Adesso sai

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L'infermeria era vuota quel pomeriggio. Ronald se n stava sdraiato sul letto a fissare il soffitto come a contarne le numerose crepe dell'intonaco. Hermione si avvicinò silenziosamente ma una sedia tradì la sua presenza. L'aveva presa in pieno e solo la grazia di Merlino le aveva impedito di cacciare un urlo degno di una banshee. Ron si era subito voltato a guardarla, così gli aveva sorriso.

«Ben svegliato Ronald.» lui sembrò illuminarsi e si tirò, con fatica, a sedere, per poterla guardare meglio. Le fece segno di prendere posto sulla sedia accanto al letto e lei accettò.

«Grazie per essere venuta» Hermione sentiva un grande peso nel petto, e quel peso aveva il nome di Draco. Stare lì seduta al capezzale del suo primo amore le sembrava un tradimento bello e buono. Anche se il suo ragazzo l'aveva appena sbattuta fuori dalla sua stanza dopo che lei aveva confessato i suoi sentimenti. Il ricordo ancora faceva male: sembrava una ferita aperta su cui continuava a cadere il sale...

«Figurati» rispose «Come ti senti?» domandò, sinceramente interessata.

«Meglio ora...tra qualche giorno potrò uscire.»

«Lavanda sarà felice...» non l'aveva detto per cattiveria, ci credeva davvero. E pronunciare quel nome non aveva più quel sapore amaro che la gelosia gli aveva affibbiato. Era un altro ora il suo tutto.

«Lavanda ed io ci siamo lasciati. Io l'ho lasciata, a dire la verità.» essendone a conoscenza non ne fu sorpresa; in realtà non le importava di Lavanda.

«Mi dispiace.»

«A me no. Non è lei che vorrei avere accanto...» di scatto la ragazza alzò lo sguardo e lo puntò dritto dritto negli occhi di Ron, interdetta e non poco stupita. Oh no. «Quella che vorrei avere vicino sei sempre stata tu, Hermione, solo che ero troppo codardo per ammetterlo e per conquistarti. Potrai mai perdonarmi?»

La bocca spalancata di Hermione era un segno di qualche oscura presenza che si era impossessata di lei. Non poteva aver detto davvero quelle parole! Non ora! Avrebbe dovuto dirle prima, quando si era sentita tradita; quando aveva creato una stupida pozione che aveva complicato le cose in maniera irreparabile.

«Ron...» iniziò a dire ma lui la interruppe.

«Lo so che pensi che io sia un idiota e che avrei dovuto svegliarmi prima, ma solo quando ti ho perso ho capito quanto tu fossi importante per me. Quanto sei importante per me.»

Hermione si alzò dalla sedia «Devo andare a lezione ora. Ci vediamo presto Ronald...» e si allontanò senza essere trattenuta, si allontanò piangendo lacrime silenziose e amare. Richiuse il portone dietro di sé e continuò a correre trattenendo le lacrime al meglio ma senza riuscirci. E intanto un paio di occhi grigi la osservavano e piangevano con lei.

Passarono due giorni, nei quali la ragazza non aveva fatto altro che starsene rintanata in camera sua a leggere e studiare, tutto pur di non pensare a ciò che aveva vissuto e stava vivendo tutt'ora.

Non aveva più incontrato Draco né parlato con lui. Sapeva che Ron era uscito dall'infermeria in ottime condizioni ma ancora non era riuscita a trovare il coraggio per affrontarlo. Lei. Nobile Grifondoro. Codarda.

Ginny entrò in quel momento in camera e si sedette accanto all'amica «Sono due giorni che non esci. Non credi sia ora di cambiare aria?» non guardava Ginny, teneva lo sguardo puntato fisso su qualcosa a terra, sembrava che fosse davvero interessante.

«L'hai visto?» ancora niente: non guardava Ginny. E quindi non la vide annuire

«Sembra... sembra stare male, Hermione. Non vuoi proprio dirmi cos'è successo?» Hermione scosse la testa e si alzò dal letto, avvolta nella coperta si diresse alla finestra e guardò fuori.

Fairytales Gone BadTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon