Chapter 56 -Bungalow-

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"Ehi, che c'è?"

"Ho solo un pó freddo"

"Vieni qui"

Non riesco a capire come abbia fatto ad innamorarsi di me, e non capisco come io abbia fatto ad innamorarmi di lui.

Mi cinge il fianco con un braccio, avvicinandosi a me, e facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla.

"Va meglio?"
Non molto, ma annuisco ugualmente.

"Come mai ci hai messo cosí tanto ad arrivare?"

"Impaziente di vedermi?"
Lo ribadisco: Mi chiedo seriamente come mai mi sono innamorata di un montato del genere. Possibile che non possa essere serio per una volta?

Lo guardo torva, facendolo ridacchiare leggermente.

É abbastanza scomodo guardarlo in questa posizione; così mi alzo e mi siedo sulle sue gambe.

"Ah, ma fai pure con comodo"

"Non hai risposto alla mia domanda"

Gli ricordo, ignorando palesemente il suo commento. 

"Stavo facendo delle cose"

"Che precisione"
Commento sarcasticamente per poi roteare gli occhi al cielo, sbuffando leggermente.

"Quali cose?"

"Fai troppe domande"

"E tu non dai mai risposte"
Pensa seriamente di cavarsela così facilmente? Ora sono curiosa e voglio saperlo. Forse capisco perchè Ashton mi fa sempre milioni di domande; alla fine é divertente.

"Non posso dirtelo"

"Perchè?"

"Perchè non posso"

"Perchè non puoi?"
Mi sento una bambina; ma so anche che prima o poi me lo dirà, o almeno lo spero. E poi in questo modo mi distraggo.

"Perchè no"

"Perchè no?"
Luke ridacchia leggermente per poi lasciarmi un lieve bacio a fior di labbra.

Iniziano a darmi sui nervi questi baci così casti. Non hanno un senso a volte.

"Anche se mi baci mille volte, non mi fermerai"
Lo metto in guardia facendogli l'occhiolino.

"Allora andiamo"
Sbuffa, sconfitto, mentre io mi godo il mio piccolo momento di vittoria.

"Dove?"

"Vedi, fai troppe domande"
Sta volta sono io quella che sbuffa, prima di alzarsi dalle gambe di Luke per permettergli di guidarmi.

Mi afferra dolcemente la mano trascinandomi non so dove.

Camminiamo per circa due o tre minuti e ci ritroviamo davanti al bungalow dell'altra sera.

Lo sguardo stranita, ricevendo, come sua risposta un semplice sorriso. Perchè avrebbe dovuto portarmi qui? Ci sono già stata e sicuramente quel suo sorriso non può essere dovuto ad un semplice ammasso di legno.

"Il bungalow?"

"Esatto"

"Esatto?"

"Esatto"

"Cosa esatto?"

"Esatto che è esatto"

"Cosa è esatto?"

"Il tuo esatto"

Che cosa? Entrambi ci guardiamo per poi scoppiare a ridere. Evidentemente, come io non stavo capendo lui, lui non capiva me.

Stubborn -Luke Hemmings-Where stories live. Discover now