Epilogo

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"Ehi, Liam, li hai fatti i compiti per oggi?"

Liam inarcò un sopracciglio, alzando lo sguardo.

"... Tu no?"

Niall si esibì in un largo sorriso, congiungendo le mani ed inclinando la testa di lato leggermente, mentre lo guardava con quegli occhi blu fintamente innocenti ai quali era impossibile dire di no. "Per favore?"

Il ragazzo sospirò e alzò gli occhi al cielo, prima di tirare fuori il quaderno dalla borsa e porgerglielo. "Cerca almeno di cambiare qualche frase..."

"Sì! Grazie, Li, sei il migliore!"

Il biondino acchiappò il quaderno dalle sue mani e subito si mise seduto al proprio banco per copiare i compiti di Inglese.

"Non dovresti lasciarglielo fare ogni volta, altrimenti continuerà per sempre ad essere un pesaculo che passa le giornate a mangiare schifezze e giocare ai videogiochi" commentò una voce familiare.

Liam si girò verso la porta dell'aula, appoggiato alla quale stava Louis, che squadrava con aria di sufficienza Niall, che nemmeno alzò lo sguardo da ciò che stava facendo, per alzare il dito medio contro l'altro ragazzo e rispondere: "Sempre meglio dell'universitario che passa metà del tempo nella sua vecchia scuola superiore!"

Buona parte delle persone che si trovavano in classe risero, compresi Liam e Louis.

"Questa dev'essere la quarta o quinta volta in tutto il semestre che mi trovo qua, e sempre per buoni motivi legati al mio corso di studi" rispose il più grande, muovendo qualche passo all'interno dell'aula. Ridacchiò. "Capisco però che dev'essere la tua cotta per me a parlare, giusto?"

Stavolta Niall lo ignorò totalmente, probabilmente per via della lancetta dell'orologio che si avvicinava pericolosamente all'orario di inizio delle lezioni.

"È bello vederti, Louis" disse Liam, alzandosi con un sorriso e andando ad abbracciare il suo amico. "Ed Harry dov'è?"

Louis sembrò essere preso alla sprovvista. "Cosa? Perché me lo chiedi? Come dovrei saperlo, scusa? È più probabile che lo sappia tu, andate nella stessa scuola, no?"

Nonostante l'incombenza dell'arrivo del professore, Niall si prese un momento per scambiarsi un sorriso complice con Liam, che ridacchiò semplicemente mentre Louis continuava a dire di non sapere niente di più sul loro amico di quanto ne potessero sapere loro, insistendo ben più di quanto poteva già considerarsi sospetto.

"Va bene, va bene" fece Liam, annuendo divertito. Lanciò un'occhiata all'orologio sul muro. "Ti conviene andare, se non vuoi essere trattenuto a chiacchierare con la professoressa per un'ora come la scorsa volta".

"Dio me ne scampi! Ci vediamo, ragazzi!" disse quindi Louis, ghignando e mandando un saluto generale alla classe, seguito da dei cenni d'assenso verso Liam e Niall.

Quando ancora frequentava quella scuola, Louis era molto popolare. Non c'era da stupirsi se ancora venisse salutato per i corridoi da chiunque incontrasse.

Non passarono più di un paio di minuti prima che la professoressa facesse il suo ingresso in aula e il quaderno di Liam ritornasse magicamente sul suo banco.

"Tutti seduti, facciamo l'appello" disse la donna, una volta posizionatasi alla cattedra. "Però prima... vieni pure avanti".

Liam la vide fare un cenno verso la porta. Dalla sua posizione non aveva notato una figura che era rimasta chiaramente ferma lì in attesa da quando la professoressa aveva fatto il suo ingresso. Doveva trattarsi di un nuovo studente trasferito, pensò Liam mentre tirava fuori dal suo zaino il libro di Letteratura Inglese.

Il foglio che scivolò per errore fuori dallo zaino insieme al libro lo costrinse ad abbassare lo sguardo verso il pavimento. "Ops..." mormorò tra sé, mentre sentiva i passi del nuovo compagno che entrava e si posizionava vicino alla lavagna.

