"Come posso esservi utile?" chiede continuando a sorridere nella mia direzione.

Harry muove la testa da lui a me, da me a lui.. e poi di nuovo. Io ho smesso di interessarmi alla faccia grossiccia del tizio alla sua finestra e mi sto concentrando sulla borsa per poter tirare fuori il portafogli e qualsiasi cosa mi possa essere utile per compare delle caramelle, o della ciococlata, ho una voglia matta di dolce.

"Harry, io vado a prendere qualcosa da mangiare.." gli sorrido scendondo dall'auto per potermi dirigere verso il negozietto poco illiminato.

Quando entro, mi sento davvero a mio agio quando scopro che il dipendnete alla cassa, non è esattamente un 'il dipendnete' anche se ci si avvicina; è una donna che pare avere quasi più baffi del sigonre lurido di prima. Il fatto che ci sia una presenza femminile mi mette a mio agio. Sono comunque in un Autogrill, a mezzanotte passata, non vorrei ritrovarmi in guai più grandi di me. A dire il vero, ultimamente cerco di evitare i guai in tutti i modi, e se non fosse per quel numero nascosto che mi tormenta, sarei la persona più felice e spensierata del mondo.

Giro per i piccoli corridoi, con degli scaffali bassi bassi, la donna non sembra prestare molta attenzione, ma capisco che è solo per via degli auricolari che ha nelle orecchie, perché non appena se gli toglie i suoi occhi rimangono su di me e mi seguono come piccole lucciole nella mia ricerca di cioccolato. Tengo il portafogli sotto al braccio mentre guardo con attenzione due barrette di ciococlato, indecisa tra il fondente o al latte. Quale delle due seduce di più?

Sto davvero superando il limite.

Sento il campannellino della porta suonare, il che equivale a qualcuno che entra nel mini-market, quando vedo Harry avanzare mi rimetto a scegliere la cioccolata, con lui che avanza nella mia direzione. La donna ora è doppiamente interessata.

"Piccola, ne hai per molto?" mi chiede avvolgendo le braccia attorno alla mia vita ed appoggiando il mento sulla mia spalla, come suo solito fare, attirando la mia schiena al suo petto. "Sono stanco, voglio andare a casa." si lamenta mentre io continuo a guardare la cioccolata.

"Sai Harry, adesso come adesso, non mi importa molto di quello che dici, voglio della buona cioccolata ed è quello che avrò." lo faccio ridacchiare.

"Uh.. qualcuno si sente una diva solo perché è una candidata ora." alza le braccia in segno di resa.

"Bada a quello che dici Styles, ti sei già compromesso per questa sera." lo avverto puntandogli la cioccolata al petto. Ride, nel suo solito e bellissimo modo, con la testa porta all'indietro, il naso arricciato, gli occhi verdi chiusi, e quel suono bellissimo che si propaga per il piccolo posto vuoto.

"Io ho compromesso la mia situazione con te da quando sono nato." mi ricorda.

"In effetti, si." annuisco decisa ridacchiando. Lo sorpasso e poi, con lui alle calcagna, mi dirigo alla cassa.

Porgo alla signora la mia cioccolata (per la cronaca non ha smesso un attimo di guardare ed ascoltare e continua a farlo tuttora, infastidendomi parecchio), e poi guardo Harry, affianco a me. "Dovresti davvero dare una spuntatina ai capelli." gli dico spostandogli qualche ciocca dal viso.

"A me piacciono i miei capelli." mi ricorda.

"Anche a me piacciono, Harold, solo.. una spuntatina. Sono sicura che anche Louise ti ha pregato di lasciarglieli tagliare. Me lo ha detto sai? Mi ha chiesto di convincerti a lasciare che lei possa domare la tua chioma." ridacchio mentre porgo i soldi alla signora.

"E tu, piccolo Giuda, hai accettato una barbaria simile?" mi guarda male.

Usciamo dal negozio, e cammino apposta prima di lui. "Non mi stai nemmeno più vicina ora?"

Centuries 3Donde viven las historias. Descúbrelo ahora