Katie e Luna

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Redazione Cavillo, 16 Giugno 2003

Katie sferrò l'ennesimo calcio. L'allenamento era finito da circa un'ora ma aveva bisogno di sfogare la rabbia repressa. Il manichino che fino a qualche secondo prima si muoveva cadde a terra emettendo un gorgoglio morente. Katie gli andò sopra sferrandogli un pugno alla mascella e puntandogli la bacchetta alla gola. Aveva vinto di nuovo.

Si lasciò andare sul pavimento freddo e rinfrescante inspirando con la bocca e cercando di rallentare il battito cardiaco.

Secondo Keith RompiFluffe Bruce, il loro insegnante, utilizzare la forza fisica era uno spreco di energie se si aveva una bacchetta a disposizione. Ma Katie sapeva quanto potesse fare la differenza un calcio ben assestate e inoltre la faceva sentire bene picchiare il manichino fingendo che fosse Oliver.

Si erano lasciati per l'ennesima volta, solo che questa volta lui si era messo con una bella francese dai capelli biondi e il viso da rivista mentre lei era rimasta da sola in un appartamento che non le apparteneva.

Aveva caldo e i muscoli le dolevano. Decise che le conveniva risparmiarsi per un'altra volta e nel frattempo mangiare qualcosa: stava morendo di fame.

Katie era una pessima cuoca quindi non si stupì quando si accorse che il sandwich che aveva preparato sapeva di uova marce e che la maionese era scaduta. Decidere di fare un panino con gli avanzi del frigo non era stata una buona idea. Lo buttò nella spazzatura  e cercò di rilassarsi sulla panchina libera che aveva trovato nel parco cittadino. Lo stomaco continuava a gorgogliare ma era a corto di soldi e non aveva nessuna intenzione di chiederli ai suoi. Non era più una bambina.

Ignorando le occhiate dei passanti si sdraiò sulla panchina con un gemito sentendo tutti i lividi che si era procurata. Le nocche le si erano di nuovo tagliate arricchendo la sua collezione di croste.

Chiuse gli occhi cercando di rilassarsi. Era quasi piacevole starsene nel parco all'ombra di un'albero mentre il sole estivo batteva forte.

Si ritrovò a pensare a Neville Paciock e ai suoi problemi di cuore che gli aveva rivelato la sera prima. Katie non era stata particolarmente gentile: avrebbe voluto dirgli che la Abbot era molto fortunata ad avere un marito premuroso come lui.

E poi si era fatto anche carino, se non fosse stato Neville ci avrebbe fatto anche un pensiero.

Sospirò immaginandosi Oliver in un ristorante carino con la sua ragazza a bere whisky Incendiario, si augurò che gli andasse di traverso.

Un oggetto non identificato e frusciante le finì in faccia facendola boccheggiare - Che diavolo? - .

Cercando di non cadere dalla panchina se lo levò di dosso: era un giornale. Le pagine erano umide e macchiate di fango ma misteriosamente integre. Purtroppo non si trattava della Gazzetta del profeta ma di quella spazzatura che si faceva chiamare Il Cavillo.

Le prime pagine erano un'insieme di scemenze sulla specie dei Nargilli, noti per essere invisibili all'uomo e anche a tutte le persone sane di mente.

Più andava avanti più Katie si chiedeva perché lo stesse leggendo, non riusciva a darsi una risposta convincente.

L'ultima pagina la lasciò senza parole.

Erano una serie di istantanee su tutti gli studenti della classe 1979, Katie odiava farsi fotografare quindi era quasi sicura di non trovarsi.

Sotto Alicia Spinnet e di fianco a Lee Jordan e Angelina Jhonson  vide l'immagine di una ragazzina con un sorriso innocente e una sciarpa rosa. I fiocchi dello stesso nauseante colore completavano l'opera.

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