Storia della Coppa e della Pozione Invecchiante

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Agosto 1994


"Capolinea. Si prega di scendere."

La voce metallica dell'altoparlante annunciava la fine della corsa del treno. Hermione scese tenendo in mano una piccola valigia e si ritrovò di fronte le verdi campagne del Devon. Era stata già una volta in quei luoghi, ma ben prima di sapere che vi abitassero famiglie magiche. Era stata a lungo indecisa sul raggiungere o no i suoi amici per trascorrere con loro l'ultima parte dell'estate; i suoi genitori, infatti, le erano parsi molto felici di vederla, e non sarebbe sicuramente tornata da loro prima di Natale. Quando però Ron le aveva urlato al feletono (come lo chiamava lui) che suo padre aveva trovato i richiestissimi biglietti per la Finale della Coppa del Mondo di Quidditch, che, dopo tanti anni, avrebbe avuto luogo proprio lì in Inghilterra, si era decisa. Nonostante la sua poca passione per quello sport, si trattava di un evento unico. Per questo motivo ora si trovava a percorrere a piedi una sterrata strada di campagna, che portava alla Tana, la dimora dei Weasley.

Non era ancora stata a casa loro, anche se Harry le aveva raccontato più volte che era fantastica. Non sapeva bene che cosa aspettarsi.

Nel momento in cui, però, le apparve da lontano uno sgangherato edificio su più piani, circondato da campi ed animali, capì all'istante di essere arrivata.

Sulla porta della Tana c'era Molly, la madre di Ron, con un grembiule sui vestiti ed un sorriso entusiasta. "Hermione cara! Ben arrivata! Sei riuscita ad arrivare senza problemi?" le chiese premurosa, abbracciandola.

"Sì, grazie" rispose educatamente Hermione. Entrando, non fu sorpresa di vedere Ginny, Harry e Ron davanti al tavolo della colazione.

"Hermione, finalmente sei tornata!"

"Sei arrivata fin qui con un treno babbano?"

"E come sei abbronzata!"

Hermione cercò di rispondere alle domande dei suoi amici senza venire travolta. Pochi minuti dopo, due visi identici fecero capolino dalle scale.


"Insomma, di sopra stiamo parlando di cose importanti! Oh, Granger, sei tu! Non hai resistito alla Coppa del Mondo di Quidditch, eh?" fu la battuta di esordio di Fred mentre scendeva le scale e salutava la ragazza.

Quest'ultima, dal canto suo, rimase interdetta. Aveva salutato Fred e George due mesi prima ed ora si trovava davanti a due ragazzi molto più alti, snelli e...decisamente cresciuti. Beh, che andava a pensare? Era ovvio che lo fossero!



Il giorno successivo arrivò troppo presto per i gusti di Harry e Ron, da sempre dei gran dormiglioni. Dopo aver preso una Passaporta praticamente all'alba, la famiglia Weasley praticamente al completo più Harry ed Hermione si ritrovò in un'enorme tenda magica, nel bel mezzo di un accampamento di tifosi.

"Non posso credere che Ron e mio padre abbiano ordinato lenzuola e copriletti verdi in onore dell'Irlanda! Questa camera è terribile!" sbuffò Ginny, sdraiandosi sul suo letto.

"Ma come?" replicò Hermione maliziosa, sedendosi di fronte a lei. "Pensavo che ti avrebbero ricordato gli occhi di Harry..."

Nel sentire quel nome, Ginny, come suo solito, divenne rossa. "Oh, lascia perdere!" aggiunse sconsolata. "Non ho alcuna speranza!"

"Beh, io ti ho detto quello che penso" replicò Hermione dolcemente, tentando di consolare l'amica. "Harry è il mio migliore amico e gli voglio molto bene, ma tu dovresti tentare di considerarti... più libera. Per esempio, c'è Michael Corner che ti fa il filo da una vita!"

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