Solo un sogno

2.4K 85 26
                                    

Si risvegliò nel giardino. Nel giardino di un castello. Ma non era Hogwarts, no, era un castello più piccolo e più deserto.

Si guardò intorno e scorse piante di ogni tipo, esemplari che non aveva mai veduto prima; rose che sembravano rose ma non lo erano, edera blu e altre cose inverosimili.

Affascinata da quello spettacolo si avviò verso l'interno del castello, seguita da un fruscio di stoffa che striscia sull'erba. Guardò in basso e vide che i suoi abiti erano cambiati: non indossava più la divisa di Hogwarts, ma un magnifico vestito di raso verde, più lungo della sua altezza e così sontuoso da sembrare finto.

Aveva le maniche lunghe e terminava con un'apertura alquanto pronunciata, il corpetto era stretto in vita e ricamato in fili oro luccicanti. La gonna scendeva lunga creando un piccolo strascico, mantenendo il motivo del corpetto.

Hermione era meravigliata, non aveva mai visto niente del genere. Stava sicuramente sognando, pensò. Mentre arrivò alla fine del giardino ed entrò sotto i portici del castello, si imbatté in un uomo che doveva essere la guardia.

Aveva una buffa uniforme color vinaccia e un cappello dotato di piume scarlatte. Indossava la calzamaglia e i pantaloni a palloncino che arrivavano alle ginocchia. Aveva enormi baffi a punta e un pizzetto ingrigito dagli anni.

«Buongiorno» le disse mentre lei gli passava accanto «Come state oggi Principessa?» per poco Hermione non scoppiò a ridere. Era tentata di farlo, credendo si trattasse si uno scherzo bello e buono, ma la serietà con cui lo disse e nel modo che aveva di guardarla, la fece ricredere.

L'aveva davvero chiamata Principessa?

Corse verso i corridoi interni, cercando a tentoni uno specchio. Corse per le scale e per le cantine. Quando trovò le camere ne spalancò una e vi trovò uno specchio.

Cautamente si avviò verso lo specchio; aveva paura di vedere il suo riflesso cambiato, di scorgere un'altra persona. Giunta al limite aprì gli occhi e guardò il suo riflesso.

Non era cambiata in niente. Il viso era sempre il suo, i suoi capelli però erano raccolti in una lunga treccia laterale bruna e le guance erano imporporate. Aveva una corona di fiori sulla testa e una collana dall'aspetto costoso al collo.

Aveva la bocca spalancata. Non era lei quella ragazza così... così... bella.

«Tesoro!» una donna bellissima si affacciò alla porta e la raggiunse, le posò le mani sulle spalle e la guardò nel suo riflesso. «Devo darti una terribile notizia, purtroppo tuo padre è morto... ucciso da un mostro.» la donna non sembrava tanto amareggiata ed Hermione non poteva fare a meno di non cambiar stato d'animo, dato che non sapeva di chi stesse parlando la donna.

«Fino a che non compirai la maggiore età, sarò io a governare il Regno. Sarò la Regina.» a quella frase, dentro di sé, Hermione, sentì una piccola vocina farsi strada nella sua mente. Quella vocina era terrificante, no, era dolce, ma era così turbata che sembrava un persistente grido nelle orecchie. E lacrime, lacrime e lacrime.

Era come se avesse assorbito le conoscenze appartenenti a quella vocina nel momento stesso in cui questa si era rivelata.

E se questa aveva ragione, l'ascesa al trono della donna, non era un motivo per essere felici.

Si voltò verso la donna con gli occhi stretti a fessura e mantenne uno sguardo fisso.

«Per tanto, da questo esatto momento, tu sarai ai miei servigi e obbedirai ai miei ordini. Dimenticati della tua stanza, dimenticati del tuo ruolo e della servitù. Delle scappatelle in giardino e degli animali nel castello. Rimarrai chiusa nelle prigioni fino alla fine dei tuoi giorni!» la donna le strinse le spalle per intimorirla e, se da una parte la vocina diventava succube, Hermione sapeva che avrebbe lottato con i denti e con gli artigli per mantenere l'orgoglio e la dignità.

Fairytales Gone BadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora