Cenerentola - Perrault

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"C'era una volta, in un paese lontano, un gentiluomo vedovo che viveva in una bella casa con la sua unica figlia. Egli donava alla sua adorata bambina qualsiasi cosa ella desiderasse: bei vestiti, un cucciolo, un cavallo... Tuttavia capiva che la piccola aveva bisogno delle cure di una madre. Così si risposò, scegliendo una donna che aveva due figlie giovani, le quali, egli sperava, sarebbero diventate compagne di giochi della sua bambina. Sfortunatamente, il buon uomo morì poco tempo dopo, ed allora la matrigna mostrò la sua vera natura".

Già l'inizio mi lascia un po' di perplessità.

Punto numero uno: quale genitore non regalerebbe un cavallo alla figlia?
Ma certo, è all'ordine del giorno ricevere cavalli per il compleanno.
Pure io ho chiesto a mia madre un cavallo per il mio dodicesimo compleanno... Ancora lo aspetto, ma sono fiduciosa che, un giorno, come per miracolo, puff!
Me lo ritroverò davanti casa.

Ma sul serio?
Cioè, la cosa che ci si avvicina di più è il "pony" (Bart e Milhouse) regalato a Lisa per Natale in una puntata dei Simpson.
E va bene, direte, erano altri tempi.
E ve lo concedo.
Forse avete ragione.

Punto numero due: lo stereotipo, così amato nelle fiabe, della matrigna.
Mai che una matrigna sia buona, gentile.
Mai.
E mai che un vedovo sia sveglio, aggiungerei.
O che abbia un puntino di intelligenza, giusto un minimo.
Va bene la necessità di risposarsi, ammettiamo pure perché la bambina "ha bisogno delle cure di una madre" (sì, va bene. Sicuramente è per quello... ), per puro spirito altruistico paterno, ma, dico io...
Si sa che le matrigne sono cattive! Il nome stesso, probabilmente, cercato nel vocabolario, riporta la definizione "donna cattiva che tenta di rimpiazzare la madre e fregarti l'eredità, ammazzandoti".
Ma no.

Il padre non lo capisce mai.

Se la sposa, muore, chissà perché, dopo pochi giorni/mesi, e chi ci rimette?
La povera bambina viziata.
Eh, già.
E così l'innocente piccola passa dallo status di viziata a quello di bistrattata, il tutto nel giro di poco tempo.

Perché la matrigna mostra la sua vera natura dopo che il padre schiatta.
Certo.
Prima si finge perfetta, buona, innocente e candida.
E il cretino ci casca, ovviamente.
Qualcosa mi dice che in realtà non l'avesse sposata per le doti morali, ma per altri tipi di doti...

"Era dura e fredda, e profondamente invidiosa della dolcezza e bontà della sua figliastra, perché queste qualità facevano per contrasto apparire le sue due figlie, Anastasia e Genoveffa, ancor più meschine e brutte. Le sorellastre andavano riccamente vestite, mentre la povera ragazza era costretta ad indossare un vestito semplice e grossolano, ed un grembiule, e a compiere in casa tutti i lavori più pesanti".

Ecco.
Mi correggo: la piccola passa dallo status di viziata a quello di serva di casa.
Sfruttamento minorile senza neppure un minimo di paga.
Cose da chiamare Barbara D'Urso e tutta la troupe di "Pomeriggio cinque".
Ci avrebbero fatto uno speciale, altro che Belen e Stefano.
Chiaro che quel cretino del padre, prima di spirare, non abbia pensato a lasciare qualcosa, che so, un testamento, per esempio.
Insomma, qualcosa che indichi come sua erede la povera bambina, alla quale - RICORDIAMOLO - non è stato attribuito alcun nome.
A noi interessano i nomi delle sorellastre, però.
Anastasia e Genoveffa.
E ovviamente quelle due se ne vanno in giro vestite Dolce e Gabbana, mentre alla protagonista fanno indossare un vestito semplice e un grembiule, giusto perché le vogliono molto bene...

E la cosa scioccante è che lei accetta passivamente tutto.

Bah.

Evidentemente, neppure lei è così sveglia.

L'insostenibile leggerezza delle fiabeWhere stories live. Discover now