Capitolo 190

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(A.n. Ciao a tutte voi mie care lettrici (che emozione nel chiamarvi così). Come avete visto questo è il terzo libro della mini "saga" di Centuries. Non ho molto da dirvi, vi chiedo solo di votare e commentare come avete sempre fatto, e spero con tutto il cuore che vi piaccia. So che avete delle aspettative alte e io voglio essere all'altezza di esse. Un bacio enorme a tutte voi e vi auguro un buon inizio dell'ultima parte di Centuries xx)

Harry's POV

Un peso mi calpesta il petto, impedendomi di respirare in maniera adeguata, non riesco a riempire i polmoni come vorrei. Rabbia? Delusione? Tristezza? Che cosa diavolo sto provando? Certo è che uno stato di depressione simile non lo provavo da tanto tempo, da tantissimo tempo anzi.

Ho reagito d'impulso, ho dato di matto.. Ma non capisco; come mai sento di aver ferito i miei sentimenti, oltre che lei, urlandole addosso in quel modo?

Mi sento come se avessi fatto qualcosa di dannoso per me.. Non è come quando fumi e sai che ti stai facendo del male, perché continui a farlo comunque, è un danno maggiore, al quale, se solo potessi, porrei rimedio.

Bussano alla porta, per l'ennesima volta. Non me ne frega un cazzo di nessuno al momento, vorrei solo riuscire a capirmi. Mi sembra di essere ripiombato nella mia cazzo di adolescenza, dove non sapevo che cosa volevo, ne come conquistare l'unica cosa di cui mi importasse, ovvero, la felicità e il mio equilibrio interiore. Questo momento del cazzo deve passare in fretta.. Sembra quasi che la vita si sia accorta adesso che un'adolescenza fondamentalmente non l'ho avuta, e magari vuole farmela vivere ora, alla tarda età dei miei 22 anni.

Bussano ancora.

Non ho intenzione di rispondere a nessuno ci sia dall'altra parte. Porto la sigaretta alle labbra, e per i brevi secondi in cui inalo quel dannoso e denso fumo bianco, mi sento quasi meglio.. un benessere che svanisce in fretta, non appena le nuvole dense scompaiono, ed io rimango da solo, pronto a formarne altre..

"Harry, sono io, apri la porta, per favore." Louise cerca di farsi i dannati affari miei, ancora, come fa sempre quando qualcosa non va. Non capisco nemmeno sulla base di che cosa la gente presuppone che in te ci sia qualcosa che non va bene. Insomma, ok, ho urlato le cose peggiori addosso alla mia ragazza, ma questo non significa che loro debbano farne un dannato affare di stato.. Sono cazzi miei, e non voglio aprire la porta alla mia dannata parrucchiera perché so che dirà qualcosa per difendere Charter, e al momento niente e nessuno può reprimere la rabbia e la delusione che provo nei suoi confronti.

Non rispondo, continua a battere il pugno sulla porta. Questa è la mia fottuta camera d'albergo, ho appeso il dannatissimo cartello con scritto 'non disturbare' alla maniglia, perché insistono? Perché non capiscono che ho bisogno di essere distrutto dalla mia rabbia, perché non capiscono che devono starmi lontani, perché in momenti come questi non controllo nulla di me stesso?!
Che spariscano tutti, che mi lascino in pace, a meno che non abbiano il rimedio al male che sento scorrermi nelle vene..
Nessuno ha il rimedio a questo male, e quindi nessuno è il benvenuto nella mia piccola bolla di depressione.

"Senti.." posso sentirla prendere un sospiro. "So che non lo vorrai, so che non te ne frega nulla e che stai passando un brutto periodo, ma sono qui per te, ho del cibo.. voglio solo vedere come stai, non ti farò domande promesso.." la sua voce sembra avere una nota diversa dal solito, quasi mi ricorda mia madre quando parla in questo modo, nel senso più buono della cosa. Non sono ancora sicuro di poterle dare accesso alla mia stanza comunque.
"Ho preso di nascosto una bottiglia di vodka all'amarena, su apri la cavolo di porta prima che qualcuno mi becchi." ridacchia.

A questo punto, se c'è un'unica cosa a cui non posso chiudere la porta in faccia è una bottiglia piena zeppa d'alcol. Tutta per me, perché, sicuro come la morte, se la faccio entrare, quella bottiglia me la scolo da solo.

Faccio scattare la chiave nella serratura e la porta si apre mentre ritorno a sdraiarmi sul letto, a fissare il soffitto fin troppo decorato.

