan alzasse lo sguardo.
"Mi dispiace" dice all'improvviso.
Lo guardai stupita.
"Per cosa dylan?"

" Io dovevo essere con te a sorvegliarti" abbassò lo sguardo.

" Hei, guardami. Va tutto bene, so cavarmela" gli presi il viso in modo da poterlo guardare negli occhi.

"Rimedierò" dice dandomi un abbraccio che io ricambiai.

Ritornammo dentro e io ripresi a lavorare anche se dylan insisteva a mandarmi a casa.
Lavorai con tranquillità, come se non fosse successo niente e quando conclusi il turno dylan mi accompagnò alla macchina per assicurarsi che non mi capitasse nulla.
È stato veramente dolce da parte sua.
Tornai a casa verso le due di notte e cercai di non fare nessun rumore dato che i miei erano a letto da un bel pezzo.
Appena mi sdraiai sul letto mi addormentai subito da quanto stanca ero.

Non so che ore erano quando mi svegliai.
Mi alzo dal letto e vado in bagno per dare una ripulita al viso e ai denti.
Quando fui davanti allo specchio mi ritrovo una me decisamente orrenda.
Avevo il rossetto e il mascara sbavato e per non parlare dei miei capelli che sembravano come se avessi fatto una lotta.
Non potendo più guardare quell'orrendo spettacolo presi delle salviettine umide ed iniziai a ripulirmi il viso da ogni residuo di trucco.
Ora guardandomi allo specchio non sembravo più un mostro.
Mi lavai i denti e pettinai i capelli, andava molto meglio.
Tornai in camera e presi il telefono per vedere l'ora.
Appena lo accesi notai un messaggio da un numero sconosciuto.

"Buongiorno,quando ti svegli mi puoi chiamare?
Dylan".

Oddio cosa avevo combinato?
Sicuramente mi vorrà licenziare per quello che ho fatto, ecco lo sapevo che tutto questo sarebbe finito da un momento all'altro.
Chiamai subito Dylan spaventata.
"Hei" mi risponde lui.
"Hei, volevi dirmi qualcosa" chiedo agitata.
" Sì, sei libera per una colazione con me?"
Tirai un sospiro di sollievo.
" Certo, dove ci vediamo".
"Da danny ' s verso le 11?"
"Va bene".
Conclusi la chiamata e notai che erano le dieci e mezza.

"Oh merda ho solo mezz'ora per prepararmi".

Non badai molto a quello che indossai, sinceramente non me importava più di tanto.
Raccolsi i capelli con un elastico formando una coda alta.
Presi il mascara e lo passai sulle ciglia.
Per il resto poteva andare bene.
Presi le mie solite vans e me le infilai ai piedi, dopodiché uscii di casa alla svelta salutando i miei genitori.

Alle undici precise ero davanti al bar e dylan arrivò due minuti dopo di me.

Il suo magnetico sorrisoWhere stories live. Discover now