Extra Chapter n.2; uni degree and family issues

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Continuo a sistemarmi il nodo della cravatta senza sosta; un attimo prima è troppo stretto e mi sembra di soffocare, un attimo dopo è troppo largo e mi da un aspetto trasandato.
Sono stressato e emozionato allo stesso tempo e questa consapevolezza mi fa tremare leggermente le mani.
Mi guardo allo specchio sospirando. Lascio stare il nodo della cravatta con uno sbuffo demoralizzato.

«Non riuscirò mai a sistemarlo.» sussurro a me stesso, rincominciando per la decima volta tutto da capo.

«Smettila di essere così nervoso, andrà tutto bene. Hai fatto tutto ala perfezione.» mi dice Sarah, la quale è appoggiata allo stipite della porta, intenta a guardare il mio misero tentativo di sembrare elegante.
Lei non si può lamentare d'altronde, visto che indossa una maglietta di Isaac e un paio di pantaloncini del pigiama.

«Sono nervoso.» ammetto, incrociando infine il suo sguardo nello specchio.

Lei scuote la testa, accennando un piccolo sorriso mentre si avvicina a me e mi poggia una mano sulla spalla, facendomi girare.

«Non ti devi preoccupare.» continua mentre mi sistema il nodo della cravatta «Te l'ho detto, hai organizzato tutto alla perfezione. Tutti sanno quello che devono fare e Cal non ha scoperto nulla. Persino Jordan è riuscito a tenere la bocca chiusa.» mi sorride, facendo rilassare un po' anche me.

«Quindi rilassati, fai un bel respiro e pensa positivo. Sembri quasi più nervoso di Calum, ed è lui che si laurea oggi.» ironizza finendo di armeggiare con la mia cravatta.

Ha ragione, sono molto nervoso, ma come mi potrebbe dar torto. Ho programmato la giornata di oggi per filo e per segno e non voglio che niente vado storto.
Voglio che oggi per Calum, per il mio ragazzo, sia una giornata perfetta.

«E se lei non si presentasse?» chiedo rigirandomi di nuovo verso lo specchio, osservando come sia inusuale per me vedermi vestito elegante.

«Arriverà Ash.» dice Sarah convinta, dando un ultimo sguardo allo specchio insieme a me e poi girandosi, diretta verso la cucina.

«Vuoi qualcosa?» mi domanda prima di sparire in cucina.

«Sono troppo nervoso per mangiare.» ribatto osservando come il nodo della cravatta fatto da Sarah non mi dia alcun fastidio.
Ora mi chiedo perché, in queste due settimane che è venuta a casa nostra praticamente tutti i giorni, non mi abbia detto che sapeva fare i nodi a queste maledette cravatte prima.

«Sei sicuro?» mi fa sussultare la bionda, che non avevo notato essere ritornata indietro, adesso con un enorme busta di patatine.

Rifletto per qualche istante sulla proposta, prima di allungare il braccio e prendere le patatine da dentro la busta.
«Il dottore non aveva detto di smetterla con il cibo spazzatura?» domando, notando come la ragazza si porti istintivamente una mano alla pancia.

«Stai insinuando che dovrei morire di fame?» chiede, fingendo un tono drammatico.
Io alzo gli occhi al cielo, sapendo fin troppo bene dove questo discorso andrà a finire.

«Perchè dovrei credere a delle stron-cavolate di non mangiare cibo spazzatura, o di limitare il troppo movimento o non bere? Insomma, mia madre ha fatto pallavolo fino al quarto mese di gravidanza e ha mangiato e bevuto come faceva normalmente, eppure sono nata io, sana come un pesce.» spiega incominciando a passeggiare per il salotto, spargendo persino briciole un po' ovunque.

«Be' non è che tu sia una persona del tutto normale Sa.» dico, beccandomi un'occhiata annoiata da parte sua.
«E poi smettila di disseminare il salotto di briciole, o Cal mi farà a pezzi.»

«Noioso.» ribatte la ragazza andando a sedersi sul divano.

«Con questa pancia non posso nemmeno sedermi comoda come voglio io.» si lamenta.

Red Lights » CashtonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora