La sveglia suona troppo presto per i miei gusti, ma non è quella a convincermi ad alzarmi. Un odore di cioccolata impregna la stanza, risvegliando il mio stomaco. Guardo sulla scrivania e trovo un vassoio. Mi alzo, lo prendo e appoggio sul letto. Mangio i biscotti immersi nella bevanda calda, sorridendo al biglietto ritrovato di fianco alla tazza.

''Buongiorno dormigliona! Sono di sotto, mangia e vestiti che ti accompagno io oggi, ti voglio bene, Sally.''

Faccio come ha detto lei e la raggiungo una volta pronta. Non sono molto amichevole la mattina, ma vederla sorridere e prendersi cura di me, porta a galla il mio buon umore. Chiacchieriamo e cantiamo per tutto il tragitto in macchina, cercando di non pensare a quando se ne andrà. Arriviamo dieci minuti in anticipo, così mi accompagna all'entrata. Camminiamo a braccetto come è nostro solito fare, evitando le occhiate del resto delle persone. Meredith mi manda un messaggio proprio quando raggiungiamo il portone, dicendomi che era già dentro per un consulto rapido con delle sue compagne di corso di arte.
<< Allora, chi è? La tua innamorata? >> mi prende in giro la mia amica.
- Molto divertente - le do una gomitata giocosa sul braccio, intravedendo alle sue spalle Jade. Lei si accorge io stia guardando da tutt'altra parte e si volta. Le sussurro all'orecchio quale del gruppo che sta arrivando sia lei, chiedendole cortesemente discrezione. Io prendo il cellulare per vedere quanto manca all'inizio delle lezioni, dovendo passare a prendere le mie cose. Mancano cinque minuti. Quando rialzo lo sguardo, lei mi sta fissando.
<< Hai proprio dei gusti particolari tu >> come darle torto. Aspetto dica altro, sperando non sia tutto quello che ha da dire.
<< È bella, non posso negarlo, fisicamente parlando devo dire che hai fatto centro >> e mi porge la mano. La stringo con fare giocoso, prendendomi meriti che non ho, ma solo noi lo sappiamo.
<< Mi raccomando, qualsiasi cosa chiamami >> ed ecco che il suo lato protettivo emerge. L'abbraccio ringraziandola, dopo di che le lascio un bacio sulla guancia. La guardo allontanarsi e quando è ormai lontana entro nell'istituto. Le prime due ore passano velocemente, mentre quella di spagnolo troppo lentamente. Arriva il cambio d'ora e mentre vado a prendere i libri di musica, noto da lontano quegli occhi verdi che mi fanno impazzire. Sono così concentrata su di lei, che mi rendo conto dopo un paio di richiami che qualcuno sta dicendo il mio nome. Mi volto per incontrare una chioma castana così come i suoi occhi.
- Mike, ehi! - finalmente lo degno della mia attenzione. Mi sorride.
<< Tutto bene? Sembravi persa >> e lo ero. Lo rassicuro che sia tutto a posto, per poi fare un breve tragitto insieme. Chiacchieriamo del più e del meno, fino a che non dobbiamo ripassare dalla direzione da cui sono venuta, avendo le classi vicine. Gli chiedo se ha delle novità, se è successo qualcosa di nuovo, ma nega e la butta sulla sua vita monotona. Io invece gli accenno a qualcosa successo con Jade, esprimendogli i miei dubbi. Rimanendo sul vago, non riesce a darmi consigli veri e propri, andando a confortarmi con una pacca sulla spalla per farmi coraggio. Non mi sembra il luogo adatto per raccontagli tutto, ma soprattutto non abbiamo ancora la confidenza necessaria.
<< Ma che carini >> dice una voce alle nostre spalle. Mi è familiare, ma non ricordo di chi fosse. Incito il moro a non fermarsi e a continuare a camminare, non sapendo chi abbia parlato e se effettivamente si riferisca a noi. Lui inizialmente fa come chiedo, ma poi è costretto a fermarsi, poiché strattonato.
<< Sto parlando con voi, siete sordi per caso? >> non ci credo. Quando ci giriamo, ecco che davanti a noi si presenta il bulletto dell'altra volta. Deve avercela effettivamente con Mike, dato che lo sta di nuovo importunando senza motivo.
<< Hai bisogno di qualcosa? >> per fortuna è un ragazzo pacato ed io con lui. Più o meno. Lui lo guarda stizzito, dopo di che lo lascia.
<< Direi che abbiamo una nuova coppietta qui >> sbotta. Mi fa salire i nervi. Ma poi a che proposito?
- Non sapevo che chiacchierare con qualcuno definisse la coppia - non risponde, ovviamente.
- Secondo il tuo ragionamento, adesso siamo una coppia aperta - sento delle risate intorno a noi, il mio amico si trattiene appena, stando comunque più avanti di me, evidentemente insicuro sulla reazione del ragazzo. Preso in contropiede, non risponde, ma gli si legge in faccia quanto sia imbarazzato per la figuraccia appena fatta.
<< Che bel caratterino >> sorride sornione.
- Grazie, me lo dicono spesso - gli faccio un occhiolino provocatorio, non sapendo mai quando stare zitta.
<< Beh? Tutto qui quello che hai da dire? >> con tono annoiato, Mike fa notare quanto sia banale il suo motivo per attaccare briga. Facciamo spallucce entrambi al suo silenzio, decidendo erroneamente quindi di andarcene. Riusciamo a fare letteralmente tre passi, prima che io mi senta afferrare da dietro e immobilizzare.