"In molti pensano che tu abbia dato vita a una forma di società avanzata di formiche qui dentro." cerca di fare dell'umorismo. "Sicuro, hai bisogno di cambiare aria." lascia il vassoio sul tavolo e si dirige verso la finestra per spalancarla.

"Dov'è la vodka?" chiedo con la sigaretta tra le labbra.

"Non teniamo alcolici qui, quindi non ce l'ho." lo sapevo.. brutta stronza. Farebbe di tutto pur di ottenere quello che vuole, tutti farebbero di tutto; mentire, la prima cosa che fanno per raggiungere i loro scopi.

"Fanculo!" mi metto a sedere sul letto. "Vaffanculo a tutti voi ok? Non sapete far altro se non mentire, siete degli stronzi dal primo all'ultimo." continuo ad alzare la voce. Non si acciglia, non si sorprende, sa il motivo per cui sto dicendo quello che sto dicendo. "Pensate che sia facile nascondere qualcosa, pensate che non verrà mai fuori, e non prendete nemmeno per un attimo in considerazione che qualcuno possa rimanere ferito dalle vostre cazzo di bugie!" non la guardo nemmeno più. Ma so il perché del mio sbocco, perché non posso farcela più, non riesco a tenere ancora tutto dentro, ho bisogno di urlare, di smettere di tenere dentro la rabbia, diversamente rischio di esplodere, di implodere, che è ancora peggio. Sbuffo buttando con rabbia uno dei mille cuscini su questo letto fottutamente troppo grande. "è solo una bastarda del cazzo, le ho dato tutta la mia fiducia, le ho dato tutto il mio cavolo di amore, che non sapevo nemmeno di possedere. E lei se la faceva con un altro!" urlo lanciando un altro cuscino.

"Harry.. non se la faceva con un altro, ci ha solo domito" Louise si siede con cautela sul bordo del letto, vicino a me.

"Si e poi si è infilata nel mio di letto Lou." la mia voce esce più disperata di quanto vorrei fosse. "Ho sempre pensato di essere l'unico ad avere l'esclusiva su tutto, era l'unica cosa per cui io avessi un determinato valore.. e mi fa una cosa simile."

"Harry, non ci è andata a letto, perché parli come se ti avesse tradito?" Louise sposta dei capelli dalla mia faccia.

"Perché mi sento come se lo avesse fatto Lou, ho sempre trovato il conforto più grande del mondo nel tenerla tra le braccia mentre dormiva o semplicemente mentre eravamo insieme, e, dammi del pazzo se vuoi, ma adesso che so che, mentre io ero nella stanza accanto, lei si è fidata di qualcun altro a  tal punto da dormire con lui.. dargli il piacere e l'onore che solo io avevo, di tenerla lì.."

Mi guarda con un lieve sorriso sulle labbra. "Ti capisco Harry, più di quanto tu pensi, e non ti do del pazzo, perché so che non lo sei.. ma." mi appoggia una mano sulla spalla. "Se tu sei così arrabbiato con lei, solo perché qualcuno ha avuto la possibilità di dormire.." sottolinea la parola con la voce. "Con lei.. immagina Charter, quanta forza ha avuto e quanto si fida di te, a starti ancora accanto dopo che l'hai tradita più di una volta. Sapendo che lei per te non è l'unica!?"

Il mio petto sale e scende, sale e scende.. respiro a fatica, i miei pensieri sono in battaglia mentre pensano e riflettono su come potrebbero risolvere i miei conflitti interiori.

"Ma lei per me è l'unica." dico con un fil di voce, abbassando il viso.

"Lo so che è così Harry, lo so bene.." sorride. "E lo sa anche lei, questa infatti è la ragione per cui continua ad amarti e ad avere fiducia in te. Prova a fare lo stesso.. Convinci te stesso della palese verità, che tu sei per lei, in tutti i sensi possibili, l'unico, e sempre lo sarai." sorride con viso dolce, il tono confortevole, a rendere la difficile verità qualcosa di accettabile.

"Sono solo molto arrabbiato con lei.. non voglio vederla, perché potrei dirle cose anche più brutte di quelle che le ho detto l'ultima volta." quasi mi vergogno..

"Si lo so." annuisce.

"Lo sai? L'hai vista?" chiedo accigliandomi.

Annuisce di nuovo. "Se il rimorso e il senso di colpa potessero unirsi per formare il volto di una persona, quel volto sarebbe il suo."

Centuries 3Where stories live. Discover now