Capitolo 201

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Alzo il telefono e lo porto all'orecchio ad una velocità supersonica. Non mi interessa nemmeno più che cosa ha da dirmi questa fottuta persona, voglio solo sapere chi diavolo è. Perciò mi affretto ad un velocissimo: "Pronto!"

La mia voce forse era torppo alta, non so se a causa del'asciugacapelli ancora accesso e rumoroso sul mio letto o se a causa dell'agitazione con cui convivo da ormai 3 giorni.

Harry accorre in camera, con un asciugamano in vita, pericolosamente basso, e i capelli che gocciolano sul pavimento. Si occupa di spegnere il phon e poi mi presta attenzione. Si siede nel letto accanto a me, ha già capito tutto quanto e con un semplice sguardo mi lascia intendere che vorrebbe sentire quello che questa persona ha da dirmi. Lo faccio, metto il viva voce, infondo è più in ansia lui di me.

"Pronto? Parolo con la signorina Lenson? Charter Lenson?!" chiede una voce che mi ricorda un sacco quella di un vecchio: debole, ansiosa, piena di sospiri.

"S-si, sono io." confermo guardando gli occhi di Harry. Mi scruta, attento. Di certo le nostre speranze che fosse tutto uno stupido scherzo da parte di qualcuno che mi voleva semplicemente prendere per il culo, sono sparite. Un vecchio non si mette di certo a sprecare il tempo che gli rimane a fare scherzi telefonici.

"Sono così felice di essere finalmente riuscito a contattarla signorina. Mi scusi se l'ho disturbata." continua a parlare.

"Si figuri. Posso sapere come mai cercava di mettersi in contatto con me?" chiedo cercando di risultare il meno stronza possibile.

"Oh.. signorina, lei non sa quante cose ho da dirle. Non credo che sarebbe bene che io le riferissi tutto quanto da un telefono." io ed Harry sgraniamo gli occhi in contemporanea e poi assumiamo un'aria interrogativa.

Ridacchio in modo nervoso. "Mi scusi ancora, signore, io non credo di conoscerla e non capisco come lei possa conoscere me, o avere qualcosa di così importante da dirmi." ridacchio di nuovo in modo nervoso, giocando con le grinze dei jeans che sto indossando.

"Lo so Signorina Lenson." pronuncia il mio cognome quasi con ribrezzo, ora che ci faccio caso. "Ma le assicuro che non sarà affatto una perdita di tempo, ho le mie buone ragioni per volerla vedere, sono esplicitamente stato incaricato di contattarla, di trovarla, da un persona a me molto cara.. e c'è da dire che è da anni che tento invano. Il fatto che ora lei sia così popolare sulle riviste mi ha aiutato molto, devo dirlo." ridacchia in modo stanco.

Segue un periodo di silenzio.

"Lei lo sa quanto io sono confusa di quello che non mi sta dicendo, vero?" mi risulta la cosa migliore da chiedere.

"Posso solo lonatanamente immaginare l'uragano di emozioni che l'investirà sgnorina, una volta che le avrò parlato a quattr'occhi." sospira. "Spero solo che la sua agenda non sia molto occupata, sa.. sono un vecchio, ed avrei bisogno di parlarle al più presto." ridacchia. "Oh, che sbadato che sono.. non mi sono nemmeno presentato, chiedo umilmente perdono per questo.. io sono Barcley Brown signorina, attualmente mi trovo nella residenza Harvey a Winford, Inghilterra. E gradirei tantissimo che lei potesse arrivare fin qui per me Signorina Lenson" altro ribrezzo. "Perché io possa parlarle, finalmente." posso solo immaginarmi un sorriso sul suo volto.

"Non è uno stupido scherzo giusto? Perché mi creda mi sta mettendo addosso parecchia ansia."

"Lo so, e ne sono spiacente, ma non posso fare a meno." altro respiro affannoso, come se parlare gli costasse caro. Mi ricorda mia madre nei momenti prima di morire. "Ma lei non può nemmeno capire quanto questo povero vecchio sia felice di sentire la sua voce, infinitamente felice."

Mi guardo con Harry. Mi sento a disagio, frustrata, arrabbiata, per qualche ragione che non comprendo, ma la mia pazzia, il mio sesto senso mi dice di fidarmi di quel povero Barcley Brown, e di andare a Winford, per poterlo incontrare, sentire quello che ha da dirmi.

Centuries 3Where stories live. Discover now