<< Dove credi di andare? >> il nulla. È questo quel che sento per un momento. Questa frase, la situazione, mi paralizzano le gambe e i sensi, portando a galla la violenza subita gli anni precedenti. Riesco a riprendermi solo quando sento il mio amico imprecare. Mi riscuoto dal vuoto in cui sono caduta con la mente e il corpo. Due ragazzi lo mantengono, sono poco più alti di lui ma non troppo robusti.
- Lasciami! - sbotto irritata, fomentata poco dopo dall'indifferenza delle persone attorno a noi. Non ho idea di che gente frequenti Jade, ma questo bulletto senza cervello non centra niente con lei.
<< Oh no, bambolina, ora io e te guarderemo il tuo ragazzo venire pestato >> il tono della sua voce è quasi sadico, mi spaventa.
- Ma che razza di problemi hai! Tu sei malato! - vedo uno di loro colpire il moro, che trattiene un gemito di dolore. Strattono cercando di liberarmi, ma è troppo forte. Stringe i miei avambracci sempre di più per impedirmi di muovermi, mentre incoraggia gli amici a picchiare Mike davanti a tutti.
<< Lasciala stare, bastardo! >> nonostante venga mal menato, cerca comunque di difendermi. In un impeto disperato di liberarmi, sbatto la testa contro il suo viso. Sento un rumore di denti che stridono, deducendo di aver beccato il mento. Allenta la presa, permettendomi di liberarmi e correre verso i due ragazzi. Uno di loro decide di venire a fermarmi, ma viene distratto da un tonfo, permettendomi di sorpassarlo.
- È tutto okay? Fammi vedere - scruto il suo viso pieno di lividi, il labbro spaccato. È riuscito a liberarsi e a prendere distanza. I tre nostri ormai aguzzini si riuniscono, pronti ad accanirsi contro di noi.
<< Ci penseremo dopo, ora dobbiamo capire come liberarci di loro >> non ha tutti i torti.
<< Francisco, tutto bene? >> si preoccupano i due. Il nome non gli si addice proprio. Anzi, è quasi ironico abbia un nome così elegante, lui che è così burbero e prepotente.
<< Imbecilli! Perché lo avete lasciato! Prendetelo subito e portatemi la ragazza, faremo i conti >> ansia. Sto cercando di rimanere lucida, ma ho paura. Il corridoio è vuoto e la campanella è appena suonata. Sono rimasti in pochi a guardare, nessuno però che cerca di aiutarci.
<< Quale è il tuo problema!? >> e ce lo stiamo chiedendo tutti. Cosa può spingere un ragazzo ad agire in questo modo? Popolarità? Arroganza? Per non parlare chi si lascia sottomettere o gli sta dietro. Cosa potrà mai portare due adolescenti a star dietro ad un bulletto di 21 anni?
<< Cos'è, ti fai aiutare da una ragazza e pensi di poter anche far il figo? >> credo davvero abbia dei vermi al posto dei neuroni.
" Hai un problema con le ragazze più forti di te? " il mio cuore perde un battito. Volto il capo alla mia sinistra, vedendola fermarsi proprio al mio fianco. Istintivamente mi nascondo dietro di lei, afferrando con le mani tremanti i suoi vestiti.
<< Levati di mezzo, non ti riguarda >> si avvicinano a passo lento, testando il terreno. Mike si mette davanti a noi per proteggerci, beccandosi l'ennesimo pugno in pieno viso da parte di uno di tirapiedi di Francisco. Vacilla e cade a terra, pulendosi il sangue che esce dal naso. Si alza barcollante e si rimette al nostro fianco.
<< È proprio uno sfigato il tuo ragazzo, perché non provi con me bambolina? >> si avvicina sempre di più.
- Non è il mio fidanzato, cazzo! Lasciami stare! - la mia supplica esce più disperata di quel che volessi.
" Adesso smettila e lasciali stare ". Non mi aspettavo intervenisse davvero. Ma cosa potrà mai fare contro tre di loro? Non saranno dei lottatori o palestrati, ma son pur sempre tre ragazzi.
<< Fatti i fatti tuoi, non sono il tuo cane che ubbidisco ai comandi! >> ed è un attimo. Lei mi spinge contro il moro affianco a noi che mi afferra sorpreso, evitando in tempo un gancio destro. Ci allontaniamo d'istinto, mettendoci dietro di lei.
" Adesso il tuo problema sono io, non loro" Jade mi copre la visuale con il suo corpo. Evita due pugni, per poi colpirlo all'addome con un calcio che lo fa vacillare, ma non cadere. Stanno per assalirla anche gli altri due, ma vengono fermati.
<< Che succede laggiù? Fatemi passare! >> sento la voce in lontananza di uno degli insegnanti, ma non riesco a riconoscere di chi sia effettivamente. Gli studenti iniziano ad andarsene in fretta, come se il solo fatto di trovarsi li, a osservarci senza far nulla, li rendesse complici. Cosa che sono, di fatto e ai miei occhi. Vigliacchi e codardi. Lei si guarda le mani, poi guarda me. Si avvicina a noi mentre l'insegnate inizia a discutere con i presenti, io sto controllando le ferite di Mike ma la testa mi gira e le mani tremano. Solo quando la mora è finalmente al mio fianco mi lascio andare, sento gli occhi chiudersi e qualcuno afferrarmi, poi buio. 

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