7° Una Femmina

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"Hey, Y/N , come stai?"

La dottoressa davanti a me mi abbracciò, cosa che feci anch'io.

"Male, malissimo. Manca pochissimo e sono nervosa."

Mi sistemai meglio sul letto mentre le contrazioni alla pancia aumentavano. Serrai gli occhi e poggiai la testa sul cuscino.

Mia madre affianco a me mi afferrò la mano.

"Hai paura?"

Entrarono due infiermiere mentre l'ostetrica davanti a me mi guardava dall'alto sorridendo dolcemente.

"Sì, tanta."

Un'infiermiera dai capelli corti mi fece due iniezioni prima di parlare.

"Queste allieveranno il dolore."

Annuii prima che continuasse.

"E il futuro papà, dov'è?"

Una lacrima scese sulla mia guancia, mentre scuotevo la testa.

Sentivo che ormai era il momento e le donne intorno a me se ne accorsero. Guardai impaurita la dottoressa davanti a me, mentre mi apriva lentamente le gambe.

Qualche ora dopo.

Cullavo la piccola creatura tra le mie braccia. Una femmina. Proprio come l'avrebbe voluta lui. Bella come suo padre. Assomigliava parecchio ad Harry, me lo ricordava in ogni singolo angolo del viso, dagli occhi verdi e grandi alle bellissime labbra rosse e carnose.

Passai il dito dolcemente sul suo piccolo nasino, mentre chiudeva gli occhi quando la porta della stanza si spalancò di colpo. Si appoggiò ad essa respirando affannosamente, mentre i lunghi ricci gli cadevano sugli occhi, alzò lo sguardo su di noi avvicinandosi.

"Che diavolo ci fai qui!?"

Sbottai, mentre asciugavo le lacrime appena scese.

"Ti prego, amore. Non mandarmi via. V-voglio solo vederlo."

La sua voce era rotta, allungò le braccia per prendere nostra figlia, ma la allontanai.

"È una femmina.. Sei sparito quando hai saputo della creatura che avevo in grembo, e ora ti presenti qui pretendendo di vederla. Non funziona così,Harry."

Sgarrò gli occhi e si inginocchiò, mi prese la mano e la strinse con entrambe le sue mentre singhiozzava.

"No, no, no. Non sono sparito. Io ho fatto di tutto per poterti almeno parlare,per sapere di nostra figlia. Ti ho mandato così tante lettere, visto che era impossibile comunicare con il telefono ma i nostri genitori facevano in modo che quelle lettere non ti arrivassero mai. Io dall'Inghilterra non sapevo come fare, ho trovato un lavoro ma non avevo ancora abbastanza soldi per prendere un cazzo di biglietto e venire qui in Italia, da te, piccola."

La mia mano era ormai bagnata dalle sue lacrime mentre guardavo le sue labbra arrossate muoversi lentamente.

"C-cosa?"

"È così, amore. Sai che è così. Devi credermi. Sai quanto ti amo,perché mai avrei dovuto fare una cosa del genere?"

Sapevo che i miei genitori odiavano Harry,odiavano il fatto che ci frequentavamo e quando hanno saputo che ero incinta di lui si sono infuriati. Ma non credevo potessero arrivare a tanto.

"I-io ho avuto così tanta paura senza di te,Harry. È stato così difficile.."

Parlavo velocemente mentre le sue braccia mi circondarono.

"Shh, sono qui con te,amore mio. Nessuno potrà mai più portarvi via da me, Y/N."

Mi baciò, un bacio urgente e passionale.

Si abbassò verso la piccola che ci guardava curiosa.

"Hey, benvenuta, principessa. Papà è qui."

La bambina sorrise e noi ci guardammo ridendo.

"È bellissima, siete bellissime. Le mie principesse."

Arrossii mentre ci baciava entrambe.

"Vuoi tenerla?"

Corrugò la fronte guardandomi.

"P-posso?"

Risi prima di metterla tra le sue braccia.

"Certo che puoi, scemotto. "
Sorrise, mostrando le sue adorabili fossette.

"Come l'hai chiamata?"
Alzai le spalle guardando la bambina davanti a me.
" Avevo pensato a Rebecca, che piaceva ad entrambi ma se tu hai cambiato idea.."

Alzò gli occhi su di me, e ammiccò prima di baciarmi. La sua voce roca riempì la stanza.

"Rebecca è perfetto."

Rebecca ancora tra le sue braccia prese nella sua piccola manina l'enorme pollice di Harry e lo strinse con fatica, mentre il suo bellissimo papà vicino a me rise allegramente.

"Quando puoi andare a casa?"

Si girò, in modo che le sue labbra sfioravano le mie.

"Non lo so, credo domani."

Fissò le mie labbra e feci lo stesso quando parlò di nuovo, e un ghigno si fece spazio sul suo volto.

"Perfetto, allora preparati. Domani partiamo. Ora vado a preparare tutto"

Baciò la mia guancia prima di mettere Rebecca nelle mie braccia e alzarsi.

"Che? E dove andiamo?"

Si voltò alzando le braccia facendole poi ricadere sui fianchi, alzando le sopracciglia e ridere.

"Casa mia! Londra! Non vedo l'ora di passare il resto della mia vita con le due donne che amo di più al mondo! Non voglio aspettare."

Lo vidi correre per il corridoio e risi quando andò a sbattere con delle persone.

Imagines Italia || H.S.Onde as histórias ganham vida. Descobre agora