Capitolo 203

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Finito il tea, finito quello scambio di parole ritenuto d'obbligo per entrare almeno un po' nella vita l'un dell'altro.. ci alziamo.

"Miss Lenson.." sorride nella mia direzione. "Sarei davvero molto felice se potessi colloquiare con lei in privato signorina, così potremmo finalmente risolvere quello per cui l'ho invitata qui." sorride sistemandosi la camicia.

Lancio uno sguardo ad Harry e Gemma.. "Oh, signori Styles, potete benissimo comportarvi come se foste a casa vostra, penso che gradireste molto un giro turistico della casa. Non c'è stanza che possa esservi celata, quindi.. spero di non risultare troppo scortese se rivelo alcune piccolezze, per così dire, alla signorina Lenson." sorride nella loro direzione.

Harry mi prende un attimo da parte. "Tutto bene per ora?" mi chiede portando una ciocca di capelli ribelle dietro il mio orecchio.

Gemma e Barcley stanno discutendo su un quadro.

"Tutto bene, mi sembra quasi simpatico, solo un po' rigido. Andrà tutto bene, spero." gli sorrido di rimando. "Non preoccuparti."

"Se succede qualcosa, se dice qualcosa che non dovrebbe, basta che tu mi chiami, ok? E io corro ovunque tu sia, non sto scherzando." ridacchia, ma nasconde un filo di parole veritiere sotto quelle che pronuncia come un gioco.

"Nel caso avessi bisogno di te, non esiterò a chiamarti." annuisco rassicurandolo.

"Non vedo l'ora che questa cosa finisca." sospira attirandomi a se.

Appoggia un bacio, l'ennesimo, sulla mia fronte mentre mi avvolge tra le sue braccia.

"Non posso crederci che tu continui ad essere così ansioso.." lo prendo in giro allontanandolo.

Barcley ci sorride. "Allora Miss, la posso accompagnare a fare un piccolo giro?" mi porge il braccio perché io lo prenda.

Annuisco e poi lo seguo mentre mi accompagna fuori dalla casa.

"Questa villa è davvero immensa." ridacchio. "Non si sente mai solo? Come ha trascorso la sua vita Barcley?" gli chiedo mentre passeggiamo per il grande giardino, a passo lento.

"Sa.. non ho trovato l'amore, l'unica persona che volevo mi ha lasciato senza nulla, se non con tanti rimorsi.. così ho deciso di dedicarmi alla cura della casa si Sir. Harvey, lui si che non mi ha mai dato causa di star male. Era sempre così solare, grande amico mio, vorrei aggiungere. Era amico di chiunuqe incontrasse a dire il vero.." ridacchia. "Per quanto mi riguarda, ho condotto una vita soddisfacente, non ho molti rimpianti, l'unico, forse, è quello di non aver viaggiato come avrei voluto."

"Ha figli?" chiedo.

"Oh si.. uno, Karl.. si trova ad Oxford, per gli studi. Grande mente, mi rende sempre così orgoglioso.." sorride.

"E lei.. perché non si prende una bella casa tutta sua, in pensione, potrebbe viaggiare?!" guardo il cielo azzurrino. Nulla sembra poter andare storto.

"Oh Miss, ma questa è già casa mia.. questa è più casa mia di quanto non lo sia stata nessun'altra in cui sul campanello vi fosse il mio nome." scuote la testa ridacchiando. "Spesso casa non è per forza l'edificio in cui dormiamo e beviamo a più non posso.. casa può essere una persona come un luogo non definito, casa può essere ovunque o da nessuna parte, sta a noi decidere." mi sorride.

"Sottoscrivo tutto quello che ha detto Barcley." sorrido. "Era da molto che cercava di mettersi in contatto con me?" gli chiedo.

Prende un grosso respiro.. inala più aria di quanto uno pensi i suoi polmoni possano contenere. "Davvero tanto signorina, tre anni più o meno."

Centuries 3Where stories live. Discover now