CAPITOLO 8

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Ho i denti che sbattono dal freddo e la testa che sembra sul punto di esplodere; non sò se è a causa dei vestiti bagnati e del vento che mi gela le ossa, o se siano invece le mille domande che mi ronzano in testa nel guardare Liam corrermi in contro.

Che sta facendo? Perchè è ancora quì? Dove sono gli altri? E soprattutto, perchè mi stava cercando?

Prima che possa decidermi su quale chiedere per prima, mi ritrovo sotto l'ombrello blu insieme a lui.

<< Dov'é il tuo cappotto>?>> mi chiede sorpreso ed allarmato allo stesso tempo.

<< Dentro.>> è la mia risposta.

Tremo a tal punto da non sentirmi più la faccia e sinceramente, non sò se riuscirei a pronunciare una frase composta da più di due parole senza storpiarle.

Con mia sorpresa non chiede altro a riguardo; il fatto che io sia uscita a giocare coi pinguini in tenuta estiva non sembra interessargli più di tanto!

<< Tieni! >>, dice facendomi segno di reggere l'ombrello, mentre con l'altra mano comincia a sbottonarsi il pesante giaccone nero con cappuccio che ha indosso.

<< Che stai facendo?>>, una nuvola di fumo bianco mi esce dalle labbra tremanti non appena pronuncio le parole storpiate dal freddo.

<< Indossalo! >>, mi ordina allungandomi la giacca e riprendendo in mano l'ombrello.

<< No! Non lo voglio! >>, respingo l' offerta incrociando le braccia davanti al petto.

Sto morendo di freddo, ma perchè dovrei accettare di indossare la giacca di uno sconosciuto? E soprattutto, perchè uno sconosciuto dovrebbe offrirmela?

<< Stai tremando! Non fare la stupida e mettitelo! >>.

Non fare la stupida?? Ma chi si crede di essere??

Nonostante la mia mente non voglia assecondarlo, il mio corpo decide di fare di testa sua, afferrando con mani tremanti il pesante indumento.

Mi veste un po' grande e non appena lo indosso, la camicetta fradicia aderisce alla mia pelle facendomi rabbrividire ulteriormente; ma dopo pochi secondi mi sento già meglio, al riparo dalle folate di vento gelido.

<< Dai, andiamo! >> mi posa una mano sulla schiena spingendomi a tornare indietro ... verso il Winston.

Mi arresto subito e lui fa lo stesso; << Ma che... no! Per nulla al mondo rimetterei piede lí dentro! >>, affermo secca e convinta.

Liam appare un attimo confuso dalle mie parole e mi sorge il dubbio che il freddo abbia avuto la meglio sui miei muscoli facciali. Probabilmente ho appena detto qualcosa di incomprensibile.

Osserva me e poi l'insegna del locale sopra il portone a vetri da cui fuoriesce la luce giallastra dell'interno.

<< Oh no! Nom volevo rientrare! >>, mi assicura sorridendo.

<< La nostra macchina è proprio dietro l'angolo; Ti possiamo dare uno strappo fino a casa! >>.

Che?

<< Perché? >>, è tutto ciò che riesco a chiedere.

<< Possiamo parlarne una volta in macchina, per favore?? >>, sbotta.

Ma non sembra innervosito o annoiato.

<< Fà un freddo cane qui fuori e tu sei cmpletamente fradicia!>>, mi afferra il braccio e mi costringe a seguirlo. Non c'è rabbia né irritazione nella sua presa; ma gentilezza e apprensione.

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