Capitolo 9

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<<Io esco!>> urlai, prendendo al volo la giacca e catapultandomi verso l'ingresso.

Zia Rose si affacciò dalla cucina con uno strofinaccio in mano. <<Hai già finito di studiare?>>

Annuii e lei mi lasciò andare.
Corsi verso la fermata della metro più vicina, ero in un incredibile ritardo, ma purtroppo non era stata colpa mia. Era passato a trovarmi Matt e avevo dovuto fingere di studiare intensamente prima che lui si convincesse ad andarsene.

Oggi alle 18 a Regent's Park. Ti aspetto. E io avevo accettato, ovviamente, chiedendomi cosa diamine avesse in mente David per farmi divertire.

Arrivai con un quarto d'ora di ritardo e lo trovai all'ingresso, attento a scrutare la folla, in cerca di me. Il mio cuore perse un battito: aveva una t-shirt bianca e pantaloncini neri e una fascia nera tra i capelli; sembrava appena uscito da un match di tennis, ed era bellissimo.

Mi riscossi e lo raggiunsi; appena mi vide il suo sguardo si illuminò, scaldandomi il cuore. <<Allora, cosa hai intenzione di farmi fare?>> chiesi, posizionando le mani sui fianchi.
<<Jogging. Ti aiuta a scaricare la tensione.>>
<<Io non sono tes...>> provai a dire.
<<Oh si che lo sei>> mi bloccò lui.

Ci inoltrammo nel grande parco e cominciammo a fare esercizi di stretching; poi, per circa due ore, corremmo. E scoprii che in effetti David aveva ragione: correre ti annullava i sensi, ti toglieva via ogni pensiero, era un ottimo modo per soffocare i dolori del passato.

Il sole calò, lasciando il posto alla luna, quando finalmente David mi disse di smettere. Ero allo stremo delle mie forze, sudata e affaticata come mai prima di allora, ma mi sentivo bene. I fantasmi del passato cominciavano a svanire.
<<Forza, ti riaccompagno a casa.>>

Mi lasciò sulla soglia di casa con un altro appuntamento: quella sera stessa, in un altro locale nel centro di Londra.

Accettai, gratificata per tutto quello che stava facendo per me nonostante io non glielo avessi mai chiesto.

Mi feci una doccia e mi vestii, poi decisi di chiamare mio padre e Julie.

<<Ti fai sentire sempre meno!>> si lamentò mio padre, quando gli telefonai. Gli spiegai che ero sempre impegnata e la sera stanca, e lui parve piuttosto contento della mia vita frenetica. <<Sono contento che ti stia distraendo>> disse. <<Ricorda sempre di stare attenta, però. E i ragazzi, tienili lontani da te.>>

Arrossii, ricordandomi di non aver detto nulla di Matt a mio padre. Decisi comunque di non dirglielo ancora: quando e se fosse durata abbastanza, lo avremmo comunicato a tutti.

A Julie, invece, dissi tutto. Lei sapeva della mia relazione con Matt e anche dei miei dubbi, e mi aveva già detto che non ero ancora innamorata.

<<E quell'altro ragazzo?>> mi chiese, dopo che le parlai dell'anello e di ciò che Matt aveva cercato di fare la sera prima.
<<Quale ragazzo?>> chiesi confusa.
<<Andiamo, Sarah! Quello bello con cui ti scontrasti il primo giorno di scuola...David, no?>>

Arrossii ed esitai un attimo prima di rispondere. <<Siamo diventati amici. Mi aiuta a dimenticare Margot e il passato>> spiegai.

Lei ridacchiò dall'altro capo del telefono. <<Amici...non prendermi in giro, Sarah!>>
Sbuffai e lei si ricompose. <<Comunque secondo me è per via di lui...si, insomma ora neghi, ma ti piace eccome!>>
<<Non credo Juls. Mi fa innervosire, anche se negli ultimi giorni mi ha stupito. Ma non mi piace>> ribattei, categorica.

ObsessionWhere stories live. Discover now