Capitolo 31

5.8K 222 4
                                    

<<Siete pronti?>>

Io e Aiden annuimmo.
Eravamo tornati da scuola appena due ore prima, avevamo avuto il tempo di pranzare e poi su di corsa a preparare le valigie.

L'aereo sarebbe partito alle 18.

Conoscendo il clima di Miami, portai solo t-shirt, canotte e pantaloncini.
Se avesse fatto freddo, ma ne dubitavo altamente, avrei trovato nella mia vecchia casa qualche mia felpa invernale.

<<Non vedo l'ora di arrivare! Sarà fighissimo andare al mare il giorno di Natale!>> commentò Aiden entusiasta.

Sorrisi per la sua allegria.
Nonostante avesse vissuto sempre a Londra, Aiden era molto fiero delle sue origini americane, e non mancava mai di dirlo.

Quando, da piccolo, veniva in America con la sua famiglia, era un tripudio di gioia.

Uscii dalla mia stanza con le ultime cose e trascinai la valigia fino al salotto, dove mi aspettava zia Rose.

<<Aiden non è sceso?>> si informò.

<<Sta chiudendo le ultime valigie>> risposi.

Lei scosse la testa sorridendo. <<Aiden lo sa che resteremo solo due settimane e non un anno?>> brontolò.

Ridacchiai. Nonostante si spazientisse molto con il figlio, zia Rose ci teneva davvero a lui.
Era la sua unica ragione di vita, dopo la morte del marito.

<<Eccomi, eccomi!>> si annunciò Aiden correndo trafelato giù per le scale.

Zia Rose non commentò e insieme caricammo le valigie sul portabagagli del taxi che ci avrebbe portato in aeroporto.

Lungo il tragitto non parlai, assorbendomi l'immagine del paesaggio natalizio londinese. Era davvero magico.

Poi, mentre eravamo fermi ad un semaforo, lo vidi.

Camminava da solo in direzione di Piccadilly Circus, aveva le cuffie alle orecchie e delle occhiaie visibili sotto gli occhi.

Un brivido mi strinse il cuore.
Perché il mio Dave si stava riducendo così?

L'auto ripartì togliendomi la vista straziante del mio ex, e io tornai a respirare con più calma.
Forse, dopotutto, sarei riuscita a non tremare più davanti a lui quando fossi rientrata. 

Il taxi si fermò in aeroporto e zia Rose lascio la mancia al l'autista.
Insieme scaricammo le valigie ed entrammo nel vastissimo aeroporto, gremito di stranieri e di inglesi che partivano in vacanza.

Trovammo il nostro volo per Miami e facemmo i soliti controlli, poi ci disponemmo all'attesa.

Mi guardai intorno cercando di carpire qualche emozione dai visi della gente che mi correva intorno.
Sembravano tutti essere stati plasmati con la cera, tutti con la stessa espressione concentrata e senza un briciolo d'emozione.

Io al posto loro sarei stata fremente, impaziente di partire per scoprire nuove mete, di avventurarmi in un nuovo luogo, di respirare un'aria diversa.

Però anche io in quel momento ero senza emozioni. Vuota, impassibile.
La gioia e la felicità sembravano avermi abbandonata per sempre.

<<Siete contenti di tornare?>> ci chiese zia Rose.

Come no, pensai sarcastica.

Annuii perché non si insospettisse e mi scambiai un breve sguardo con Aiden.
Lui ultimamente sembrava capirmi molto, e anche in quel momento intuiva che non ero serena.

ObsessionDove le storie prendono vita. Scoprilo ora