16° Spiegami

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"Dove sei?"

Stringo la cornetta del telefono tra le mani, mentre la mia migliore amica fa scivolare una mano sulla mia schiena, come per dirmi di restare calma.

"Y\N, ti ho giá detto che sono in giro con degli amici. Non c'è bisogno di chiamarmi ogni fottuto minuto!"

Il mio ragazzo alza la voce innervosendosi. Ha passato tutto il giorno fuori casa. Ma ormai va di questo passo da circa un mese. Mi sono abituata a queste tipo di discussioni al telefono, mi sono abituata a parlarne con la mia migliore amica, e soprattutto mi sono ormai abituata a dormire senza di lui al mio fianco e a passare le mie giornate da sola, a casa sua.

"Dovevi tornare sei ore fa, Harry."

Della musica compare all' improvviso dall'altra parte del telefono.

"Fra un po' sarò a casa."

So che non gliene frega piú niente di me. L'ho capito.

"Harry, io sono stufa. Fai quello che vuoi, torna a casa quando ti pare tanto è libera. Le chiavi le hai. Io vado a stare da Erica, credo sia meglio per me stare un po' lontana da tutto questo."

Gli occhi mi pizzicano.

"Cosa? Ma che stai dicendo? Amore.. smet-tila di scherzare."

Sospiro guardando la ragazza mora vicino a me.

"Y\N..rispondi. P-per favore."

La voce traballa, sento rumori di porte che si aprono e si chiudono. La musica non c'è piú.

"Harry, non sto scherzando. Io me ne vado. Ho sempre questa impressione che tu mi nasconda le cose. Se c'è un'altra voglio saperlo, io le cose voglio sentirmele dire. E lo sai."

Asciugo le mie lacrime. E faccio una risatina prima di ricominciare a parlare.

"E sentiti, sei anche ubriaco."

Rumori meccanici continuano a sentirsi come sottofondo.

"No ubriaco. Ho bevuto solo due birre! Parliamone.."

"Non ho piú niente da dire."

"Chiudi la chiamata, vai pure dalla tua amica, che tanto a me non frega dove vai, perchè ovunque andrai io verrò a prenderti."

Sorrido pensando che forse potrei rimanere, ma non penso ormai valga la pena.

"Prima mi dovrai spiegare il tuo mese di assenza totale! Di rendi conto di come possa sentirmi io? Tu mi tradisci, lo so. Non capisco perché non me lo dici! Perchè farmi del male cosi? E io che continuo ad amarti come la ragazzina di due anni fa! Sono così stupida ad amarti come il primo giorno.."

Le mie mani tremano, non sento la sua voce per un po'. E capisco di aver ragione. Sto per chiudere la chiamata quando ricomincia a parlare.

"Se almeno mi apri, ti spiego."

Corrugo la fronte e chiudo la cornetta. Guardo Erica prima di correre alla porta
Alto e bello, come sempre, compare davanti a me.

Distolgo lo sguardo e incrocio le braccia al petto, stringendomi nella sua felpa.

Mi squadra con un leggero ghigno. Ha sempre adorato vedermi in leggings con una sua maglia.

"Fa freddo, non mi fai entrare?"

Si avvicina, il suo profumo mi invade facendomi tremare.

"No."

Un sorriso da ebete cresce sulla sua faccia, che al momento prenderei a schiaffi, e poi a baci.

"Che ti ridi?"

Mi infastidisco quando sorride maggiormente, continuando a guardarmi.

"Rido che sei così bello quando ti arrabbi."

Emetto uno sbuffo e mi giro, per tornare in casa.

Quando due braccia mi tirano contro il suo petto. Le sue mani, che come sempre portano i suoi tanti anelli,  aprono un cofanetto davanti ai miei occhi.

Un anello con un diamante brilla, nel piccolo cofanetto di pelle rossa.
Non so cosa dire, non so neanche piú respirare.

"Se ci fosse un'altra ti presenterei questo?"

La sua voce calda sussurra al mio orecchio. Scuoto la testa.

"Sposerei mai una ragazza che non amo alla follia?"

Alzo le spalle.

"Penso di no."

Lo sento ridere.

"Beh, spero che questo basti a farmi perdonare."

Mi giro, trovando le sue labbra attaccate alle mie. Alzo i miei occhi incrociando i suoi.

Scuoto la testa mentre la sua bocca si apre.

"What? Andiamo, piccola. Ho fatto il babbo natale per un mese. Ho lavato i pannoloni del signor Matthew per un mese! Ho accompagnato una vecchia conosciuta alla panetteria per un mese!"

Io miei occhi si spalancano, dopo che scoppio a ridere.

"Che cosa? Hai fatto tutto ciò, solo per comprare questo?"

La sua espressione diventa infantile.
"Per forza! E ho anche lavorato come al solito! Solo per te."

Scuoto la testa ridendo, contagiando anche lui.

"Mi dispiace. Non volevo farti piangere.."

Una mano accarezza la mia guancia, avrá notato ora gli occhi rossi che mi ritrovo.

Sorrido.

"Quindi? Mi vuoi sposare?"

Rido e tiro la sua giacca verso di me, per baciarlo con foga.

Un gemito risale dalla sua gola, e mi stringe i fianchi. Prima di staccarsi leggermente e prendere fiato.

I suoi occhi fissano le mie labbra mentre cerca di dire qualcosa.

"Quanto ca**o ti amo. Ti amo da impazzire."

Rido per la sua foga, quando le sue labbra sono nuovamente sulle mie e le sue mani corrono sul mio sedere.

Imagines Italia || H.S.Where stories live. Discover now