Si sporse verso la gamba del banco di Niall, vicino alla quale era caduto il foglio. Se lo portava sempre dietro. Sapeva che era stupido, e che probabilmente non avrebbe dovuto, ma quel disegno lo faceva sentire bene. D'altronde, non aveva più avuto nessun problema, e le sedute dalla dottoressa ormai avvenivano solo una volta ogni sei mesi, giusto per un controllo veloce ed una chiacchierata con quella donna che ormai era quasi diventata semplicemente una sua amica e consulente.

"Uhm... Ciao a tutti. Mi chiamo Zayn Malik, vengo da Bradford... Mi piace disegnare, le mie materie preferite sono Inglese, Arte, e Arte Drammatica. Spero che faremo amicizia".

Liam sbatté le palpebre un paio di volte, come cercando di riscuotersi da un sogno ad occhi aperti. Le sue dita si erano appena chiuse su uno degli angoli del foglio quando quella voce si era insinuata nelle sue orecchie.

Riportò il disegno a sé ed attese ancora qualche secondo, col cuore che d'improvviso aveva iniziato a battere all'impazzata, prima di alzare lo sguardo sul ragazzo che aveva appena parlato.

Occhi nocciola, capelli neri, pelle scura, e quella voce. Quell'accento che, solo ora se ne rese conto, era andato scomparendo con gli anni nel suo amico, come conseguenza dei suoi ricordi che diventavano meno e meno chiari col passare del tempo e che gli avevano impedito di costruire nella sua mente un'immagine completamente esatta e fedele a se stessa.

Era una voce diversa, ormai, cresciuta. Ma una voce reale, che riempiva la stanza, e in direzione della quale ognuno dei suoi compagni di classe si era girato. Strinse un po' di più il foglio tra le sue mani.

"Vai pure a sederti, ora. C'è un posto libero dietro Payne, là" disse la professoressa, gesticolando nella sua direzione.

Quando Zayn si mosse verso di lui, la certezza che tutto ciò non stesse succedendo nella sua mente si concretizzò, ma il battito del suo cuore non accennò a rallentare. Il ragazzo gli passò accanto senza guardarlo. Si trovava chiaramente a disagio, sotto gli occhi di tutti, e probabilmente voleva sbrigarsi e sedersi al suo posto, così che la lezione potesse iniziare.

Liam non sapeva che fare, come comportarsi. E in fondo, come poteva essere sicuro di non starsi costruendo tutto nella sua mente? Dopotutto, erano passati più di dieci anni. Zayn non era un nome tanto comune, e non era impossibile che a Bradford ce ne fosse stato più di uno della sua età.

"Ehm, scusa..."

Di nuovo quella voce interruppe i suoi pensieri e lo fece trasalire per un istante. Si voltò piano, quasi con circospezione, per vedere un'espressione confusa, le sopracciglia corrugate, sul volto di Zayn, che però non stava osservando lui: osservava il disegno che non si era reso conto di star tenendo ancora saldamente in mano.

"Quel disegno... Come-...?"

Stavolta ad interrompersi fu la sua frase, quando di sfuggita il ragazzo scostò lo sguardo dal foglio al volto di Liam. Restò a fissarlo, con le labbra dischiuse e il volto ancora contratto, come se stesse sforzandosi di far lavorare il cervello.

Liam non disse nulla, ricambiando lo sguardo. Non sapeva se la professoressa li stesse guardando o richiamando, se Niall o qualche altro suo compagno avessero notato la situazione, e non gli importava. Quegli occhi gli erano mancati. Gli erano mancati per ben dodici anni.

Alla fine, il volto di Zayn si distese. Lanciò un altro sguardo al disegno, e senza chiedere il permesso glielo prese dalle mani per osservarlo meglio. "Questo non te l'ho firmato" disse, prendendo una matita e poggiando il foglio sul proprio banco.

Solo pochi gesti veloci della sua mano, ed il nome del ragazzo seduto dietro di lui era apparso sull'angolo inferiore destro del foglio.

"Te l'avevo detto..." disse quindi, rialzando lo sguardo su Liam e porgendogli indietro il disegno. "... che saremmo riusciti a stare insieme, no?"  


Never Let Me GoWhere stories live. Discover now