Prologo

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La storia inizia qui, nella piccola casa di mio padre, John. In realtà é il mio patrigno, ma questa parola mi suona offensiva, e lui non la merita. Un tuono mi aveva svegliato, facendomi cadere giù dal letto. Dicendo tante belle parole a Zeus mi ero rialzata, cercando le coperte cadute a terra. I miei occhi blu, ancora impastati dal sonno, facevano fatica a distinguere il contorno delle figure. Dopo essere inciampata trenta volte ed aver sbattuto il mignolo contro un mobile ero finalmente riuscita a raggiungere la luce; eppure, quando l'avevo accesa, la situazione non era migliorata minimamente. Che nottata! Sarebbe stata dura. Quando i miei occhi si erano abituati alla luce ero finalmente riuscita a trovare le coperte perdute ("The losts blankets", prossimamente al cinema!) e mi ero diretta di nuovo verso il letto. Mentre barcollavo verso la mia meta, il mio sguardo era caduto su di uno specchio: avevo visto una ragazzina dagli occhi furbi, blu come l'oceano, ed i capelli castani corti. Di corporatura non ero né esile né grassa: una via di mezzo, insomma... Mio padre diceva che somigliavo terribilmente a mio fratello, ma poi ammutoliva di nuovo; dopo queste parole io restavo sempre all'erta, pronta ad udire almeno un'altra parola su mio fratello, ma uscivo solamente il silenzio tombale. Chi è mio fratello? Non ne ho idea. Oddio, ho dimenticato di presentarmi! Mi chiamo Lisa Bianchi, e sono colei che vi racconterà le sue avventure.

Inazuma: la Cometa BiancaWhere stories live. Discover now