::20 salvation

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Il cimitero era tetro, nonostante il sole illuminava quelle lapidi troppo monotone. Un ragazzo biondo era inginocchiato sul terreno, scostando la terra e appoggiando dei fiori gialli su quella piccola buca che aveva scavato con le sue mani.

«Calum odiava il giallo» dissi in una smorfia. Il ragazzo si girò subito, cercando di formulare qualche frase, ma non faceva altro che balbettare. Si alzò da quella posizione accovacciata, facendo ombra sulla mia piccola stazza a causa della sua altezza.

«Lo so, ma il fioraio aveva solo quelli» cercò di ridacchiare, imbarazzato. «È da un bel po' che non ci vediamo, Sky»

«Dal funerale...» ricordai, toccandomi il ventre senza pensarci. «Non pensavo saresti venuto di nuovo Luke.»

«Tu» balbettò. «Sei cambiata, a quanto vedo» mi squadrò, soffermandosi sulla mia pancia sproporzionata. «Michael mi ha detto che sei incinta»

«È strano come io vi trovi sempre qui.» cercai di essere sarcastica, tirando un sorriso.

«Stavo per andare a casa tua, infatti... Volevo parlarti» sospirò, come se avesse paura di esprimere le sue emozioni. Lo guardai interrogativa e lui solo prese una lettera dalla tasca interna della giacca. «Ho trovato questa negli appunti che prendevamo quando scrivevamo le canzoni insieme. Non so perché ce l'ho io se ha il tuo nome» me la porse.

«Perché l'ha lasciata lì?» mi interrogai, squadrando quella busta bianca pallida con una data scritta in basso affiancata dal mio nome.

«Dopo che la band si sciolse, io e Calum cercammo di fare un progetto nostro, stavamo cercando di comporre delle canzoni» si spiegò. «La data risalente della lettera è dopo il ballo»

«Grazie.» lo guardai incredulo, per poi congedarmi in fretta ed evadere da quel posto lugubre e che mi faceva riaffiorare ricordi.

Il bus che presi poco dopo mi portò a casa di Taylor, mentre la lettera veniva rigirata fra le mie mani cercando di darne un senso. Vari sentimenti contrastanti occupavano la mia mente; il timore di aprirla era troppo insieme alla paura di versare altre lacrime. Mi ero ripromessa di non farmi buttare giù ancora, ma sentivo che quella lettera non faceva altro che aumentare l'ansia di non farcela. Con un sospiro e le lacrime trattenute da un finto sorriso, scesi dal mezzo di trasporto e bussai alla porta della mia migliore amica. Lei mi aprì sorridente, ma la sua espressione gioiosa si spense quando vide delle lacrime sulle mie guance rosee.

«Oh Sky» si preoccupò, stringendomi a sé e facendomi entrare nella sua casa accogliente. Mi fece sedere sul divano e mi portò da bere, cercando di farmi calmare, ma nulla riusciva a farmi stare tranquilla oltre alla voce del mio ragazzo, che non avrei sentito più.

«Cosa è successo?» domandò, con le ginocchia sul pavimento e quell'espressione intimorita sul volto.

«Luke mi ha dato questa» gliela porsi, singhiozzando. «Non sono pronta a leggerla, cadrei più in basso di quanto già non sto. Non voglio spezzarmi ancora»

«Allora strappala, falla in mille pezzi, il dolore non deve appropriarsi della tua vita» mi consolò, porgendomela di nuovo e intimandomi di farci qualcosa con quella lettera spiegazzata. La presi con le mie dita piccole e la osservai ancora, una lacrima ci cadde sopra bagnandola. Respirai a fondo prima di decidere cosa era meglio fare. Mi asciugai gli occhi con un fazzoletto e con le maniche della mia felpa strisciai le mie mani più volte sulle mie cosce, cercando di scaricare il nervosismo e dopo la revisionai di nuovo.

«Vuoi stare male ancora o vuoi andare avanti? Questo dipende da te.»

Lo strappo che susseguì quella frase rimbombò fra le mie orecchie come se si fosse rotto qualcosa che non sarei riuscita a ricucire. Ed era così, non sarei riuscita a mettere insieme i pezzi del mio cuore che volavano via come quei fogli che svolazzavano nell'aria fino a cadere a terra. Avevo bisogno di Calum per guarire da quelle ferite causata dal filo spinato che circondava il mio cuore ormai di pietra. Ma lui non c'era, la mia salvezza era ormai scomparsa e non riuscivo a sentirlo, abbracciarlo e ritornare ad essere quella ragazza spensierata che lui aveva amato. Perché il tempo mi aveva cambiata e con esso aveva portato via tutto quello per cui una volta avevo sognato.

Dovevo trovare nuovi ideali, nuove ancore, nuove spinte per ritrovare la mia Sehnsucht. La speranza la vedevo così lontana ormai.
Un pezzo di carta si appoggiò sul mio ginocchio e citava "Non mollare mai". Lo strinsi a me, mentre Taylor mi abbracciava.

Era tempo di rinascere, era tempo di andare avanti con la mia salvezza; anche se ormai era sparita sotto terra.

Sehnsucht »calum.☀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora