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Caro River Phoenix, 

la camera di May, a casa di papà, è come allora. E' rimasta uguale, a parte il fatto che la porta è sempre chiusa, e che dall'interno non viene alcun rumore. A volte mi sveglio da un sogno e mi pare di sentire i suoi passi, mentre rientra di nascosto dopo aver trascorso la serata fuori. Il cuore mi batte forte per l'eccitazione, e mi tiro su a sedere, finchè non mi torna tutto in mente.

Se non riesco a riaddormentarmi, mi alzo e cammino in punta di piedi lungo il corridoio, giro la maniglia senza farla cigolare ed entro nella sua stanza. E' come se non se ne fosse mai andata. noto ogni particolare, ed è tutto come quella sera, quando siamo andate al cinema insieme. Le due mollette sul ripiano del cassettone, disposte a croce. Le prendo e me le metto nei capelli. Poi le ripongo accuratamente al loro posto, a croce, la punta rivolta verso la boccetta quasi vuota del suo profumo preferito e verso il tubetto di lucidalabbra brillante che non aveva mai sulla labbra quando usciva di casa, ma che le vedevo sempre quando rientrava. La mensola più alta della libreria è occupata dalle sue collezioni di occhiali da sole a cuore, candele consumate a metà, conchiglie e minerali. Mi sdraio sul suo letto e guardo le sue cose, mentre cerco di immaginarmela ancora qui. Fisso la bacheca tappezzata di fiori essiccati fermati da puntine, oroscopi strappati da qualche rivista e fotografie. Una ritrae noi due da bambine, su un carretto con la mamma, in estate. Un'altra era stata scattata prima che andasse al ballo della scuola: May indossa un vestito a sottoveste lungo, e nei capelli ha la rosa che adesso è appuntata alla bacheca.

Apro il suo armadio e guardo le magliette con i lustrini, le minigonne, i maglioni tagliati al collo, i jeans strappati sulla cosce. I suoi vestiti sono audaci, come lo era lei.

Alla parete, sopra il suo letto, c'è un poster dei Nirvana, e accanto c'è una tua foto, presa da Stand by Me - Ricordo di un'estate. Hai una sigaretta tra le labbra, gli zigomi alti, i capelli biondi. Mia sorella ti adorava. Mi ricordo la prima volta che vedemmo il film. Fu poco prima che i nostri genitori si separassero, e che May cominciasse le superiori. Era tardi e tutt'e due eravamo ancora sul divano, sotto una montagna di coperte, con una ciotola di popcorn in mano. Stavamo guardando la tv, quando cominciò Stand by Me. Non ti avevamo mai visto. Eri così bello. No, eri qualcosa di più: era come se ti conoscessimo. Nel film ti prendevi cura di Gordie, che aveva perso il fratello maggiore. Lo proteggevi. Ma avevi anche tu i tuoi problemi. I genitori degli altri ragazzi, gli insegnanti, tutti gli abitanti di Castle Rock ti credevano un buono a nulla per via della reputazione della tua famiglia. Quando pronunciasti quella battuta: «Vorrei solo poter andare in un posto in cui nessuno mi conosce.», May si voltò verso di me e disse: «Mi piacerebbe tirarlo fuori dallo schermo e portarlo qui, nel nostro soggiorno. Lui ci appartiene, non credi?» E io annuii.

Alla fine del film, May era già innamorata di te. Voleva sapere che aspetto fisico avessi adesso, così cercammo sul computer di papà. C'erano un sacco di foto, alcune tratte da Stand by me, altre successive. Ma in tutti quegli scatti sembravi vulnerabile e duro allo stesso tempo. E poi scoprimmo che eri morto. Overdose di specula. Avevi solo ventitrè anni. Fu come se il mondo si fosse fermato. Un attimo prima era stato come averti lì, in quella stanza. E invece non eri più su questa terra. 

Quando ci ripenso, ho come la sensazione che sia stato in quel momento che le cose hanno cominciato a cambiare. Forse allora non riuscimmo a esprimerlo a parole, ma la notizia della tua morte ci mostro per la prima volta che anche l'innocenza poteva avere un destino tragico. Poi May spense il computer e si asciugò le lacrime. Disse che, per lei, saresti rimasto vivo per sempre.

Dopo quella sera, ogni ogni volta che guardavamo il Stand by Me (comprammo il DVD, e quell'estate lo rivedemmo all'infinito), abbassavamo il volume a zero nella scena in cui Gordie dice a Chris -il tuo personaggio- è estate ucciso. Non volevamo sentirlo. Con quell'alone di luce intorno alla testa... eri un ragazzo, ungarico che sarebbe diventato un uomo. Ed era così che noi volevamo vederti, perfetto ed eterno.

Lo so che May è morta. Voglio dire, il mio cervello lo sa, ma a me sembra così irreale. La sento ancora qui, con me. Come se una notte dovesse entrare dalla finestra, dopo essere uscita di nascosto, e raccontarmi quello che ha fatto. forse, se imparerò a essere un po' più come lei, capirò come vivere senza di lei.

Con affetto, Laurel.



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⏰ Letzte Aktualisierung: Nov 22, 2015 ⏰

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Noi siamo grandi come la vita. - Ava DellairaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt