Non solo un sogno

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Capitolo 15

Allungo le braccia e le gambe stirandole per bene, mantenendo ancora gli occhi chiusi, mentre attingo a quella sensazione di benessere che mi avvolge come una coperta; tiro ancor più su quella vera e ci stropiccio contro il viso, mugolando quasi di piacere, non mi capitava da così tanto tempo di svegliarmi in questo modo. Forse non è mai successo di sentirmi così... così... appagato? Completo? Immergo la faccia nel cuscino soffocando il sorriso scemo che tenta in tutti i modi di scappare fuori, di mostrare al mondo quanto mi senta felice, davvero felice finalmente. Oltre a quanto io sia socialmente imbarazzante anche nella mia gioia, perché avrei voglia di abbracciare qualsiasi cosa, persino un palo della luce se l'avessi di fianco e invece, ho qualcos'altro che mi dorme vicino e che si muove in risposta al mio movimento. Apro gli occhi ed eccolo lì... bello, tenebroso anche con gli occhi chiusi, ma meno imbronciato e questo mi spinge ad avvicinarmi per baciargli le labbra almeno una volta o forse un paio, o poco più; passo un dito lungo la linea del suo naso risalendolo e d'istinto fa una smorfia, scuotendo la testa infastidito, girandosi su se stesso.

Sbuffo un po' offeso, possibile che anche mentre dorme mi deve dare le spalle? Provo a voltarlo, ma rimane fermo dove è, poso anche il mento sul suo braccio, cominciando a soffiargli contro, ma con una mano mi scaccia via neanche fossi una mosca. Ok, ho capito: è antipatico ventiquattro ore su ventiquattro, buono a sapersi, però... io ora che faccio visto che il mio nuovo dispensatore di coccole ufficiale non vuole saperne di svegliarsi?

Mi metto a sedere e mi guardo attorno, non c'è molto da fare e la televisione è ancora imballata, il salotto è un mezzo disastro perché qualcuno e non voglio fare nomi, non si è degnato di aiutarmi. Scivolo via dal letto e una fitta atroce mi colpisce giù in basso, molto in basso, tanto da piegarmi su me stesso e gemere dal fastidio. Deve proprio fare così male la prima volta?! Accidenti, non ho neanche niente da darmi, o da prendere e dubito che Derek abbia un antidolorifico in casa. Raccolgo i miei vestiti, trovandoli un po' ovunq-... come è finita la mia maglietta sulle scale a chiocciola? No, non credo di volerlo sapere, anche se tecnicamente lo so perché c'ero. Eccome se c'ero.

Recupero tutto e vado in bagno a darmi una sistemata, facendo la doccia più veloce della storia nei miei quasi diciassette anni di vita, per poi uscire tutto pulito e profumato grazie anche allo shampoo di Derek, di cui ho ampiamente approfittato; ora che i miei capelli sono più lunghi ci tengo a tenerli per bene, non me ne farà una colpa se è accidentalmente finito, spero. Mi vesto ed esco dal bagno, anche se la maglia sembra un po' troppo larga, è strano ma non ci faccio molto caso; con uno sguardo noto che Derek è ancora addormentato profondamente sul letto, di soppiatto mi avvicino e mi metto in ginocchio dalla sua parte per guardarlo meglio, perdendomi.

Sembra così tranquillo, così sereno e... dannatamente fotogenico. Sorrido non resistendo all'impulso di scattare anche a lui qualche foto da varie angolazioni, risalendo pure sul letto, per usare infine la migliore come salvaschermo: un suo primo piano, semplice e appena illuminato da un raggio di sole che filtra e si riflette sul suo viso e che riesce da solo a farmi battere più forte il cuore.

Mi sdraio al suo fianco e rimango a guardarlo per un tempo che pare infinito, non so quanto sia se ore o minuti, ma sono abbastanza per convincermi che sono assolutamente e completamente fregato. Lo sapevo anche prima, ma adesso c'è il peso di questa certezza che sento ed è palpabile, impossibile da ignorare...

Come il lamento che sento provenire dal mio stomaco, mettendo subito entrambe le mani sopra intimandogli di stare zitto, ma un ulteriore protesta da parte sua mi dice che forse dovrei dargli retta e preparare la colazione. Sospiro sconsolato, ma l'avevo letto da qualche parte che certe attività facevano salire l'appetito, potrei ricordarmelo per la prossima volta e preparare qualcosa prima da mangiare poi a letto e... mi picchio la fronte col telefono, non è il momento di pensare certe cose Stiles!

Before your eyesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora