II

22.1K 965 249
                                    

Le urla gli spaccarono i timpani, rendendogli la testa ancora più confusa.

In mezzo a tutto quel turbinio fastidioso di persone rivide un paio di occhi verdi che gentilmente lo avevano toccato, riportandolo per un po' sulla terraferma.

Si scostò, sentendo semplicemente l'aria sferzargli sul viso, sentendo già gli occhi pizzicare per via del dolore.

Il paradenti non era del tutto in grado di compiere il proprio dovere, perché si ritrovò a voltarsi di lato e sputacchiare del sangue dalla bocca.

Sentì le labbra spaccarsi fastidiosamente, ricordandogli di essere vivo. Delle volte dimenticava di quel piccolo dettaglio, lasciandosi trascinare dalle emozioni che lo divoravano del tutto.

Schivò un pugno solo all'ultimo secondo, schermandosi il viso con le braccia. Le mani fasciate e ricoperte comunque di sangue gli ricordarono di essere ancora vivo e sul ring.

Il ragazzo incazzato che aveva di fronte sembrava non volergli dare assolutamente tregua; era uno di quelli che non si perdevano in chiacchiere, per così dire, ma che andavano al sodo.

Louis si sentì attaccato ancora e ancora, lasciandolo ad ansimare senza fiato. Gli girò la testa nel notare quanta gente avesse accerchiato quello squallido ring nascosto, quante banconote fossero sollevate in aria e quante urla perforanti lo stessero incitando a metterlo fuori gioco.

Il cuore gli esplose in milioni di scintille quando venne colpito allo stomaco e fu costretto ad accasciarsi al suolo per un paio di secondi.

Sputacchiò, ripulendosi la bocca col dorso della mano già ridotta in brandelli, tirandosi nuovamente su. Non poteva di certo lasciarsi sopraffare da quel ragazzo, aveva bisogno di soldi, aveva bisogno di vincere.

Perciò sferrò qualche calcio a vuoto, sentendo la rabbia crescere e le forze venire meno. Era stato colpito troppo volte ed il corpo iniziava già a non farcela più. Ma il pensiero di lasciarsi massacrare e magari lasciarsi vedere scosso ed indifeso gli incendiò le vene.

Digrignò i denti e con dei giri in tondo riuscì a distrarlo quel tanto che bastava per potergli sferrare dei pugni sul viso, stordendolo. Gli si avventò senza tregua, colpendolo ripetute volte fino a vedersi sporcare del suo sangue.

La testa iniziò a vorticargli pesantemente ma non riuscì ad evitare l'adrenalina crescente in corpo.

Il pubblico urlava e si dimenava attorno a lui, ridendo e gioendo per la scommessa ormai vinta.

Il ragazzo si lasciò andare e dopo un paio di minuti, Louis, si ritrovò senza capire più niente con della gente attorno che acclamava la sua vittoria.

Il sangue che sputacchiò lo riportò alla realtà, ricordandogli di quello che aveva appena fatto. Aveva massacrato il suo avversario e se ne compiaceva, non aveva nessun rimorso per quello schifoso figlio di puttana che gli aveva quasi rotto il setto nasale.

Quando si ritrovò a barcollare vicino casa, un capogiro più forte degli altri lo fece accasciare proprio sotto al lampione a bordo strada.

Un afflusso più prepotente di sangue gli scolò a fiotti dalle labbra rendendolo debole.

La vista sfocata lo rendeva nervoso, ma si rialzò comunque, perché niente lo avrebbe buttato giù così facilmente. Era sempre stato forte abbastanza per non essere costretto a chiedere aiuto a nessuno. Si era sempre fatto strada da solo, si era occupato di se stesso senza il bisogno di niente.

Eppure, un campanello d'allarme gli ricordò che in realtà si era lasciato cullare da qualcuno, che proprio in quel momento lo stava fissando dalla sua finestra.

I See Your true colors (And That's why I love you)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora